FERRARA

COMUNICATI STAMPA FERRARA

20 luglio – Crisi cereali

In piazza contro la crisi dei cereali
Mercati al ribasso con prezzi sostanzialmente dimezzati per grano tenero e duro. Non ci stanno i produttori di Cia Ferrara in piazza per difendere il valore del grano italiano di qualità

FERRARA – Sapete che gli agricoltori producono grano di qualità in perdita e la cerealicoltura italiana è al collasso? E che rischiate di mangiare pane ferrarese prodotto con materia prima estera non controllata? Sono queste alcune delle domande che gli agricoltori di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara hanno fatto ai molti cittadini che sono arrivati in Piazza Savonarola a Ferrara per l’iniziativa Grano Amaro. L’iniziativa si è svolta il 20 luglio in concomitanza con il Tavolo Nazionale Cerealicolo che si teneva al Ministero delle Politiche Agricole nelle stesse ore, organizzato proprio per discutere della gravissima situazione del mercato dei cereali.

«La regione Emilia-Romagna – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara – ha una forte tradizione cerealicola che le speculazioni di mercato stanno spazzando via. Gli agricoltori attualmente producono grano di qualità in perdita – un euro di media in meno rispetto al prezzo di mercato – e rischiano il collasso mentre i consumatori corrono un rischio altrettanto grave, quello di mangiare pane e pasta prodotti con grano non controllato, del quale non è garantita provenienza e salubrità. Ecco perché oggi abbiamo scelto di stabilire un filo diretto con i consumatori che devono sapere cosa arriva sulle loro tavole ogni giorno ed esigere che pane e pasta vengano prodotti con farine italiane di qualità. Perché – continua Calderoni – come dice lo slogan che abbiamo scelto per accompagnare la manifestazione: se gli agricoltori ci perdono e i consumatori perdono il pane e la pasta di qualità, chi ci guadagna? La risposta è che ci guadagnano le grandi multinazionali che importano grano dall’estero per produrre all’insegna di un’italianità che non è reale, senza preoccuparsi di cosa conterrà la farina e di cosa mangeranno i consumatori. Noi agricoltori dobbiamo essere in grado di fare un progetto di valorizzazione del frumento italiano di qualità che non può essere considerato una commodity ma va fortemente valorizzato.»
La crisi dei cereali arriva a colpire in un’annata dove la qualità dei frumenti italiani è eccellente come spiega Valerio Parisini coordinatore del Gruppo di Interesse economico cereali Cia Emilia – Romagna e cerealicoltore. «I frumenti teneri prodotti quest’anno sono eccellenti e quelli duri molto buoni dal punto di vista della quantità di proteine, caratteristica fondamentale per produrre farine di qualità necessarie per garantire che la pasta italiana rimanga un’eccellenza nel mondo. Ma questa qualità non è premiata da un mercato che della qualità sembra non tenere conto perché si preferisce pagare meno un grano importato da Ucraina e Sud America di bassa qualità. Un paradosso speculativo che mette in ginocchio i cerealicoltori e che non riguarda solo la cerealicoltura ma l’agricoltura in generale.»

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