Esondazione Panaro, Cia: “chiederemo lo stato di calamità naturale”
Notari, vice presidente Cia Emilia Centro: “la piena è sicuramente eccezionale, ma non escludo che il cedimento dell’argine possa essere stato ‘facilitato’ da fori scavati da animali fossori. Non sarebbe la prima volta”
MODENA, 6 dicembre 2020 – “Una piena eccezionale a conclusione di una annata nefasta sotto tutti i profili, compreso quello che riguarda l’annata agraria”. Lo sottolinea Alberto Notari, vice presidente di Cia Emilia Centro, che manifesta la sua preoccupazione per i danni a cose e persone arrecati dall’esondazione del fiume Panaro.
“Oltre ai danni ed ai disagi provocati alle famiglie che sono andate sott’acqua – dice Notari – come sempre anche l’agricoltura deve fare i conti la devastazione di terre coltivate a causa della tracimazione del fiume in piena. Marco Borsari in comune di Castelfranco, è una associato alla nostra Confederazione – osserva ancora Notari – ed è tra gli agricoltori più colpiti: ha diversi ettari di vite di frutta tutti allagati e la produzione futura è a rischio. Stiamo facendo una stima dei danni e cerchiamo di supportare lui e le aziende interessate dall’esondazione. Inoltre ci stiamo attivando per chiedere lo stato di calamità. Siamo poi in stretto contatto con l’assessorato regionale all’Agricoltura e il Consorzio di Burana che si sono attivati già dalla serata del 5 dicembre e che ci tengono aggiornati sulla situazione”.
La piena è sicuramente eccezionale, ma Notari non esclude che il cedimento dell’argine possa essere stato ‘facilitato’ da fori scavati da animali fossori. “Non sarebbe la prima volta – conclude Notari – anche se i controlli vengono fatti periodicamente”.