Il tema della salute e sicurezza sul lavoro è particolarmente strategico ed è necessario di tanto in tanto procedere con ripassi e aggiornamenti degli adempimenti richiesti dalla normativa vigente per tenere alto l’impegno sui comportamenti corretti e sicuri.
A tal proposito Cia Romagna organizza alcuni incontri, il primo dei quali è in programma giovedì 13 giugno alle 20.30 a Bagnacavallo (RA) nella Sala Convegni di Terremerse (Via Cà del Vento n. 21). Sarà l’occasione per approfondire l’insieme di misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto nei luoghi di lavoro per tutelare la salute e l’integrità dei lavoratori, proteggendoli dai rischi presenti e per evitare o ridurre gli eventi infortunistici così come i rischi professionali e non solo.
Presiede i lavori Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna. Interviene Giorgio Montanari, Titolare dell’azienda Labhor sistemi di gestione, igiene, qualità, ambiente e privacy. Saranno presenti Jenna Carlucci, Responsabile Ufficio Paghe imprese, lavoro, colf-badanti Cia Romagna e Alessia Buccheri, Direttore Cia Romagna.
L’appuntamento si terrà prossimamente anche a Cesena (FC) e a Coriano (RN).
All’inizio di aprile 2024 è stato siglato un Accordo dalla Prefettura di Ravenna insieme a diversi partner, fra cui Cia Romagna, per promuovere la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e l’attenzione si focalizza in particolare sul settore agricolo. L’intesa scaturisce dagli impegni assunti con il patto territoriale di comunità per la prevenzione degli infortuni, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la legalità del luglio 2022.
Chi ha avuto danni inoltri segnalazione entro la mattina di lunedì 3 giugno
La settimana in corso, l’ultima di maggio, sarà probabilmente sempre a rischio di nuove precipitazioni e temporali anche di forte intensità.
Le recenti violente perturbazioni, dopo quelle del 15 e 16 maggio, si sono abbattute il 24 e il 25 maggio in alcune altre aree del ravennate (faentino) e in particolare nel forlivese e nel cesenate. Qui le zone più colpite sono state quelle tra Sogliano al Rubicone, Montetiffi e Roncofreddo, Villanova, Villagrappa, Ronco proseguendo verso Forlimpopoli e Selbagnone: danni a frutteti, orticole, cerealicole, vigneti a causa della grandine e del vento. Quello che la gradinata del 25 maggio ha lasciato sugli alberi in molti casi non potrà essere conferito nemmeno all’industria di trasformazione.
Il servizio tecnico di Cia Romagna sta raccogliendo tutte le segnalazioni di danno. La segnalazione non dà diritto a rimborso immediato, ma sarà importante nel caso la Regione Emilia-Romagna chieda al Ministero la declaratoria per lo stato di calamità naturale per accedere ad eventuali fondi della Legge 102. Chi ha avuto danni deve fare segnalazione entro la mattina di lunedì 3 giugno.
Gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti e più violenti e in certi casi sono stati compromessi anche i sistemi di difesa attiva dai danni da maltempo. Le complicazioni per quanto riguarda i sistemi di difesa passiva sono note e Cia non molla la presa su questo argomento: occorre trovare il modo affinché gli agricoltori possano assicurare il proprio lavoro e occorre rendere il fondo Agricat più efficace. Ogni attività imprenditoriale va tutelata e il fondo mutualistico istituito per il comparto agricolo secondo Cia non è stato declinato nel modo giusto: andrebbe esteso a tutta Italia per suddividere il rischio tra aree geografiche e colture diverse e deve poter intervenire a supporto delle compagnie assicurative
Se da un lato c’è chi deve far fronte alla pioggia, e in particolare alla grandine, altre zone della Romagna soffrono per la siccità e la situazione locale riflette quella più generale italiana, con il nord che ha dovuto affrontare queste perturbazioni e il sud alle prese con la siccità.
Le perdite sono ancora tutte da quantificare in termini economici e sono distribuite in maniera discontinua sul territorio. Tuttavia, aggiungono ulteriori difficoltà ad un comparto esposto in prima linea agli effetti dei cambiamenti climatici. Ci sono aziende che saranno senza produzione e senza reddito ma con spese sostenute e da sostenere; molte sono quelle colpite anche dalle alluvioni del maggio 2023.
Alle prese coi conti delle conseguenze sull’agricoltura dell’ondata di maltempo del 15 e 16 maggio
Il maltempo del 15 maggio dall’imolese è sceso verso Mordano, Bagnara di Romagna e Massa Lombarda, poi è andato verso sud colpendo fortemente Cotignola e Bagnacavallo. Il maltempo ha proseguito poi verso il ravennate.
Il 16 maggio è sceso da Brisighella a Faenza, Solarolo e Castel Bolognese dirigendosi poi ancora su Cotignola e Bagnacavallo, poi su Fusignano ed Alfonsine arrivando di nuovo fino a nord di Ravenna. Una seconda perturbazione è partita dalle alte valli forlivesi e ha colpito tutti i territori tra Ravenna e Forlì fino a sud di Ravenna.
La quantità e la violenza della pioggia e della grandine e le forti raffiche di vento hanno provocato danni ingenti nelle aree coinvolte su tutte le produzioni e anche molti impianti di difesa attiva sono stati compromessi. A terra il grano e anche dei filari, molte le situazioni con le viti spoglie. Oltre alle strade, allagati i campi con frutta, vigna, orticole e cerealicole. Altre grandinate importanti hanno colpito nei mesi scorsi anche le provincie di Forlì-Cesena e Rimini.
Si è trattato di perturbazioni eccezionali, come ha spiegato il tecnico meteorologo Pierluigi Randi, che tuttavia “non hanno nulla a che fare con quanto successo lo scorso anno, perché negli Appennini è caduta poca o per niente pioggia e l’impatto sui fiumi è stato pressoché nullo”. Dov’è piovuto e grandinato, in un brevissimo lasso di tempo, circa tre ore in tutto in totale nei due giorni del 15 e del 16 maggio è caduta la pioggia che normalmente cade in aprile e maggio messi insieme.
15 maggio – Cia Romagna ha ricevuto segnalazioni dagli agricoltori associati per il maltempo che ha colpito nel tardo pomeriggio del 15 maggio una parte di Bassa Romagna e la parte nord-ovest di Ravenna: è caduta tantissima forte pioggia, in alcune zone anche grandine, forte vento. In certe aree steso il grano e anche dei filari. Oltre alle strade, allagati anche i campi con frutta e vigna molto probabilmente colpite anche questa volta in maniera pesante. Citando i dati del Tecnico Meteorologo Pierluigi Randi “in meno di due ore nelle zone interessate è caduta la pioggia che normalmente cade nell’intero mese di maggio (fra i 55 e i 65 mm)”.
15 maggio 202415 maggio 202416 maggio 202416 maggio 202415 maggio 202416 maggio 202415 maggio 2024
Giovedì 16 maggio al Tg3 Fuori Tg nella puntata che approfondisce la situazione di territori, aziende, cittadini “a un anno dalle alluvioni” anche la testimonianza di Stefania Malavolti, associata Cia Romagna, membro del Comitato esecutivo della stessa e coordinatrice di Donne in Campo. Da Casola Valsenio, dalla sua azienda agrituristica e zootecnica Fattoria Scania di Settefonti, descriverà la situazione del suo campo devastato dalle frane di un anno fa. Le domande di risarcimento sono complicate e onerose. Troppa burocrazia. Questo il link per vedere la puntata del 16 aprile: https://www.rainews.it/rubriche/tg3fuoritg/video/2024/05/TG3-Fuori-TG-del-16052024-cc4e3892-3fa7-4bea-9203-36bc1a563b65.html
L’agricoltura torna in piazza il Primo Maggio per il lavoro, l’ambiente e la pace. Cia Romagna promuove il tradizionale appuntamento a Santarcangelo di Romagna, dove mercoledì dalle 9.30 alle 17 gli agricoltori saranno protagonisti con i loro prodotti, i veicoli, musica, giochi per i più piccoli e ciambella e vino per tutti.
Per Cia Romagna l’evento clementino è un appuntamento annuale importante per ricordare il valore del Primo Maggio, del lavoro e in particolare del lavoro agricolo. L’obiettivo è favorire il contatto e la conoscenza tra chi produce e chi consuma, perché ci sia sempre maggiore sensibilità delle reciproche esigenze.
Mercoledì la giornata inizia in piazza Gramsci con il ritrovo dei partecipanti e dei mezzi agricoli. Alle 10.30 il corteo degli agricoltori sui loro trattori: veicoli storici e giganti di ultima generazione che non mancano di affascinare ogni anno adulti e bambini.
Alle 11 in piazza Ganganelli il momento dei saluti istituzionali. Interverranno Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, Matteo Bartolini, vicepresidente Cia Nazionale e vicepresidente del gruppo Pac del Copa-Cogeca, Lorenzo Falcioni, vicepresidente vicario di Cia Romagna, e i rappresentanti del Comune di Santarcangelo.
Già dalla mattina piazza Ganganelli sarà la cornice della festa con la musica del duo Emisurela, il ludobus Scombussolo e il mercatino degli agricoltori locali con i sapori della nostra terra. Alle 13 tutti a pranzo insieme nelle tavolate in piazza con la ligaza.
Nel corso della Conferenza organizzativa è stata presentata al Ministro Lollobrigida. Focus anche su fauna selvatica, accesso al credito e Pac. Momento importante anche per parlare dei servizi alla persona di Cia. Presenti per Cia Romagna, il direttore Alessia Buccheri, la responsabile dei Servizi alla Persona di Cia Romagna Miriam Bergamo e il presidente Danilo Misirocchi.
Accrescere il peso economico e la forza negoziale dell’agricoltura all’interno della filiera; redistribuire equamente il valore aggiunto tra tutti gli attori, intervenendo contro le pratiche commerciali sleali e per una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi; valorizzare i percorsi di alleanza tra agricoltori e consumatori, sui quali ricade gran parte della crisi tra costi di produzione alle stelle e caro inflazione. Sono questi i tre pilastri della proposta di legge messa a punto da Cia-Agricoltori Italiani e annunciata alla Conferenza organizzativa della Confederazione svoltasi a Roma, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida.
“Il testo su cui stiamo lavorando da mesi – ha dichiarato il presidente di Cia nazionale, Cristiano Fini – è pronto a sbarcare in Parlamento e rappresenta quel passaggio cruciale e urgente per riportare l’agricoltura al centro. Vogliamo salvaguardare il mondo agricolo con una legge ad hoc. Il settore merita il riconoscimento definitivo del proprio valore nella catena agroalimentare attraverso prezzi più stabili e redditi dignitosi”.
Per un’agricoltura capace di superare il perdurare dell’impasse emergenziale, da Cia al ministro Lollobrigida non solo la proposta di una legge che sarebbe strategica alla tenuta del settore, ma anche il richiamo a questioni dirimenti che stanno imbrigliando il comparto. In primis, e da troppo tempo, la gestione della fauna selvatica: serve affidare il coordinamento, per il controllo della popolazione dei cinghiali, al Comando Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri; dotare di specifiche professionalità gli Uffici di pianificazione faunistico-venatoria della Pa; superare il regime de minimis per gli indennizzi; rafforzare l’autodifesa degli agricoltori, partendo dallo snellimento delle pratiche burocratiche, come ricercare la densità ottimale della specie lupo.
Fuori classifica, poi, il nodo liquidità. Cia chiede l’utilizzo immediato delle risorse finanziarie per il sostegno al credito, a partire da quelle della legge di Bilancio; la creazione di un Fondo Nazionale per l’abbattimento degli interessi dei finanziamenti a medio-lungo termine; il potenziamento del Fondo di Garanzia Pubblica e una moratoria a livello comunitario per i debiti contratti dagli agricoltori.
Il contributo di Cia alla revisione della Pac passa, invece, per gli interventi che l’Europa dovrebbe concretizzare già nel breve periodo. Non solo con la semplificazione delle procedure di approvazione di eventuali modifiche dei Piani strategici nazionali, consentendo maggiore autonomia agli Stati membri, ma anche assicurando più flessibilità sull’applicazione delle regole di condizionalità, senza prevedere sanzioni in caso di inottemperanza. Bisogna aggiornare e facilitare gli eco-schemi; rendere le Ocm meno rigide per facilitare la spesa; alzare le percentuali sugli aiuti accoppiati per sostenere gli agricoltori in caso di crisi. Inoltre, occorre aggiornare e potenziare il budget destinato alla gestione del rischio e prendere in considerazione le proposte presentate da tempo da Cia per redigere un piano assicurativo nazionale. Tale Piano deve permettere alle aziende – pesantemente e sempre più ripetutamente colpite da emergenze meteoclimatiche devastanti – di assicurarsi dalle calamità.
“Per l’agricoltura non c’è più tempo da perdere – ha concluso Fini– Dobbiamo continuare a lavorare per dare speranza e futuro al settore”. Che è speranza e futuro per i territori e le comunità, che è tenuta sociale, ambientale ed economica.
La difesa del lavoro non si fa a suon di deroghe alla Legge 102
Nella serata di approfondimento organizzata da Cia Romagna insieme al Condifesa Ravenna e al Condifesa Romagna, sono stati esaminati gli strumenti a cui gli agricoltori possono accedere per la gestione del rischio: difesa attiva, la spigolosa questione della difesa passiva (assicurazioni) e Agricat.
La serata, seguita da oltre 130 partecipanti in presenza e in collegamento, si inserisce nell’impegno di Cia di tenere alta l’attenzione su questo tema per lavorare sin da ora anche per il 2025, perché non si ripeta la situazione del 2024, che sancirebbe la fine del sistema assicurativo per le imprese agricole.
I relatori erano: Stefano Francia, presidente Cia Emilia-Romagna, vicepresidente Asnacodi e presidente del Condifesa Ravenna; Manuel Quattrini, vicedirettore Cia Emilia-Romagna e consigliere Caa Cia nazionale; Claudio Bartolini, vicepresidente Condifesa Romagna; Fabio Pesci, direttore Condifesa Ravenna. Ha Introdotto e presieduto i lavori Danilo Misirocchi, presidente Cia Romagna.
“Il tema della gestione del rischio in agricoltura è in continua evoluzione con molte problematiche aperte e diverse incertezze – ha affermato Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Queste riguardano inparticolare la difesa passiva, cioè la possibilità da parte delle aziende agricole di potersi assicurare. I recenti cambiamenti di indirizzo sul tema da parte del Ministero rendono ancora più complessa la situazione”.
Le compagnie assicurative nelle ultime campagne – con il verificarsi di sempre più eventi climatici estremi – hanno registrato prevalentemente risultati negativi; c’è stato un considerevole aumento delle tariffe assicurative e una diminuzione della capacità di copertura da parte delle compagnie stesse e una loro disaffezione a questo settore.
In tutto questo ci sono gli agricoltori che sulla campagna 2022 hanno ricevuto solo il 40% del contributo sull’assicurazione agevolata anziché il 70% e nulla è stato erogato per la campagna 2023.
Ad oggi,marzo 2024, non si sa come si chiuderanno queste due campagne (le modifiche sono avvenute dopo gli accordi) e non si sa ancora quali siano i parametri per il 2024 in corso: lo spettro di possibili prossime gelate – considerando anche l’andamento climatico con un inverno che non c’è stato – crea altra incertezza e tanta preoccupazione agli agricoltori.
Le azioni che Cia sta portando avanti sono volte alla valorizzazione dello strumento della difesa passiva attraverso le polizze assicurative e non con le deroghe alla “Legge 102” e si batte perché i tempi delle discussioni fra le partisul “piano di gestione dei rischi agricoli” siano allineati ai tempi dell’agricoltura e per avere gli accordi sulle polizze a gennaio. Cia e i Condifesa presenti alla serata convergono sulla necessità di ridare fiducia a un sistema che pur con tutte le difficoltà può dare risposte alle aziende agricole pesantemente e sempre più ripetutamente colpite dalle calamità.
Stefano Francia – presidente Cia Emilia-Romagna, vicepresidente Asnacodi e presidente del Condifesa Ravenna – ha sottolineato che a settembre 2023 la bozza del piano di gestione dei rischi c’era ma il Ministero (Masaf) in gennaio ne ha chiesto un nuovo. La Conferenza Sato-Regioni dovrebbe riunirsi i questi giorni. Anche su Agricat è stata fatta marcia indietro: “La nuova decisione del Ministero di far intervenire Agricat sul primo rischio e non sul secondo fa sì che le compagnie assicurative non diminuiscano la propria esposizione al rischio catastrofale e, pertanto, i capitali a disposizione saranno molto limitati”, ha concluso Misirocchi.
L’attenzione di Cia è anche sugli strumenti didifesa attiva, come dimostra un importante risultato riferito al bando per la prevenzione danni da gelate concluso a ottobre 2023 per il quale, con la battaglia politico-sindacale di Cia, le risorse complessive inizialmente di circa 1 milione di euro sono arrivate a oltre 11 milioni di euro per finanziare tutte le domande presentate e ritenute ammissibili.
Il Milleproroghe ha previsto alcuni interventi per il settore agricolo, ma Cia continuerà a lavorare pensando a strategie anche per il medio e lungo periodo. Qui vengono presentate le proposte di Cia in Italia e in Europa per gestire non solo l’emergenza.
Il farmer’s market del venerdì a Rimini festeggia il Natale insieme ai produttori agricoli del territorio e ai cittadini. Venerdì 22 dicembre, in occasione del settimanale appuntamento, il mercato agricolo accanto al parcheggio Tiberio nel borgo San Giuliano invita ad un brindisi e alla degustazione di prodotti tipici, succhi, vini e preparazioni dolci, tutti direttamente dal coltivatore al consumatore.
Dalle 11.30 saranno presenti, insieme ai produttori e ai rappresentanti delle istituzioni, anche il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e i funzionari Cia locali.
Il mercato agricolo del venerdì nel borgo San Giuliano è frutto della collaborazione fra organizzazioni agricole, associazioni di consumatori e Comune di Rimini. Da settembre 2022 ha trovato la sua collocazione definitiva accanto al parcheggio Tiberio, ne cuore del centro storico e facilmente accessibile. Ogni venerdì dalle 7 alle 14 il farmer’s market ospita una ventina di banchi in cui i consumatori trovano i migliori prodotti delle diverse stagioni dell’anno, ortaggi, frutta, prodotti biologici, formaggi, salumi, olio, vino, miele e confetture, Un’esperienza di successo e un’opportunità importante per gli agricoltori di Rimini e provincia, che al mercato vendono direttamente i loro prodotti nel segno della filiera corta, la territorialità e la tipicità ‘vicino a casa’.
L’anno del paradosso: settori e produzioni compromessi, flessione delle imprese agricole superiore a quella del 2022. Urgente “ricostruire il futuro dell’agricoltura romagnola”
“Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola”: questo il tema dell’edizione 2023 dell’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna, presentata il 24 novembre a Bagnacavallo nel corso dell’annuale convegno che si è svolto a Bagnacavallo, al Teatro “Goldoni”. La fotografia dell’andamento complessivo del comparto agricolo è stata illustrata dal direttore di Cia Romagna Alessia Buccheri e dal responsabile del servizio tecnico fondiario e credito di Cia Romagna Marco Paolini.
Da anni l’agricoltura sta vivendo una fase drammatica e il 2023, nell’ultimo decennio, è stato addirittura paradossale: da un lato l’anomalia delle piogge (con le disastrose alluvioni di maggio in pianura e frane in collina) e gelate primaverili e, dall’altro, siccità e temperature sopra le medie prolungate nel tempo. Alle crisi climatiche e fitosanitarie si aggiungono l’inflazione, gli alti costi di produzione, le tensioni internazionali.
Le aziende cercano di resistere, ma senza sostegni e interventi specifici dalle istituzioni vengono a mancare prospettive di futuro con conseguenze non circoscritte al settore primario. I danni registrati nel 2023 si protrarranno nel tempo per molti anni e considerando che la sola Romagna produce il 30% della frutta e della verdura italiane le ripercussioni sono su tutta la filiera.
Il rischio in Romagna e in regione è di perdere un’agricoltura altamente specializzata,in specificola filiera ortofrutticola, che impatta sull’indotto e su tutto il comparto a livello nazionale. L’economia romagnolavale il 2,2% del Pilnazionale in termini di produzione e di contribuzione. Nel secondo trimestre del 2023 il maltempo del mese di maggio, e in particolare le gravi alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna, hanno avuto effetti avversi anche a livello nazionale su alcuni settori e su specifiche produzioni risultate compromesse. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l’economia italiana.
La flessione delle imprese agricole in Romagna risulta superiore a quella del 2022 e pressoché tutti i settori e le produzioni risultano compromessi. L’economia romagnolavale il 2,2% del Pilnazionale in termini di produzione e di contribuzione. Rimettere in piedi il territorio romagnolo, con interventi sostanziosi e rapidi, è un investimento non un costo: prima ripartiranno tutte le attività produttive, come quelle legate al settore agricolo, meglio sarà per tutta l’economia italiana.
LE TENDENZE IN ROMAGNA, IN SINTESI
LE IMPRESE AGRICOLE – Al 30.09.2023 la Romagna (RA, FC, RN) conta un totale di 104.723 imprese attive complessive (meno 1.628, in percentuale -1,5% annuo;+0,9% nel 2022 sul 2021) e il calo complessivo è maggiore della variazione negativa regionale (-1,1%) e nazionale (-0,7%). Le imprese agricole attive sono 14.618 (meno 470 unità, in percentuale -3,1% annuo; -1,2% nel 2022 sul 2021): la flessione risulta superiore a quella del 2022, con maggiori difficoltà per le relative imprese femminili e giovanili. Le imprese agricole femminili sono 2.666 (meno 111 unità, in percentuale -4,0% annuo;-1,8% nel 2022 sul 2021); le imprese agricole giovanili sono 535 (meno 19 unità, in percentuale – 3,4% annuo; -3,5% nel 2022 sul 2021). Nel 2022 gli occupati totali in agricolturasono risultati 24.783 (5,0% del totale, 5,1% nel 2021).
FRUTTICOLO – Anno drammatico per la frutta romagnola. Le percentuali di perdite per la maggior parte delle colture si equivalgono a quelle del 2020, uno degli anni più nefasti per il comparto, ma per alcune il 2023 è anche peggio. Oltre poi alle perdite di produzione e ai mancati incassi relativi, nel 2023 pesano i danni a impianti, strutture, attrezzature e mezzi.
In particolare dal 2020 le colture non hanno più raggiunto il loro potenziale produttivo medio. Nel 2023 il calo produttivomedio è drastico anche perché, anche a causa dei noti eventi meteo, interessa praticamente tutte le colture: actinidia (-40% e oltre), albicocco (-26%), fragola (-34,6%), pero (-60%), pesco (-45%), nettarina (-44%); ciliegio (-73%), melo (-7%), susino (-43%). Anche per castagno, nocciolo, noce, kaki rese medie dimezzate e scarsa produzione (-50% e oltre).
Superfici coltivatein calo in Romagna del -11% per il pesco; -6,5% per la nettarina; -4% per il susino; -3% per albicocco, ciliegio, pero; -2% per melo e actinidia. In merito ai prezzi all’origine là dove anche si prevedono andamenti leggermente migliori rispetto al 2022 il problema è dato dalla carenza o mancanza di prodotto.
OLIVICOLTURA – Fra le peggiori annate dell’ultimo decennio,per l’olivo l’attesa è di una campagna con il 70% di prodotto in meno in Romagna in linea con le previsioni a livello regionale. Complessivamente nei tre areali romagnoli (Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna) la resa media è stimata in meno di un terzo del 2022, è il dato più basso dal 2018 ad oggi: 7,6q.li/haa fronte dei 23 del 2022. Circa 25mila quintali di olive raccolte a fronte delle oltre 77mila del 2022. Le aspettative della resa in olio sono attese nella media. Per le olive Dop la previsione è di una raccolta in calo del 50% sul 2022, con resa nella media. I kg di olio Dop delle tre province complessivamente dovrebbero essere circa 8.500 (4mila per la parte ravennate e 4.500 per le Forlì-Cesena/Rimini).
VITIVINICOLO – Per l’uva da vino, complessivamente in Romagna gli ettari coltivati e in produzione aumentano leggermente (0,5%) a causa di un incremento di superfici nel ravennate coltivate (145 ettari) e in produzione (132 ettari) sul 2022. La produzione media in Romagna in quintali di uva scende del 2% circa; -1,4% nel ravennate; -4,16% Forlì-Cesena; -3,21% Rimini. Gli ettolitri in Romagna calano del 2,6%; -1,5 Ravenna; circa -8% Forlì-Cesena; -2% Rimini.
Rispetto alle superfici coltivate che risultano dai dati, si stima che i vigneti colpiti dalle alluvioni e dalle frane di maggio coprano una superficie di circa 800 ettari. A questi si aggiungono i vigneti abbattuti dalla tromba d’aria, in particolare nella zona di Alfonsine (Ravenna), oltre 60 ettari e quelli colpiti dalle grandinate e dall’aggressività di alcune malattie, dalla flavescenza dorata alla peronospora.
COLTURE ERBACEE – Per il cerealicolo in Romagna le superfici complessivamente calano rispetto al 2022 per grano tenero (-2%)e mais (-21%). Aumenta rispetto al 2022 la superficie del grano duro (+8%), dell’orzo (+6%) e del sorgo (+0,7%).
Rese medie tutte con diminuzioni importanti rispetto al 2022 (tranne il sorgo da granella nel ravennate e nel riminese): -30% per il tenero (43 q/ha) e per il duro (35 q/ha); -22% per l’orzo. Per il mais la resa e la produzione rispetto al 2022 è migliore, ma questo cereale fu duramente colpito nel 2022 dalla siccità, anno in cui dimezzò la produzione quindi il dato 2023 è da relativizzare con gli andamenti precedenti.
Nelle industriali, per l’erba medica si conferma un calo di superfici seminate in Romagna con diminuzione di ettari a Ravenna e Forlì-Cesena, con una resa romagnola in aumento trainata dal riminese, mentre nel ravennate e forlivese-cesenate, aree maggiormente colpite dalle alluvioni e dalle frane, la resa è diminuita. È nel ravennate che l’andamento della coltura è stato maggiormente condizionato passando dagli intensi fenomeni piovosi di maggio ad un arresto delle precipitazioni fino a inizio ottobre.
20% in meno di superficie seminata anche per la barbabietola da zucchero. Il 2023 è poi un anno molto particolare: circa 50 ettari sono andati distrutti e circa 450 ettari sono stati allagati a causa degli eventi meteo estremi di maggio. Quanto e per che periodo i campi sono stati allagati sono variabili che hanno determinato differenze nei risultati: buone le rese nelle aree non allagate, produzioni discrete in quelle sommerse per pochi giorni. La resa romagnola media per la produzione di saccarosio è di circa 7,5 ton/ha.
Annata deludente per gli effetti del meteo anche per le colture da seme, con ettari cancellati da alluvioni e frane.
Per le orticole in campo, pur nella vastità delle differenziazioni, riduzioni di rese medie: la cipolla, ad esempio, con superfici seminate in Romagna in crescita rispetto al 2023 vede una produzione che in particolare nel ravennate ha avuto un calo del 40% (non disponibili la rese di FC al momento della chiusura del report); patate, con resa media -31% e anche meno superficie seminata; pomodori da industria, conmaggiore superficie seminata in Romagna ma rese penalizzate dal meteo: nel solo ravennate il calo è del 41% (FC non disponibile, RN stabile in leggero aumento).Per le orticole in serra calo produttivo medio di circa il 20%. Prezzi molto variabili e andamento dei consumiin difficoltà.
ZOOTECNIA – Anche per il comparto zootecnico l’andamento del 2023 è stato drammaticamente condizionato dagli eventi atmosferici di maggio. Gli allagamenti hanno causato la perdita di strutture e la morte di centinaia di capi, soprattutto fra suini e avicoli. A questa situazione già estremamentecritica, che coinvolge tutti i comparti zootecnici, si aggiungono i costi di produzione molto elevati dovuti al notevole aumento dei rincari energetici e delle materie prime.Ilnumero di allevamenti di bovini da carne risulta in calo in tutte e tre le province rispetto al 2022, con una diminuzione più marcata nel ravennate (-10%). Forlì-Cesena resta la provincia con il maggior numero di capi, che scendono comunque del 9%. Circa i bovini da latte, i capi calano drasticamente in provincia di Forlì-Cesena (-16%) e Rimini (-14%). Ravenna detiene il maggior numero di capi, in leggero aumento.
L’andamento di numero di allevamenti e capi suini mostra le maggiori variazioni in provincia di Forlì-Cesena, dove entrambi risultano in calo a settembre 2023 secondo l’osservatorio Araer. Per quanto riguarda i conigli le uniche unità produttive sono presenti in provincia di Forlì-Cesena con 30 allevamenti e in provincia di Ravenna con 13. Anno difficilissimo anche per l’apicoltura romagnola con produzioni primaverili pressoché azzerate e perdite di migliaia di alveari. Dalla seconda metà di giugno in poi lo stabilizzarsi delle condizioni meteorologiche ha finalmente permesso una graduale ripresa delle produzioni con rese medie dai 16 ai 20 kg/alveare.
BIOLOGICO – Per distribuzione di imprese biologiche in regione la provincia di Forlì-Cesena è al secondo posto con 1.039 imprese. Quasi un’azienda agricola biologica su due conduce anche un allevamento e nel 50% dei casi si tratta di un allevamento biologico (954 su 2049); le province che si contendono il primato per la maggiore vocazione zootecnica biologica sono Piacenza e Forlì-Cesena. La superficie agricola condotta con il metodo biologico in Emilia-Romagna rappresenta circa 19% della SAU regionale e spicca la maggiore consistenza dei seminativi (sono il doppio rispetto alla media italiana) e la minor incidenza dei prati e pascoli. Per Sau bio la provincia di Forlì Cesena è al quarto posto.
Il report completo con le previsioni e le stime del 2023 e il raffronto con i dati dal 2022 al 2018 sia per le singole province analizzate, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, sia per l’areale Romagna, è disponibile nel sito di Cia Romagna, sezione “annata agraria”: https://emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-2023-volume-completo/
Avvertenza lettura dati: le stime relative alle superfici si riferiscono alla situazione del piantato/seminato per la campagna dell’annata agraria 2022-2023.
Il report sull’Annata Agraria è realizzato attraverso la consultazione di fonti scritte e orali. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso, i curatori del volume si avvalgono di una preziosa rete di agricoltori, cooperative, consorzi,enti,esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici. Questa rete si è consolidata negli anni e i ringraziamenti di Cia Romagna e dei curatori del volume vanno a tutte le persone che dedicano una parte del loro tempo anche per contribuire alla realizzazione di questo lavoro.
La giornata di presentazione dell’Annata Agraria di Cia Romagna nel 2023 è stata articolata in più parti: dopo l’illustrazione dei dati sull’andamento della demografia delle imprese e sulle tendenze delle colture si è svolta la tavola rotonda sul tema “Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola” alla quale hanno partecipato: Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Davide Baruffi, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta della Regione Emilia-Romagna; Pierluigi Randi, Presidente Ampro (Associazione Meteorologi Italiani)eConsulente Tecnico Agenzia ItaliaMeteo; Stefano Francia, Presidente Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna; Maurizio Scaccia, Direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. È stata moderata dalla giornalista Sabrina Sgalaberna.
In conclusione è stato dedicato un momento ai riconoscimenti per la solidarietà ricevuta dagli agricoltori associati Cia da colleghi di altre Cia d’Italia in occasione delle alluvioni del maggio 2023. I lavori della giornata sono stati condotti da Lorenzo Falcioni, vicepresidente di Cia Romagna. Hanno portato i loro saluti il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e la Sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna è intervenuto nel passaggio fra la presentazione degli andamenti e la tavola rotonda.