Giù le mani dalle eccellenze emiliano-romagnole
Assurda l’idea che Prosciutto di Parma e Parmigiano possano essere accompagnati da etichette che ne evidenziano i rischi, come pacchetti di sigarette
FERRRA – Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, ma anche il nostro olio extra vergine di oliva e i vini doc considerati dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) alimenti dannosi per la salute dell’uomo. Per Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara si tratta di un’assurdità che va assolutamente fermata, perché mette a rischio il sistema produttivo italiano di alta qualità.
“Prima l’introduzione dell’etichetta a semaforo – commenta Calderoni – un tipo di etichettatura che distingue gli alimenti con dei semplici colori per definire l’eccesso di alcuni nutritivi senza tenere conto delle loro proprietà intrinseche, che penalizza nei paesi anglosassoni le nostre eccellenze, ora l’Oms che sembra abbia deciso di tassarle e di etichettarle, letteralmente, perché avrebbero un eccesso di nutrienti, grassi in primis, che metterebbero a rischio la salute umana. Parliamo di Parmigiano, olio extra vergine, salumi Igp colpevoli messi allo stesso livello delle sigarette. Un vero e proprio attacco frontale a un tipo di produzioni che non solo sono parte fondante del nostro agroalimentare, ma contengono nutritivi di alta qualità. Penso ad esempio alle eccellenti proprietà dei grassi dell’olio d’oliva che contiene fenoli, capaci di agire come antiossidanti e proteggere dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. Ma tutti questi prodotti fanno parte della dieta mediterranea, uno dei regimi dietetici che i nutrizionisti considerano più equilibrato, un vero toccasana per la salute. Ovviamente siamo tutti d’accordo – continua il presidente Cia – che non bisogna eccedere con questi alimenti e seguire una dieta equilibrata, ma considerarli dannosi è un attacco frontale dell’Oms al nostro Made in Italy.
La nostra associazione si sta già mobilitando, a tutti i livelli, per osteggiare questa presa di posizione assurda e immotivata, che arrecherebbe ingenti danni economici anche alle imprese dell’Emilia-Romagna, regione dove si producono gran parte delle eccellenze prese di mira, e speriamo che in questo senso ci sia unità di intenti e di posizioni da parte di tutto il sistema agroalimentare italiano”.