Rinnovo cariche camerali, agricoltori riuniti in una lista unica
“L’agricoltura tra i settori trainanti dell’economia bolognese. Inoltre l’intensa attività agricola periurbana offre sempre più servizi ai cittadini”
Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri di Bologna sottolineano l’importanza del ‘primario’ bolognese che vale oltre 562 milioni di euro con 9000 aziende agricole
“La nascita della Città Metropolitana bolognese pone nuove riflessioni sul rapporto Città – Campagna e una nuova interpretazione della rappresentanza, allargando l’interesse a tutti i contenitori di governo della città. Ecco perché le associazioni agricole si sono riunite in una lista unica in grado di rappresentare, nell’ambito del percorso di rinnovo degli organi Camerali, un importante peso specifico finalizzato non solo al ruolo previsto dalle correnti normative (un membro di consiglio con diritto alla Giunta camerale) ma guardando oltre con l’obiettivo di avere un rappresentante nelle società satellite al sistema camerale e non solo”.
Lo sottolineano le associazioni agricole bolognesi Confagricoltura, Cia – Agricoltori Italiani, Copagri e Cia Imola alla luce dell’imminente rinnovo dei vertici della Camera di Commercio. Il rappresentante che il mondo agricolo ha indicato è Gianluca Cristoni, imprenditore con una azienda agricola ad indirizzo produttivo tradizionale ma impegnato anche nel settore del verde ornamentale.
Il valore dell’agricoltura in provincia di Bologna vale oltre 562 milioni di euro con poco più di 9mila imprese agricole (dati Camera di Commercio al 31 dicembre 2017.
“I cambiamenti socio-economici che il nostro paese ha subito durante gli ultimi decenni hanno portato ad una profonda ristrutturazione dei rapporti tra città e campagna – sottolineano le associazioni – influenzando non solo gli stili di vita dei cittadini, ma anche un rinnovato interesse verso i valori tradizionalmente associati al mondo agricolo e rurale. In questo processo è stata osservata con sempre maggiore interesse l’agricoltura peri-urbana, ovvero quella parte del settore primario che si colloca fisicamente nelle zone di alta urbanizzazione”.
La vicinanza dei centri urbani offre alle aziende agricole un complesso insieme di vincoli e di opportunità. I principali vincoli sono legati all’accesso e alla gestione alle risorse naturali, quali suolo, paesaggio, acqua e biodiversità. Infatti, in molti casi le realtà produttive localizzate in contesti altamente urbanizzati si devono scontrare con un maggiore degrado ambientale, con la speculazione edilizia ed il consumo di suolo, con la congestione del traffico e con le conseguenti difficoltà di spostamento di merci e persone, e non ultimo con l’inquinamento atmosferico e dei terreni.
“Dobbiamo fare di tutto per consentire al mondo agricolo di poter essere all’interno dei contenitori che aprono la porta ai nostri territori (Aeroporto), coordinano le risorse sull’incoming (Bologna Welcome), eventi e manifestazioni dove la nostra Fiera esprime le più importanti fiere mondiali legate all’alimentazione e all’agricoltura (Fiera), contenitori legati alla promozione di modelli agricoli e commerciali (Fico), mercati ortofrutticoli (Caab), borsa merci e contrattazioni. Abbiamo la convinzione di poter dare un importante contributo su tutti i fronti che si sono aperti sul governo dei nostri territori”.
Sempre in tema di agricoltura peri-urbana le associazioni sottolineano che può fungere sia da residenza per lavoratori urbani che risiedono fuori città e che si dedicano solo secondariamente all’attività agricola in senso stretto (pluriattività e agricoltura part-time). “Poi – precisano Cia, Confagricoltura e Copagri – un aspetto centrale che caratterizza le aziende agricole professionali localizzate in prossimità dei centri urbani è legato alla vasta gamma di servizi che possono offrire direttamente ai consumatori cittadini, tra cui attività di ristorazione e di ospitalità turistica, attività didattiche e di diffusione della conoscenza delle pratiche agricole, ma anche offerta di spazi verdi e di varie attività per il tempo libero”.
Cia, Confagricoltura e Copagri ricordano inoltre che la Borsa Merci di Bologna risulta fondamentale in quanto coniuga l’importanza locale a quella nazionale “e si pone anche come naturale punto di incontro di tutti gli attori della filiera cerealicola: il listino della Borsa Merci è fondamento per la remunerazione dei produttori ed è un insostituibile fattore di trasparenza per il mercato e di proiezione delle funzioni della Camera di Commercio a reale supporto dell’economia agroindustriale”.
Oltre agli aspetti regolatori e di servizio, il listino della Borsa Merci è fondamento per la remunerazione dei produttori “ed è – concludono le organizzazioni agricole – un insostituibile fattore di trasparenza per il mercato e di proiezione delle funzioni della Camera di Commercio a reale supporto dell’economia agroindustriale”.
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