PARMA

PIACENZA

Segnali promettenti per la campagna del pomodoro da industria

Cristian Calestani

PARMA – I presupposti per una buona campagna 2020 del pomodoro da industria nel Nord Italia ci sono tutti. La programmazione è stata tempestiva e rispettata; le piantine sono cresciute bene in campo e le rese si prospettano buone. Ora mancano solo un paio di ingredienti fondamentali: un clima favorevole e un periodo di conferimento della materia prima negli stabilimenti di trasformazione ben distribuito tra il 20 di luglio ed il 25 di settembre.

“La programmazione colturale – spiega Davide Previati (nella foto a lato), tecnico dell’Op Asipo – è stata pienamente rispettata, nei tempi e nelle modalità, secondo le superfici che sono state concordate con le imprese di trasformazione. I trapianti sono iniziati, cautamente, nella prima settimana di aprile e sono terminati nei primi giorni di giugno, con un po’ di anticipo rispetto a quello che accadde nel 2019 quando il trapianto del tardivo si era protratto anche sino al 15 di giugno”.

Previati Davide

Tutte condizioni, quelle appena descritte, che hanno determinato positive premesse, dimostrate da una buona scalarità di maturazione del pomodoro, anche per il periodo di raccolta, nelle fasi iniziali al momento di andare in stampa (17 luglio) con prospettive di entrare a pieno regime a fine luglio e con chiusura della campagna stimata a fine settembre. Non dovrebbero esserci, pertanto, appendici ad ottobre.

“I trapianti precoci (trapianti fino al 25 aprile) – entra nel dettaglio Previati – si sono sviluppati, in condizioni normali, salvo sporadiche difficoltà dovute al ritorno del freddo. In generale, comunque, le produzioni si prospettano intorno ai 650 quintali per ettaro o anche più, nettamente superiori al 2019. I trapianti medi (25 aprile-20 maggio) sono stati contraddistinti da una crescita regolare, mostrano un buon potenziale produttivo, anche oltre i 750 quintali per ettaro, con fenomeni di cascola fiorale sugli ultimi palchi fiorali che favoriscono la pezzatura delle bacche sottostanti per cui una qualità maggiore per trasformazioni in polpe e cubettati. I tardivi (fine maggio-inizio giugno) stanno crescendo in modo regolare, con buone premesse produttive. Dal punto di vista fitosanitario si sono riscontrate una diffusa presenza di batteriosi fogliare sugli impianti precoci; un’anticipata, già dai primi di maggio, e continua infestazione di afidi che sono temibili soprattutto perché vettori di virosi, e la presenza del ragnetto rosso soprattutto nel territorio pedecollinare piacentino (Val d’Arda e Val Trebbia). Un altro fenomeno che stiamo notando in questi giorni è poi la presenza sugli ultimi palchi di marciume apicale, la cosiddetta cicca, dovuto a squilibri idrici e stress causati da alte temperature intervallate da acquazzoni di forte intensità.

Sul fronte delle malattie fungine abbiamo registrato alternaria per i precoci e peronospora per medi e tardivi, in una forma circoscritta”. In linea di massima, dunque, la qualità del prodotto appare molto buona. “Fanno ben sperare i valori della pezzatura; gli indicatori del brix, che si preannuncia nella media ed il colore con pochi casi di impianti defogliati e pomodoro assolato”.

Le premesse per una buona campagna ci sono tutte, alla luce di un mercato che si prevede ricettivo da parte delle industrie di trasformazione, nonostante il venir meno di una industria di trasformazione, la Columbus di Parma.

“Tra i motivi di preoccupazione – conclude Previati – restano il clima e la necessità di avere un periodo di conferimento ben definito indicativamente tra il 20 di luglio ed il 25 di settembre che permetta di distribuire al meglio la consegna della materia prima”. Sul fronte delle superfici effettive, in attesa del dato ufficiale dell’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia, previsto per fine luglio, si prospettano valori simili a quelli dello scorso anno.

Asipo, Davide Previati, pomodoro da industria

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