Bandi del PSR: l’esperienza di Enrico Alpi
CASTEL DEL RIO – Per rendere più innovativa e funzionale la sua azienda a Castel del Rio dove produce il Marrone IGP e seminativi, Enrico Alpi ha scelto di aderire ai bandi del Psr. La prima domanda di contributo risale al 2019 ma, per un cavillo, non è andata a buon fine e il finanziamento è arrivato da poco, a due anni dalla presentazione della seconda domanda. Per l’imprenditore sono, dunque, i tempi e la burocrazia i principali gap del Piano di sviluppo rurale, anche se i fondi sono sicuramente preziosi per abbattere i costi iniziali e quelli per l’acquisto di mezzi agricoli più moderni.
“Nel 2019 ho scelto di fare domanda per la misura 6.1.01 “Insediamento dei giovani agricoltori” ma mi è stata bocciata perché in preventivo era indicato un prezzario di riferimento non corretto: per circa 30 euro ho dovuto rinunciare al contributo. Poi l’anno dopo ho rifatto domanda e ho scelto di presentarla anche per la misura 4.1.02 “Ammodernamento di aziende agricole dei giovani agricoltori” e l’iter si è concluso alla perfezione, compreso il controllo finale della Regione che è avvenuto proprio qualche settimana fa. Con i contributi sono riuscito a rinnovare in maniera significativa il mio parco macchine con diverse attrezzature, compresa una barra lunga 4 metri per pulire i fossi, che in montagna è un’operazione complessa, e anche un tunnel per tenere al coperto i mezzi agricoli. In totale l’investimento è stato di circa 175mila euro: dalla misura 4 ho recuperato il 50%, alla quale si aggiungono i 50mila di contributo per il primo insediamento in zona svantaggiata, sicuramente un bell’aiuto per un giovane imprenditore. Comprendo anche che l’iter debba essere trasparente e non siano ammesse eccezioni, però non concedere un contributo per un errore “banale” e rimediabile lo considero un eccesso di burocrazia ed è un problema, così come quello dei tempi, visto che dalla presentazione della domanda alla conclusione della pratica sono passati due anni e nel frattempo i soldi vengono anticipati dalle aziende. Queste problematiche, sicuramente migliorabili, non impattano in maniera così significativa su queste forme di supporto all’agricoltura del tutto positive e sicuramente essenziali”.