PARMA

Pomodoro, semine al via con le incognite ragnetto rosso e prezzo

ragnetto rosso su pomodoro

Cristian Calestani

È il ragnetto rosso il grande pericolo per il pomodoro da industria in vista della prossima campagna. In attesa che venga definito il prezzo di riferimento della materia prima nell’area del Nord Italia – al momento di andare in stampa la trattativa tra Op ed industrie di trasformazione era ancora in stallo – si inizia a pensare alle semine e quest’anno – soprattutto nell’areale piacentino, ma anche nel parmense e nel ferrarese – si dovrà fare molta attenzione al pericolo della diffusione del ragnetto rosso, l’acaro del pomodoro che lo scorso anno provocò problemi – in primis riduzione di produzione e decadimento qualitativo – in un’ampia area a sud di Piacenza e nei comuni di Gossolengo, Gazzola, Podenzano, Rivergaro, Vigolzone, Ponte dell’Olio, San Giorgio Piacentino e Pontenure.

“Il ragnetto – spiega il Servizio fitosanitario della Regione – è un fitofago che è in grado di alimentarsi a spese di molte specie vegetali passando con facilità da una coltura all’altra ed in grado, soprattutto, di acquisire molto velocemente tolleranze e resistenze alle diverse sostanze attive utilizzate per contrastarne il proliferare”. È un acaro “tosto” il ragnetto, come spiega anche l’Oi del pomodoro da industria del Nord Italia: “L’aumento dell’investimento economico sulla difesa con agrofarmaci ha dimostrato di non andare di pari passo con il successo nel contenimento di questo temibile acaro. Va adottata quindi una strategia condivisa di lotta, che coinvolga anche le altre colture per salvare un territorio dall’insorgere delle resistenze a tutti i trattamenti acaricidi”.

Il ragnetto attacca le foglie della pianta di pomodoro, provocando un diradamento della copertura fogliare, arrivando talvolta al completo disseccamento della pianta. Contro di lui sono scesi in campo, già dalla campagna 2018, l’Oi, la Regione Emilia Romagna e, in particolare, il Servizio fitosanitario regionale. “Le consuete strategie di difesa, applicate utilizzando un numero molto ristretto di molecole – spiega l’Oi – si sono però dimostrate di limitata e temporanea efficacia. Si è quindi avviato un tavolo di lavoro per tentare un approccio di tipo territoriale, con la partecipazione anche dell’università, dei consorzi fitosanitari provinciali, delle professionali agricole e dei consorzi agrari e che ha previsto anche il coinvolgimento dei rivenditori di agrofarmaci, per studiare insieme una strategia di difesa efficace”.

Dalle ricerche di Emanuele Mazzoni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è emerso che l’inefficacia dei trattamenti acaricidi, attualmente in commercio, deriva dall’insorgenza di resistenze negli acari che vengono trattati ripetutamente con le stesse sostanze.

Alla luce di tutti questi studi è stato elaborato un vademecum con una serie di indicazioni da seguire per evitare il diffondersi del ragnetto. Nell’areale a maggior rischio (sud di Piacenza e comuni di Gossolengo, Gazzola, Podenzano, Rivergaro, Vigolzone, Ponte dell’Olio, San Giorgio Piacentino e Pontenure) si ricorda che il trattamento acaricida deve essere effettuato solo dopo la comparsa delle prime popolazioni di ragnetto rosso e che per prevenire i fenomeni di resistenza, occorre effettuare il primo trattamento con prodotti che contengano sostanze attive con meccanismo d’azione diverso da quelli utilizzati nel corso dell’anno precedente. Ad esempio, qualora, come primo intervento dell’anno precedente sia stato utilizzato un prodotto a base di abamectina (Gruppo Irac 6), si raccomanda di impiegare, come primo intervento di quest’anno, una sostanza attiva che non appartenga a quel gruppo. Occorre poi alternare sempre l’utilizzo di acaricidi dotati di differenti meccanismi d’azione e non è sufficiente cambiare semplicemente il nome del formulato commerciale, in quanto potrebbe contenere la stessa sostanza attiva o anche un differente principio attivo, dotato però dello stesso meccanismo d’azione. Fondamentale è poi rispettare scrupolosamente le indicazioni delle etichette per evitare sovra/sotto dosaggi; mettere in atto buone pratiche applicative per massimizzare l’attività del prodotto, con una bagnatura accurata e uniforme della vegetazione, tenendo presente che il ragnetto è localizzato prevalentemente sulla pagina inferiore delle foglie. È poi importante attenersi, oltre che alle indicazioni del disciplinare di produzione integrata, alle raccomandazioni locali fornite dai tecnici delle Op, del Consorzio fitosanitario e dai bollettini provinciali di produzione integrata. Infine, va tenuta monitorata la presenza del ragnetto, allo scopo di rilevare eventuali cali di efficacia dei prodotti utilizzati e, nel caso, darne segnalazione al tecnico dell’Op di riferimento.

Nell’areale attualmente a minor rischio (parmense e ferrarese) si ricorda che il trattamento acaricida deve essere effettuato solo dopo le prime comparse delle popolazioni di ragnetto rosso, per evitare la selezione di popolazioni tolleranti/resistenti. Il primo trattamento va effettuato partendo dai bordi dell’appezzamento con prodotti che contengano sostanze attive con meccanismo d’azione diverso da quelli utilizzati nel corso dell’anno precedente. Bisogna alternare sempre l’utilizzo di acaricidi dotati di differenti meccanismi di azione.

Cristian Calestani, pomodoro, pomodoro da industria, ragnetto rosso

WhatsApp chat
%d