Più incentivi e zero burocrazia per agriturismi e fattorie didattiche
Modalità e regole per la ripartenza di agriturismi e fattorie didattiche della nostra Regione. È questo il tema della conferenza stampa organizzata da Cia – Agricoltori Italiani Emilia-Romagna che si è tenuta oggi, nei cortili dell’agriturismo ‘Corte dell’Abbadessa’ di San Lazzaro di Savena, alla presenza di Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura, Massimo Bottura, presidente regionale dell’associazione agrituristica Turismo Verde e Cristiano Fini, presidente di Cia Emilia-Romagna.
Il settore agrituristico è cresciuto negli ultimi anni e attualmente le aziende attive in Emilia Romagna sono 1.186 con una capacità ricettiva pari a 9.854 posti letto e 407 piazzole in agri-campeggio e la possibilità di somministrare fino a circa 4,5 milioni pasti l’anno, mentre le fattorie didattiche sono complessivamente 286.
“Uno sviluppo davvero importante per l’agriturismo regionale perché si è riusciti a fare capire e comprendere a tutti l’importanza dell’offerta enogastronomica e anche l’ospitalità della nostra regione, una capacità che può davvero dare un contributo rilevante. Un’attività che si è fermata per il Coronavirus, ma che dal 18 di maggio è ricominciata con l’attività di ricezione turistica, rispettando e mantenendo tutti canoni e le normative in termini di sicurezza – ha sottolineato Cristiano Fini.
Un sistema, quello degli agriturismi, davvero rilevante per il settore agricolo anche per Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura, tanto da annunciare la proroga al 30 settembre di un bando che erogherà circa 7 milioni di euro – cifra che si somma ai 12 già erogati nel 2017 – insieme a risorse fresche per quasi due milioni di euro che serviranno proprio a investimenti nelle strutture agrituristiche. “Ci sono tutte le condizioni per ripartire con tranquillità e apprezzare queste realtà che sono la dimostrazione come il nostro sistema agricolo sia un sistema che guarda al futuro – ha detto Mammi – capace di rinnovarsi e trovare nuove strade, di metter in campo nuove attività che integrano il reddito che viene generato dalle attività agricole tradizionali. Ma è qualcosa di più, un luogo di cultura dove la tavola si incontra con la terra”.
Per Cia – Agricoltori Italiani Imola questi interventi devono essere veloci ed erogati azzerando la burocrazia.
“Siamo consapevoli che la Regione Emilia-Romagna, negli ultimi anni, ma messo a disposizione fondi per lo sviluppo delle aziende agrituristiche attraverso il Piano di Sviluppo rurale e accogliamo con favore l’intenzione di dare risorse fresche e la proroga delle scadenze dei bandi del Programma di sviluppo rurale– commenta Giordano Zambrini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola. Ma ci chiediamo se basteranno per un settore agrituristico che si è fermato per quasi tre mesi. La Regione dovrebbe mettere in condizione agriturismi e fattorie didattiche di cogliere ogni singola opportunità di fare reddito, per cercare di recuperare i mesi di chiusura durante l’emergenza Covid-19 e la perdita di fatturato. Questo significa incentivare, ad esempio, la creazione di centri estivi, dando i contributi per l’adeguamento delle strutture ove necessario in maniera rapida e riducendo al minimo la burocrazia. Questo vale per ogni altra iniziativa legata a incrementare l’offerta dell’ospitalità, che non dovrebbe essere ostacolata da complesse procedure per la richiesta fondi. Serve una spinta forte, una vera e propria “ricetta shock” innovativa e serve in questo momento non a settembre, perché i turisti italiani, e auspichiamo anche gli stranieri, arriveranno presto nel nostro territorio e vorranno vivere, in sicurezza, la stessa straordinaria esperienza enogastronomica, di biodiversità e di cultura rurale degli altri anni”.