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Agricat e assicurazioni: problemi e burocrazia nella gestione del rischio

IMOLA, 27 agosto 2024 – “È un fine agosto con sorprese quello che stiamo attraversando: purtroppo negative per le aziende agricole che negli anni scorsi hanno subito danni, anche molto ingenti a causa degli eventi atmosferici catastrofali o che hanno usufruito delle assicurazioni agevolate”. – commenta Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola, alla luce delle molte lettere di rifiuto, totale o parziale, inviate in questi giorni da Agricat, il fondo mutualistico nazionale legato alla Pac che copre i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici calamitosi.

“Gli agricoltori – continua Tampieri – versano il 3% al Fondo rinunciando a una percentuale della Pac, i contributi che vengono assegnati a livello europeo alle diverse produzioni agricole e che sono stati a loro volta tagliati in maniera consistente. Si tratta di tutele importanti perché da tre anni i cambiamenti climatici incidono in maniera più che consistente sulla produttività e non abbiamo molte armi per difenderci. Agricat che ribadisco è pagato dagli agricoltori, doveva essere uno strumento efficace per la difesa, mentre si sta dimostrando solo un altro modo fallimentare di gestire il rischio”.

L’erogazione dei contributi tecnicamente è prevista nella primavera dell’anno successivo a quello degli eventi calamitosi, nello specifico, ad esempio, l’erogazione dei contributi per l’anno 2023 sarebbe dovuta avvenire indicativamente tra il mese di marzo-aprile 2024.

“Le lettere che stanno arrivando di rifiuto totale o parziale dei risarcimenti dimostrano che la gestione burocratica di queste risorse è lenta e male organizzata e rischia di far saltare il banco e di lasciare senza contributi le nostre aziende. Si tratta di una situazione davvero incresciosa dovuta, appunto, alla macchina burocratica e non imputabile minimamente ai nostri uffici che hanno lavorato bene e inviato in tempo le pratiche. In questo contesto già complesso è arrivata alle aziende agricole un’altra doccia fredda: la richiesta di pagamento della quota di assicurazioni agricole non più agevolate a partire dal 2022 – continua la presidente di Cia Imola. “Le assicurazioni agricole agevolate sono sempre state uno strumento di gestione del rischio efficace, perché l’agevolazione arrivava al 70% e metteva in condizioni gli agricoltori di assicurarsi, anche a fronte di costi assicurativi spesso proibitivi. Da quest’anno, invece, il contributo è sceso al 52% e oltre al danno c’è anche la beffa, perché la diminuzione non riguarda solo questa annata ma è retroattiva e ora ci chiedono di pagare la differenza tra il 70 e il 52% a partire dal 2022. E allora mi chiedo: si parla tanto di rilanciare il settore agricolo e i nostri prodotti tipici che sono un patrimonio non solo in Italia ma anche all’estero e poi si tolgono costantemente alle aziende gli strumenti di difesa. Parlo di quelli indiretti come, appunto, le assicurazioni e i fondi ma anche diretti, a partire dalle molecole per combattere le fitopatologie senza dare alternative. Così è impossibile un vero rilancio – conclude Tampieri – e non basta certo un’annata 2024 tutto sommato discreta per convincere le aziende a non estirpare i frutteti o a investire. Credo sia arrivato il momento di smettere di dire, solo a parole, che si sostiene l’agricoltura italiana e poi, nei fatti, si va per sottrazione e si tolgono sostegni e risorse”.

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