Il 30 gennaio una grande mobilitazione del settore agricolo
“Il 30 gennaio a Ferrara ci sarà la più grande mobilitazione del settore agricolo degli ultimi anni, che coinvolgerà le filiere agroalimentari di tutto il Centro Nord. Scenderemo in piazza perché la nostra crisi di liquidità è diventata insostenibile e le istituzioni non stanno facendo abbastanza per salvare le aziende agricole, le cooperative e il reddito di coloro che sono occupati nel settore” – ha spiegato Stefano Calderoni, coordinatore di Agrinsieme Ferrara nel corso della conferenza stampa di lancio dell’iniziativa.
Una mobilitazione fortemente voluta da Agrinsieme Ferrara – il coordinamento che unisce Cia, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative agroalimentari – e poi estesa ad Agrinsieme regionale e a tutte le filiere produttive del Nord Italia.
“In questi mesi abbiamo sollecitato le istituzioni a tutti i livelli, anche andando a Roma e a Bruxelles – continua Calderoni – ma non ci sono stati interventi risolutivi per sostenere il nostro agroalimentare colpito da una crisi ormai diventata strutturale. Non sono diventati operativi nemmeno quei provvedimenti, come la moratoria sui mutui o la sospensione del pagamento delle rate INPS, che erano stati dati per certi e avrebbero dato un po’ di sollievo al settore. Attualmente sul piatto ci sono gli 80 milioni in tre anni varati dal Ministero delle Politiche Agricole, il sostegno della Regione per l’acquisto di reti anti-cimice asiatica e gli investimenti sulla ricerca che però non daranno, purtroppo, risultati a breve termine. Importanti, certo, ma “gocce nel mare” per una crisi che non è dovuta solo ai problemi fitosanitari, ma anche a prezzi di mercato sempre meno remunerativi. Un vero disastro perché riguarda praticamente tutte le produzioni e tutte le filiere, non solo quella frutticola, con una perdita in termini di occupazione allarmante”.
Gianluca Vertuani, Presidente di Confagricoltura Ferrara, ha scelto di aprire il suo intervento scusandosi con la cittadinanza per i probabili problemi alla circolazione che deriveranno dalla manifestazione del 30 gennaio, ma ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di accendere un faro sull’agricoltura e sulla sua importanza per il nostro territorio. Dopo la precedente manifestazione del 18 settembre e gli incontri, con il Ministro Bellanova e altri importanti referenti istituzionali, non è stato ancora individuato il quadro normativo per ristorare le aziende agricole. Si respira un grande malessere da parte di tutti gli agricoltori che sono allo stremo e noi, come Organizzazioni abbiamo il dovere di rappresentarli anche andando in piazza, per loro e insieme a loro. Non possiamo più permetterci di aspettare oltre”.
La parola è poi passata a Roberto Crosara, in rappresentanza di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. “La frutticoltura ha un impatto sociale di circa 300.000 giornate lavorative che corrispondono al lavoro di circa 5.000 persone, impegnate in modo diretto (dal raccolto al confezionamento), a cui si aggiunge l’attività dei lavoratori dell’indotto (trasporti, imballaggi ecc.). Le strutture cooperative sono quel tipo di impresa che in maniera prevalente si occupa di conservare e commercializzare i prodotti frutticoli, orticoli ecc. In questi anni hanno sostenuto notevoli investimenti per innovare e rinnovare le loro strutture e i loro impianti, ma hanno bisogno di una continuità di forniture di prodotti agricoli per rispettare i loro piani industriali e salvaguardare i posti di lavoro”.
La mobilitazione avrà il suo fulcro a Ferrara dove arriveranno gli agricoltori da tutto il Nord, ma l’obiettivo è anche quello di portare in piazza anche i cittadini e tutti coloro che hanno a cuore il settore primario.
“La città di Ferrara sarà pacificamente “invasa” – conclude il coordinatore di Agrinsieme – da cinque cortei che partendo dalla periferia percorreranno le strade del centro cittadino. Un percorso anche simbolico, dalla campagna alla città, perché il nostro obiettivo è anche quello di coinvolgere le persone che vivono nelle aree urbane e spesso non si rendono conto del valore che ha l’agricoltura nella loro vita. I prodotti agricoli freschi o lavorati entrano nelle nostre case almeno due volte al giorno e devono essere di qualità, salubri e sicuri”.