Da Riunite Civ e Crpv un progetto per contrastare la cocciniglia nella vite
MODENA – La lotta alla cocciniglia si concretizza nel progetto “Riunite 2021”, un’iniziativa che vede impegnati il Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena e Cantine Riunite Civ, coop leader per la produzione di lambrusco, spumanti e vini frizzanti.
Il parassita, infatti, a partire dal 2018 ha causato danni imponenti minacciando la sopravvivenza di tante imprese vitivinicole. L’azione intrapresa adotterà tecniche innovative, e a basso impatto ambientale, utilizzando due insetti innocui per gli esseri umani lanciati a migliaia, a più riprese, per contrastare la cocciniglia.
“Il progetto, arrivato al terzo anno di attività, è di ampio respiro e prevede diverse azioni – spiega la referente di Crpv, Maria Grazia Tommasini –: la prima, e principale, punta a intervenire direttamente sulle cocciniglie, sia quella tipica del territorio italiano, Planococcus ficus, che, sulla specie esotica, Pseudococcus comstocki che sta diventando preponderante, attraverso il lancio di insetti antagonisti. Completamente innocui per l’uomo, migliaia di parassitoidi Anagyrus pseudocci e di predatori Cryptolaemus montrouzieri saranno lanciati sui vigneti con l’obiettivo di arrestare la proliferazione della cocciniglia. I risultati dei primi due anni di attività sono interessanti e ci motivano a procedere lungo questa strada”.
Un approccio simile a quanto si sta attivando con la vespa samurai contro la cimice asiatica sebbene con metodologie diverse.
“Il progetto – prosegue Tommasini – prevede anche la sperimentazione di strategie innovative per limitare l’azione delle formiche che, nutrendosi della melata prodotta dalla cocciniglia, tendono naturalmente a proteggere questi parassiti rendendo meno efficace l’azione degli insetti antagonisti. Sperimenteremo in campo delle esche alimentari che possano risultare più appetibili per le formiche e che quindi, per così dire, le distraggano dalla difesa della cocciniglia”.
“Dopo i danni devastanti causati dalla cocciniglia nel corso della vendemmia 2018, Cantine Riunite&Civ ha deciso di lanciare un progetto di ricerca di ampio respiro che giunge oggi al terzo anno e che proseguirà fino al 2023 – spiega il vicepresidente del gruppo vitivinicolo, Claudio Biondi -. Dal 2019 a oggi abbiamo lanciato più di un milione di insetti antagonisti su oltre 3.500 ettari complessivi, arrivando a utilizzare anche i droni per coprire meglio il territorio: abbiamo coinvolto 412 soci per un’area di 1.796 ettari nel primo anno che si sono ridotti a 1.560 ettari nel 2020. In alcune aziende, infatti, già dopo i primi interventi, il problema si è ridimensionato in modo importante e questo ci motiva a proseguire la sperimentazione.
Crediamo, però, nell’importanza di un approccio da diversi fronti, ecco perché abbiamo scelto di investire anche nel progetto di contenimento delle formiche e stiamo monitorando gli effetti della presenza di determinate piante che sembrano favorire la proliferazione degli insetti utili”.
Un approccio “green”, dunque: “Da 20 anni la cooperativa applica un disciplinare di produzione ancora più restrittivo in termini di utilizzo della chimica in campo, rispetto a quanto richiesto dalla Regione Emilia Romagna – spiega Biondi -: oltre il 60% della nostra produzione è destinata a mercati esteri come quello statunitense che impone regole molto rigide sui principi attivi utilizzati e questo ci ha spinti a investire su progetti e ricerche innovative. I dati, inoltre, hanno dimostrato che con il solo utilizzo della chimica, la battaglia contro la cocciniglia non si può vincere: serve il giusto mix fra agrofarmaci e insetti utili per dare vita a un approccio di difesa integrata che unisca tecniche di lotta biologica all’utilizzo di poche e selezionate molecole chimiche”.
Il progetto si completa, poi, con un terzo filone di ricerca: “Nel corso dell’anno svolgeremo test anche per valutare una tecnica ecosostenibile e innovativa per il contenimento del mal dell’esca. Questa malattia, fortemente influenzata dal cambiamento climatico, sta acquistando sempre più importanza nei vigneti regionali ed è in grado di causare importanti perdite qualitative e quantitative nella produzione. Ne studieremo il decorso durante la stagione e valuteremo i risultati delle tecniche sperimentali messe in campo”.