EMILIA ROMAGNA

NOTIZIE IN PRIMO PIANO EMILIA ROMAGNA

“Alleggerire le imprese e dare loro una boccata di ossigeno con una sospensione dei contributi previdenziali sarebbe un primo utile intervento in attesa dell’applicazione del Piano nazionale per contrastare la cimice asiatica”

Lo sottolinea Cia – Agricoltori Italiani dopo la prima riunione del Tavolo voluto dal Prefetto di Bologna Patrizia Impresa

BOLOGNA, 8 OTTOBRE 2019 – “Alleggerire le imprese e dare loro una boccata di ossigeno con una sospensione dei contributi previdenziali sarebbe un primo utile intervento in attesa dell’applicazione del Piano nazionale per contrastare la cimice asiatica”.

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“Sarà un conto salatissimo quello che gli agricoltori italiani dovranno pagare a causa dei dazi Usa: a rischio Parmigiano Reggiano e Grana Padano”

La Cia manifesta la preoccupazione dei produttori emiliano romagnoli dopo le decisioni del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea

Sarà un conto salatissimo quello che pagherà l’agroalimentare emiliano romagnolo, leader delle eccellenze che vanno negli Stati Uniti, a partire dal Parmigiano Reggiano che esporta in quell’area del Paese il 10% della produzione. La Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna manifesta la sua preoccupazione – e di quella di tutti gli agricoltori – dopo la decisione del Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, che ha dato agli Usa il via libera a imporre dazi contro l’Unione europea, accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus.

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Fini, bene i contratti di filiera ma gravi ritardi nei pagamenti

Cristiano Fini, presidente Cia Emilia Romagna

In pochi anni, l’Emilia Romagna è diventata un’importante Regione per la produzione di grano duro di qualità per la pastificazione. Con più di 4 milioni di quintali prodotti la Regione rappresenta ormai più del 10% della produzione nazionale contendendo alle Marche il podio tra le regioni più produttive dietro Puglia e Sicilia e superando oramai stabilmente Toscana, Basilicata e Molise.

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Crisi frutticola e cimice asiatica hanno mobilitato centinaia di agricoltori

Numerose iniziative nelle principali provincie frutticole hanno portato al centro dell’attenzione le criticità del settore primario

Un comune grido d’allarme del mondo agricolo unito per non disperdere il patrimonio frutticolo dell’Emilia Romagna: è quello lanciato dalle principali province frutticole della regione il 18 settembre dove, con modalità diverse, i produttori aderenti a Cia, Confagricoltura, Copagri, assieme a Legacoop e Confcooperative hanno organizzato presidi e pacifiche manifestazioni.

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Cimice asiatica, al via un piano articolato contro l’insetto che colpisce i frutteti

I dettagli presentati in Regione: nell’immediato disponibili fondi per attivare mutui a tassi agevolati

BOLOGNA – È emergenza cimice asiatica in Emilia Romagna e la Regione risponde mettendo subito a disposizione 250 mila euro per l’attivazione di mutui a tassi agevolati e le delimitazioni delle aree colpite, necessarie per usufruire di sgravi fiscali e contributivi. Ma occorre anche agire sul piano nazionale ed europeo, perché la sfida è complessa.

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Cimice asiatica, Fini: “Agire subito con fatti concreti per non rischiare di perdere il patrimonio frutticolo del nord”

BOLOGNA – Apprezzamento per i contenuti e l’esito della consulta agricola regionale nella quale è stata affrontata l’emergenza legata ai danni da cimice asiatica: lo esprime il presidente di Cia Emilia Romagna Cristiano Fini a seguito di incontro in Regione sul tema e che ha coinvolto le rappresentanze del mondo agricolo.

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Crisi di governo, Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna: “la legge sul biologico rischia di non vedere la luce”

In Emilia Romagna interessati oltre 152mila ettari con più di 5000 imprese agricole coinvolte

A causa della crisi di governo il disegno di legge sulle produzioni biologiche rischia di non vedere la luce. È la preoccupazione del presidente di Cia -Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna Cristiano Fini ricordando come il provvedimento “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” era in discussione al Senato dopo aver ottenuto una prima approvazione alla Camera.

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Grandine e vento del 22 giugno hanno compromesso le colture agricole dell’Emilia Romagna

Danni per milioni di euro

Non solo vigneti, frutta e sementi ma anche insalata. La grandine e il vento di giugno, infatti, hanno picchiato duramente anche sulle foglie leggere delle lattughe rovinando il raccolto. “Una situazione apocalittica – racconta Marco Tagliavini che insieme al fratello Loris coltivano 40 ettari tra ortaggi e cereali in via degli Orti alle porte di Bologna –.

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L’Emilia Romagna è leader nella moltiplicazione delle sementi

Questa regione è una delle principali produttrici di colture da seme in Italia. Clima, esperienza e soprattutto professionalità dei produttori la rendono un punto di riferimento per le ditte sementiere che commercializzano il prodotto in tutto il mondo

Bietole remunerative

Fossolo (Faenza – Ra) – Le colture da seme che da sempre coltiva Pier Paolo Amadori nel faentino, a Fossolo (Ra), sono mais, bietole, grano duro per un’estensione intorno ai 24 ettari circa, considerando anche quelli dell’azienda in società col cugino Gianluca e quelli dell’azienda in conduzione col figlio Francesco (mais 8,5, barbabietola 13,1, grano 2). Sempre complessivamente ci sono poi fra i 10 e gli 11 ettari di vite, circa 2 ettari di altri frutteti (peri e peschi) e circa 9 ettari di kiwi. I terreni di Amadori non hanno subito particolari stress dall’andamento meteorologico. L’agricoltore opta per colture per le quali si realizzano contratti di coltivazioni a prezzi fissi. “Così conosco quale può essere economicamente il risultato finale. So quanto prodotto viene ritirato e quanto sarà pagato, se lavoro bene e intervengo nei tempi e nei modi giusti. Se, in condizioni ordinarie, qualcosa va male, la colpa è mia. Resta il rischio meteo, certo. Con queste garanzie, però, i produttori possono programmare investimenti sapendo che c’è un buon risultato, senza temere il crollo dei prezzi”. Amadori aveva anche circa 7 ettari di pesche, ora di molto ridotti: “Non si può lavorare e vedersi pagare il prodotto un anno 20 centesimi al kg, un altro 40: sembra chissà cosa, ma non scherziamo! Ora poi c’è la cimice asiatica, è una cosa terribile, con costi in aumento per le difese, dai trattamenti agli investimenti nelle reti protettive”. Al momento dell’intervista, Amadori non rileva problematiche particolari per il mais, in raccolta in agosto, con una previsione media di Plv intorno ai 4 mila euro/ha che, tolte le spese, si potrebbe aggirare intorno a una media di 1.500 euro/ha. Coi bietolotti Amadori ha avuto qualche filo da torcere in periodo di semina, per mancanza di pioggia in gennaio e febbraio. Dopodiché, e fino ad ora, promettono bene e a luglio, momento del raccolto, si vedrà con più chiarezza. Le bietole sono fra le colture sementiere più remunerative: “con una Plv media intorno ai 6 mila euro/ha si riesce a stare, tolte le spese, intorno ai 2-3 mila euro/ha, se tutto va come deve andare – spiega Amadori -. Per il grano duro vedremo meglio intorno al 26 giugno. C’è chi ha problemi per la troppa acqua di maggio. Il prezzo medio all’origine del grano duro da seme è circa 20 euro/quintale.

Lucia Betti

Contratti di coltivazione necessari

Ammonite (Ravenna) – Un universo complesso, remunerativo ma complicato, sia per i produttori sia per tutta la filiera, mercato compreso (da coloro a cui interessa acquistare seme di qualità, ad esempio gli Olandesi, a coloro che vogliono spendere meno). Gli agricoltori che si dedicano a questo comparto prediligono colture per le quali sia possibile realizzare contratti di coltivazione: in questo modo si ha la sicurezza di quanto ritirato e di quanto pagato utile anche per investire, senza temere il crollo dei prezzi. Tra le altre cose, oggi come oggi sembra essere un comparto più indicato per i giovani agricoltori, purché disposti a lavorare molto, ad approfondire tanto le conoscenze, a fare esperienza. Serve disponibilità e flessibilità ad intervenire in campo più volte per prendersi cura delle piante per rese migliori sia in quantità sia in qualità. Inoltre, non è facile trovare manodopera qualificata. “Se spacchi male il cavolo perdi il seme: l’impegno necessario e il danno sono elementi che balzano subito agli occhi quando hai circa 45 mila piantine di cavolo per ettaro”. Questa la premessa di Mario Tassinari che, col fratello Luigi, ha un’esperienza ultratrentennale nelle colture da seme. Il 60% della produzione aziendale dei fratelli Tassinari, ad Ammonite in provincia di Ravenna, è rappresentato da svariate colture da seme: in circa 25 ettari si trovano cavolo cinese, cavolo cappuccio, zucchine, cetrioli, rucola, grano, cicorie ibride, lattughe ibride, carote, bietole: una serie di colture con una scansione temporale di semina e raccolta per un lavoro a ciclo continuo. La stagione finora era andata bene, a parte lo zucchino. “Siamo partiti bene con le prime semine a fine 2018 – spiega Mario – ma ora le temperature sono troppo alte, c’è una brutta allegagione, le api girano meno, i cavoli sono stati colpiti da batteriosi. Se la stagione va avanti così forse per il cavolo cinese e il cavolo verza si potrà avere un buon raccolto, così la lattuga e la cicoria. I cetrioli invece così si cuciono”. I fratelli Tassinari hanno contratti di coltivazione prevalentemente con la Cac. “La Cooperativa non ti abbandona mai. Si lavora con prezzi fissi stabiliti su una media di produzioni di 10 anni. Le quantità che loro ti chiedono sono garantite. Se hai delle eccedenze, pur ad un prezzo inferiore, vengono pagate. Inoltre, chi lavora bene viene premiato con un bonus aggiuntivo in euro a ettaro. Se lavori male, l’anno dopo non sei più con loro”.

Lucia Betti

Investire nella ricerca

Gattolino di Cesena (Forlì Cesena) – Investire nella ricerca sul settore sementiero è una scelta che può dare buoni ritorni economici e garantire maggiori margini ad un’agricoltura che fatica sempre di più a far quadrare costi di produzione e Plv. Una scelta che Alac, storica cooperativa agricola con sede a Gattolino di Cesena, ha intrapreso dal 2017 dando il via ad un imponente progetto di ricerca e sperimentazione in campo sementiero insieme a Cac e consorzio Sativa, di cui è socia.

Fondata nel 1972, l’Associazione lavoratori agricoli cesenati nacque quando diversi enti pubblici del territorio decisero di dismettere la gestione in economia dei propri terreni agricoli affidandoli a una cooperativa esterna, costituita in gran parte dagli stessi braccianti che li lavoravano. Oggi Alac lavora circa 400 ettari di terreni in affitto nel circondario cesenate, più altri 180 in proprietà a Portico di Romagna e Rocca San Casciano (vocati all’allevamento e con progetti per il biologico e l’agriturismo) ed ulteriori 100 ha in concessione dalla Regione Emilia Romagna. Sono una decina i soci lavoratori, a cui si aggiungono circa altrettanti braccianti agricoli.

I terreni sono destinati in prevalenza a ortofrutta, cereali e colture estensive, in particolare per la moltiplicazione di sementi. “Siamo soci di Cac e Sativa da vecchia data – spiega Gabriele Bacchi, presidente della cooperativa dal 1999 -. Dal 2017 stiamo conducendo un progetto di ricerca, produzione e riproduzione nel nostro centro aziendale. Stiamo ultimando il centro di ricerca e moltiplicazione con 12 serre e 6 mila mq coperti, a cui si affiancano 12 ettari di campo libero.

Un ulteriore podere di 20 ha potrà essere utilizzato per eventuali sviluppi futuri. In questi giorni stiamo ultimando, inoltre, il capannone da 150 mq che ospiterà la lavorazione delle sementi raccolte, lo stoccaggio, uffici e servizi. Infine è a disposizione naturalmente tutto lo stabilimento in cui svolgiamo le nostre normali attività”.

Il progetto è finanziato in parte dal Psr relativo alla filiera sementiera e da Sativa, socio sovventore di Alac. “La ricerca interessa numerose varietà: zucchine, pomodori, cetrioli, basilico, cicoria. Il valore dell’investimento è di circa 1 milione 700 mila euro.

Ci stiamo concentrando sul settore sementiero e stiamo progressivamente abbandonando altri settori, come l’ortofrutta, che hanno costi elevati di produzione in rapporto alla Plv.

Noi che lavoriamo in economia da anni ne viviamo le difficoltà. L’attività di moltiplicazione, invece, come quella che noi svolgiamo per conto di Cac, è in grado di portare ancora reddito all’impresa agricola. Il valore del nostro lavoro quotidiano per la riproduzione e il mantenimento in purezza delle sementi può essere stimato intorno ai 500-600 mila euro”.

Giorgia Gianni

Cipolle e coriandolo

Rimini – La Falcioni Santi agricoltori società semplice produce cavoli ibridi da seme, cipolla ibrida, ravanelli, coriandolo ed erba medica. “Le previsioni a giugno sono ancora molto aleatorie, ma possiamo dire che le condizioni meteorologiche di maggio ci ha penalizzato”, commenta Lorenzo Falcioni. “Negli ultimi tre anni in casa Cac, abbiamo avuto tre annate, una meglio dell’altra: nel 2016 è andata bene, così nel 2017 e nel 2018 ancora meglio. Cac nel suo “bilancio” ha un mix di colture: è andata molto bene la cipolla, l’anno prima i cavoli, una coltura che si è portata dietro tanta plv”. Con la coltura delle rape si comincia adesso, lo stesso vale con la trebbiatura della cipolla bunching. “Possiamo già dire, per quanto riguarda il seme, che la fioritura non è andata troppo bene, questo purtroppo vale in generale: le piogge per un mese non sono certo l’ideale. Stessa situazione adesso. Per la cipolla, gli oltre 30 gradi di questo periodo non sono la condizione migliore.

Il polline ha grosse difficoltà, le api si muovono di meno. Per quanto riguarda i ravanelli, ma in generale per le crocifere, le piogge di maggio hanno favorito il prolificare delle malattie fungine, come lo si può vedere adesso nei campi. Il coriandolo ha avuto una fioritura abbastanza breve, non so questo quanto possa incidere, mentre la rucola selvatica da seme ha patito il freddo di maggio ed è rimasta più piccola”.

Nel comparto sementiero è compresa anche la produzione di erba medica. “Il primo taglio è stato fatto molto tardi per colpa delle piogge, il secondo taglio quindi slitta a luglio. Se il caldo oltre misura continua a persistere dovremo fare ancora i conti con il problema del polline”. Partendo da questi elementi, “mi aspetto un’annata in termini di produzione nella media, ma verso il basso, non verso l’alto. In termine di qualità è molto presto per fare pronostici”.

Emer Sani

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