ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Distrutti capannoni, strutture e coltivazioni

Tornado e grossa grandine: nuova conta dei danni. Cia sta predisponendo alcune proposte da presentare alla Regione su come affrontare le questioni legate alle calamità e per verificare quali interventi si possano attivare

Cia Romagna coi suoi tecnici e con i suoi rappresentanti politici è di nuovo impegnata nei sopralluoghi nelle aziende agricole colpite da quello che si è rivelato essere a tutti gli effetti un torando e dalla grossa grandine. L’ evento climatico catastrofico che ha colpito sabato 22 luglio 2023 il nostro territorio ha causato danni ingentissimi coinvolgendo ancora una volta anche le imprese agricole, con pesanti danni alle strutture, ai capannoni e alle case, oltre che alle coltivazioni con vigne stese e frutteti a terra, così come girasoli e altre colture completamente stese e là dove sono ancora in piedi le piante molti frutti sono caduti a terra.  

Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi al rientro da alcuni primi sopralluoghi svolti in alcune imprese agricole, invita gli agricoltori a prendere contatti con gli uffici Cia per la segnalazione dei danni e delle necessità. L’Organizzazione romagnola si è attivata con Cia regionale e sta predisponendo una serie di proposte da presentare alla Regione per come affrontare le questioni legate alle calamità e per verificare quali interventi possano essere attivati. Misirocchi sottolinea: “È un altro duro colpo alle imprese agricole e al territorio: nelle campagne romagnole la frustrazione sta crescendo sempre di più.  Mentre c’è ancora tanta indeterminatezza sul fronte degli aiuti per i danni dalle alluvioni, le stime sulla riduzione media della Plv che ipotizzavano circa un meno 40% potrebbero peggiorare ulteriormente a fronte dei nuovi eventi”.

Il 22 luglio, come ha specificato agli organi di stampa l’esperto Pierluigi  Randi presidente di Ampro (Associazione Meteo Professionisti), non era chiaro se il violentissimo vento fosse un tornado o una tromba d’aria anche perché avevano subito danni anche alcuni strumenti di rilevazione. In ogni caso Randi per la forza e per i danni causati dal vento in molte aree del ravennate – in particolare Conselice, Alfonsine, Voltana, Savarna, Conventello e Grattacoppa – lo ha definito come l’episodio più grave da almeno trent’anni. La tenuta delle imprese agricole, soprattutto di quelle piccole è sempre più critica. Alle molte aziende che stanno facendo i difficili conti con le conseguenze delle gelate tardive, della siccità, della grandine, e delle recenti alluvioni appunto, si aggiungono quelle colpite da quest’ultimo evento. “In alcuni casi – specifica Misirocchi – c’è chi deve affrontare gli effetti di tutti questi eventi messi insieme”.

Incontro congiunto dei Tavoli Verdi di Ravenna e di Forlì-Cesena

A rischio il sistema agroalimentare della Romagna

Si è svolto il 6 luglio a Campiano l’incontro congiunto dei Tavoli Verdi delle province di Ravenna e di Forlì-Cesena che riuniscono tutte le associazioni locali dell’agricoltura: Cia Romagna, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Terra Viva, Agci, Confcooperative, Legacoop.

Il Decreto legge pubblicato mercoledì, “Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione”, è un passo avanti per impostare la ripartenza, tuttavia le risorse messe in campo, anche per il settore agricolo, sono ancora assolutamente insufficienti rispetto alla portata dell’evento.

Si è ancora lontani infatti dal coprire gli 8,8 miliardi di danni subiti complessivamente dal sistema, di cui 1,1 miliardi a carico dell’agricoltura come riportano le stime della Regione Emilia-Romagna.

La nomina del Commissario è stata un altro passo avanti, ma ora occorre perseguire la strada di una Legge speciale e di una gestione post-alluvione mediante procedure di gestione “straordinarie”, per evitare i rischi di lungaggini e distorsioni. Serve che si riconoscano tutte le tipologie di danno (diretto e indiretto) al 100% attraverso un modello burocratico efficace, quindi veloce e fluido.

Il Sistema agroalimentare della Romagna è terribilmente a rischio, a partire dalla collina e dalla filiera frutticola: il rischio di perdere importanti quote di mercato è concreto, mentre al termine dell’estate le aziende alluvionate prevedono di raggiungere il picco della tensione finanziaria a causa delle produzioni azzerate e dei lavori di ripristino dei terreni e degli impianti comunque obbligati per la continuità aziendale.

Nelle campagne romagnole la frustrazione sta crescendo in attesa dell’evolversi delle norme; ne sono fondamentali almeno due nell’immediato: una moratoria per i mutui omogenea e di almeno 24 mesi e l’azzeramento di contributi e tasse per reagire alla perdita di competitività.

Occorre proseguire con il confronto tra Regione, Enti locali, Governo e Struttura commissariale, nella quale si potrebbe valutare una specifica delega per il settore agricolo, in un rapporto concreto e virtuoso, poiché questa è la precondizione per garantire alle imprese le risposte che le stesse attendono.

Tutte le Associazioni locali dell’agricoltura mettono fattivamente a disposizione del Governo e del Commissario il proprio patrimonio di conoscenza del territorio, delle sue peculiarità e delle esigenze primarie per efficientare gli strumenti e le soluzioni, già messe e che si metteranno in campo, per superare questa grave situazione e garantire la resilienza dell’intero Sistema Agroalimentare della Romagna.

Il cuore grande degli agricoltori associati Cia

Previsti altri carichi di fieno e paglia in arrivo in Romagna da Cia di altri territori

Ora che la fase acuta dell’emergenza è finita e l’attenzione emotiva popolare sui bisogni si è affievolita la grande solidarietà fra gli agricoltori è ancora più preziosa. Non è cessata l’emergenza, ha cambiato volto.

È talmente grande questa voglia di aiutare degli agricoltori che sono previsti altri carichi in arrivo da altre Cia di altri territori per gli agricoltori Cia romagnoli.

“La gratitudine e la riconoscenza nei confronti degli agricoltori di Cia Veneto è immensa”, afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna che ha accolto – insieme al Direttore Alessia Buccheri, al presidente erritoriale Stefania Malavolti ed altri associati – i cinque trattori con oltre cento rotoballe di fieno e paglia a Casola Valsenio per le aziende agricole Cia della Romagna. Si tratta dell’alimentazione per bovini, caprini, ovini e conigli: animali che stavano iniziando a soffrire la fame. Animali che mandati al pascolo, dove le condizioni lo permettono, si perdono perché si spostano in cerca di erba.

Per l’agricoltura, e in particolare l’allevamento, la tematica del fieno e della paglia è stata dirimente da subito nelle zone colpite dalle frane e dalle alluvioni.  Con l’isolamento e le altre difficoltà connesse all’evento estremo la necessità di cibo per gli animali è stata evidente: “Le scorte stanno finendo – specifica Misirocchi –  Veniamo da annate non sovrabbondanti e il primo taglio di questa stagione non è in linea con le aspettative perché il fieno, con le piogge anche in altri parti d’Italia, comincia ad avere qualche problema. Stiamo tutti attraversando un momento particolarmente difficile, ma la solidarietà manifestata da colleghi di altri territori non colpiti dalle alluvioni, ma non per questo senza difficoltà, dimostra il cuore grande degli agricoltori. Hanno una grande voglia di aiutarci”.

Misirocchi ringrazia anche Cia Nazionale che da subito ha aperto una raccolta fondi per i bisogni degli associati emiliano-romagnoli.

Duecento i partecipanti in presenza all’Assemblea di Cia-Agricoltori Italiani

Il punto sul dopo-alluvione, le preoccupazioni, la ripartenza e la ricostruzione coi vertici nazionali, regionali e locali

Cia-Agricoltori Italiani ha scelto di incontrare a Faenza, zona fra le più colpite dalle alluvioni, gli associati di tutta la Romagna: dalle colline e dalle pianure di Ravenna, a quelle di Forlì-Cesena e di Rimini circa duecento le persone in presenza e circa quattrocento le visualizzazioni nel canale YouTube.

Uno degli obiettivi dell’Assemblea di Cia del 9 giugno è stato quello di illustrare in tempo reale i primi provvedimenti del decreto emergenziale e riportare l’esito della Consulta agricola regionale svoltasi la mattina stessa del 9 giugno.  Oltre ad aver approfondito le misure relative alle agevolazioni esistenti, i vertici di Cia-Agricoltori Italiani hanno sottolineato quali siano le aspettative in prospettiva ed hanno messo in evidenza il lavoro fatto dall’Organizzazione nei tavoli istituzionali dedicati e quello svolto con le istituzioni fatte venire sul territorio direttamente per far vedere loro le situazioni in cui si trovano le imprese agricole colpite.

Presenti i vertici Cia dei livelli nazionale, regionale e romagnolo: il presidente di Cia nazionale, l’emiliano-romagnolo Cristiano Fini e il direttore Maurizio Scaccia; il presidente di Cia regionale, il romagnolo Stefano Francia e il direttore Gianni Razzano; il presidente e il direttore di Cia Romagna, Danilo Misirocchi e Alessia Buccheri.

In particolare è stata sottolineata l’urgenza dei decreti attuativi, la necessità di altri provvedimenti, di una legge speciale per l’agricoltura e la nomina del Commissario. Occorre snellire la burocrazia e renderla non vessatoria sulle imprese che devono ripartire, ricostruire, re-investire. Tra le questioni che preoccupano molto e sulle quali occorre pensare e lavorare Cia ha messo in evidenza:

  • la collina, per la quale lo spopolamento da rischio diventa realtà se non si interviene subito e con un approccio ridisegnato. Non si può rifare come era prima delle alluvioni, non funzionerebbe.  
  • La filiera ortofrutticola, a rischio scomparsa: già provata da gelate e, ironia della sorte, da siccità. Perdere questa filiera significa perdere l’indotto e perdere tutti.
  • Creare le condizioni affinché nel caso in cui si dovessero ripetere eventi simili, le conseguenze e i danni possano essere molto limitati e più contenuti rispetto a quanto accaduto. Questo perché Il fatto che siano stati eccezionali non esclude il loro riverificarsi.

L’obiettivo – ha ribadito Misirocchi – è creare le condizioni per salvare tutte le aziende, vogliamo riuscirci”.

L’Assemblea del 9 giugno 2023 è sul canale YouTube di Cia Romagna al seguente link: https://www.youtube.com/@cia-agricoltoriitalianirom736/streams

Alluvione: agricoltori danneggiati e solidali Il racconto di due soci Cia della zona di Alfonsine

Nessuno è attrezzato per fronteggiare da solo un evento estremo di tale portata eccezionale ripetutosi due volte a Faenza e in Bassa Romagna nel giro di dieci giorni. In questa tragedia si è creata una forte sinergia fra gli agricoltori e i  consorzi di bonifica dei territori di riferimento, “figlia delle collaborazioni che abbiamo tutti gli anni dai consorzi quando occorre irrigare – affermano gli imprenditori agricoli Mirco Quattrini e Massimo Missiroli – Ci aiutano e insieme si decide dove mandare più o meno acqua. Stavolta l’abbiamo capito tutti che i consorzi sul territorio sono una presenza fondamentale”.

In tutto il territorio romagnolo ha preso vita una forte alleanza fra gli agricoltori e i rispettivi consorzi di bonifica per gestire l’evento eccezionale e contenere i danni: gli agricoltori, danneggiati e non, hanno messo a disposizione sé stessi, i loro mezzi e dove è servito anche i loro campi.

In questo articolo riportiamo attraverso il racconto di Mirco Quattrini e Massimo Missiroli, associati Cia Romagna, la storia della zona di Alfonsine, una storia diffusa in tutto il territorio romagnolo colpito dalle alluvioni, qui come in altri comuni della Bassa Romagna e oltre fino a Reda, a Savarna e ancora in tanti altri delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Nell’alfonsinese 50 trattori e una ventina di pompe degli agricoltori del luogo, e non solo, lavorano in sinergia con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.

“I danni ce li siamo tenuti nelle campagne, ci siamo messi a disposizione noi e i nostri mezzi, sacrificato i nostri campi per salvare i cittadini di Alfonsine”, queste le parole di Mirco Quattrini, probabilmente uno degli agricoltori più giovani della zona di Alfonsine, 36 anni, titolare di un’azienda agricola di circa 250 ettari (pomodoro da industria, bietole, cereali, vigneti) che per oltre il 50% è andata sotto metri di acqua. Con lui il collega Massino Missiroli, che non ha avuto danni dall’alluvione, e che spiega che fin dall’inizio delle allerte hanno tenuto monitorata la situazione dei canali, sempre in sinergia con il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale e sotto le sue direttive. Gli agricoltori conoscono molto bene il territorio e la rete degli scoli “e visto l’aggravarsi della situazione, in una mezza giornata insieme al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale abbiamo messo in piedi una grande squadra operativa di agricoltori, trattori, bracci telescopici, idrovore, lungo il circondario alfonsinese per gestire l’acqua e contenere i danni”, specificano Quattrini e Missiroli. Gli agricoltori hanno operato in stretta sinergia con i tecnici del Consorzio: man mano che arrivava acqua la ributtavano dentro il canale. “Tutti i colleghi agricoltori ci hanno seguito, tutti hanno messo a disposizione i loro mezzi e sicuramente abbiamo salvato il centro di Alfonsine. Le idrovore sono arrivate anche dai nostri amici e colleghi ferraresi, da Longastrino, Anita, Comacchio: le chiamano “frati” e le usano per irrigare”, sottolinea Quattrini. Missiroli specifica: “Abbiamo tentato tutte le strade possibili per portare l’acqua verso il mare. Pompiamo acqua dai terreni e la trasferiamo nel Canale dei Molini, che si utilizza in genere per l’irrigazione, che è libero e non toccato da acque particolarmente violente”.

Come anticipato, sono circa una cinquantina i mezzi agricoli dislocati fra lato Est e lato Ovest di Alfonsine e circa una ventina di pompe al lavoro. Il lato est riguarda Fosso Munio, Fosso Vecchio e Fosso Vetro. Il lato Ovest zona Fiumazzo. Strategico in questo momento è il Canale dei Molini: viene presa dal piano di campagna l’acqua straripata dal Santerno lato destro che scende per le campagne e ha esondato i canali di bonifica e viene traferita nel Canale dei Molini. Da qui va direttamente nel Destra Reno, più a valle del punto critico dell’idrovoro Tratturo, senza quindi creare criticità a livello di immissione di queste acque nello scolo principale che va al mare che è il Destra Reno.

I mezzi per pompare l’acqua sono stati collocati in un punto strategico a circa un km in linea d’aria dalla cassa di espansione di Alfonsine: “Se l’acqua fosse arrivata lì sarebbe risalita su per le fognature e il centro di Alfonsine avrebbe potuto essere pesantemente compromesso: capito il problema è partito il contenimento e il reindirizzamento verso i canali”, spiegano Quattrini e Missiroli. Professionalità, tempestività ed efficienza sono state le caratteristiche di questa grande operazione: “Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze e i mezzi con sistemi di precisione, satellitari e trattori 4.0 – sottolinea Quattrini – Non siamo in dirittura d’arrivo ma il picco lo abbiamo scavallato. Sono fiducioso”.

Ancora emergenza

L’alluvione si è aggiunta agli eventi calamitosi di questi anni: il rischio è di perdere la filiera ortofrutticola con ripercussioni anche sull’indotto

L’evento calamitoso che ha colpito il territorio romagnolo ha provocato danni ingenti: centinaia e centinaia di frane in collina nel ravennate e nel forlivese-cesenate, ed esondazioni con allagamenti in pianura nel ravennate hanno isolato aziende, interrotto o distrutto strade, spazzato via coltivazioni determinando perdita di case, capannoni, mezzi, prodotti, frutteti e vigneti.

La situazione è drammatica. Il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, sottolinea: “Il susseguirsi degli eventi eccezionali di questi anni – siccità, grandinate, gelate tardive con l’aggiunta dell’alluvione – mette a rischio l’agricoltura specializzata, la filiera ortofrutticoltura, con ripercussioni anche sull’indotto”.

Cia Romagna specifica che questa situazione straordinaria ha bisogno di un provvedimento speciale del Governo in tempi urgenti per destinare fondi finalizzati al risarcimento dei danni e avviare gli interventi necessari per intraprendere il prima possibile il ritorno alla normalità delle persone, delle comunità e delle imprese. Misirocchi ribadisce inoltre la necessità della semplificazione burocratica perché anche nella gestione del territorio l’eccessiva burocrazia porta spesso a rallentamenti o blocca gli interventi necessari.

Cia Romagna evidenzia poi che la pulizia delle aree fluviali deve essere fatta e deve procedere con fermezza seguendo le indicazioni delle competenze tecniche, non condizionamenti ideologici/ambientalisti. “Gli alvei dei fiumiservono per far passare l’acqua.I danni ambientali di un’alluvione sono esponenziali rispetto a quelli presunti delle pulizie degli alvei dei fiumi”, precisa Misirocchi.

Cia Romagna è stata impegnata nellevisite ad alcune aziende con il presidente nazionale Cristiano Fini, il presidente regionale Stefano Francia e il direttore regionale Gianni Razzano, ed anche negli incontri con le altre organizzazioni di rappresentanza e le istituzioni. “Apprezziamo il lavoro che si sta facendo insieme, come rappresentanze, e insieme alle istituzioni – sottolinea Misirocchi – Riteniamo molto positiva la volontà di fare squadra espressa da tutti i componenti del Governo e dell’Opposizione ai vari livelli e ribadita anche negli incontri del 10 e 11 maggio avuti con la Regione e con i parlamentari eletti in Emilia-Romagna”.

Cia Romagna continuerà a seguire l’evoluzione degli eventi e ad essere vicina agli associati e a supportarli nelle esigenze che si manifesteranno e proseguirà il coordinamento ai vari livelli dell’Organizzazione, dal locale al nazionale, per raggiungere gli obiettivi condivisi.

Primo Maggio, grande festa con l’agricoltura in piazza a Santarcangelo

Santarcangelo di Romagna torna l’Agricoltura in piazza per festeggiare il lavoro. Si rinnova lunedì 1° maggio la tradizionale iniziativa promossa da Cia Romagna, appuntamento dedicato non solo ai rappresentanti del settore agricolo, ma anche a famiglie, giovani, bimbi e nonni per passare una giornata insieme.

Si parte verso le 10.30 con l’imponente corteo dei mezzi agricoli nelle vie del centro di Santarcangelo fino a piazza Gramsci, dove i trattori resteranno in mostra. Fra giganti tecnologici moderni e mezzi d’epoca, bambini e appassionati potranno ammirare e vedere da vicino i modelli.

Alle 11 sul palco di piazza Ganganelli porteranno il loro saluto il vicepresidente vicario di Cia Romagna Lorenzo Falcioni, il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il dirigente di Cia Emilia-Romagna Antenore Cervi (nipote di uno dei sette fratelli partigiani) e la sindaca Alice Parma.

Come ogni anno la piazza principale di Santarcangelo sarà il cuore della manifestazione, ospitando sin dal mattino il mercato agricolo “I sapori della nostra terra” con gli stand dei produttori locali, ciambella e vino per tutti, animazione per i più piccoli e giochi con il ludobus Scombussolo. L’atmosfera gioiosa di una festa campestre sarà ricreata dalla musica classic-folk romagnola del duo femminile Emisuréla, con il violino e la fisarmonica delle sorelle faentine Anna e Angela De Leo.

A pranzo, dalle 13, si potrà mangiare sulle panche e le tavolate in piazza portandosi la propria “ligaza” (fatta magari con i prodotti acquistati al momento al mercatino agricolo), per poi proseguire ancora in musica.

Viticoltura tra problematiche e prospettive future

Flavescenza dorata: le proposte di Cia e le opportunità della ricerca

Molto partecipata la serata organizzata da Cia Romagna il 13 aprile a Lugo (Ra), dedicata alla viticoltura. Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi e Stefano Folli, presidente del Consiglio Territoriale di Cia Romagna della zona Bassa Romagna, hanno messo in evidenza la vocazione vitivinicola del territorio e le sfide in essere. Gli interventi successivi hanno approfondito le problematiche legate alla presenza della flavescenza dorata, ma anche le prospettive future se guidatida scienza e ricerca in un lavoro che può essere solo di squadra. Con una consapevolezza: la riduzione importante di fitofarmaci può realizzarsi con la costituzione di varietà più resistenti a fitopatologie e cambiamenti climatici, con meno necessità in termini di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Niente di diverso da quello che si è fatto per secoli, perché quello che si coltiva è il risultato della selezione umana, ma con strumentazioni e metodi di ricerca innovativi e all’avanguardia. Ricerca, sperimentazione e innovazione genetica (non si tratta di Ogm) sono la strada per garantire la produzione in un’ottica di “sostenibilità completa”: ambientale, sociale, umana ed economica.

L’attenzione di Cia sull’andamento della flavescenza dorata è stata sempre elevata e lo ha messo in evidenza anche Alberto Notari, vicepresidente di Cia Emilia-Romagna, a conclusione dei lavori. L’azione sindacale svolta a tutti i livelli dell’Organizzazione ha portato, nel settembre 2022, all’istituzione di una cabina di regia regionale per la grave situazione che interessa numerose imprese in Emilia-Romagna. Le richieste di Cia alle istituzioni riguardano l’aspetto normativo, quello delle molecole e quello economico. Sul piano normativo si è raggiunto un aumento delle tempistiche dei diritti di reimpianto a 6 anni e una riduzione dell’impegno Ocm da 10 a 5 anni. Dal punto di vista scientifico il Masaf, su spinta della associazioni di categoria, ha chiesto al Ministero della Salute di poter impiegare, in via del tutto eccezionale, alcune molecole non più utilizzabili (Clorpirofos e Thiamethoxan) uniche ad aver effetto sullo Scafoideo che è il vettore della malattia. La risposta però non è ad oggi pervenuta. La Legge finanziaria 2023 ha previsto un fondo di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 a ristoro delle imprese agricole colpite da flavescenza dorata della vite. Inoltre, data la gravità della situazione è stato richiesto ad enti pubblici e privati di intervenire anche sulle viti americane presenti su aree non agricole.

Per contrastare la grave malattia sono fondamentali l’informazione e la sensibilizzazione dei produttori e non solo; conoscerne e riconoscerne i sintomi; mettere in pratica le indicazioni per la lotta obbligatoria, compreso l’estirpo immediato delle piante infette; “fare le cose assieme”: pena la scomparsa dei vigneti con tutto quello che ne conseguirebbe per le aziende agricole, la filiera e l’indotto, per un comparto che rappresenta uno dei petali importanti del fiore all’occhiello agroalimentare del made in Italy.

Di questo hanno parlato Daniele Rossi, responsabile agronomico Cantina dei Colli RomagnoliTerre Cevico e Alberto Notari. Marco Nannetti, presidente di Terre Cevico, ha illustrato il nuovo consorzio Vitires (di cui è presidente). Misirocchi ha sottolineato l’apprezzamento di Cia per questo consorzio che unisce diverse componenti del mondo cooperativo per un interesse comunela ricerca – e rappresenta il 70% della produzione regionale e l’11% di quella nazionale.

Giovanni Nigro, responsabile filiera vitivinicola di Ri.Nova, braccio operativo di Vitires, ha presentato il percorso scientifico e tecnico del prezioso lavoro sulla ricerca di nuove varietà tolleranti a diverse patologie e criticità ambientali che a breve potranno essere coltivate in Emilia-Romagna. I risultati sono ottimi. “Questo comporterà la possibilità di avere un’ulteriore riduzione dell’impatto ambientale nella coltivazione della vite – precisa il presidente Misirocchi – confermando quanto sostiene da tempo Cia, ovvero che verso un futuro green si arriva passando dalla scienza”.

Stefano Francia con il sottosegretario D’Eramo in visita in alcune aziende romagnole

Presente anche Mirko Tacconi, responsabile Caa di Cia Romagna

“Gelate, occorrono strumenti di gestione del rischio che oggi sono sempre più integrati, anche se sulla parte passiva  (polizze assicurative) serve una maggiore integrazione”. È quanto ha rimarcato il presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia-Romagna, Stefano Francia, nel corso di un incontro con il sottosegretario di Stato al Ministero dell’’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste  Luigi D’Eramo in visita ad alcune realtà produttive della Romagna.

Francia, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, nei giorni scorsi ha accompagnato D’Eramo in visita ad alcune realtà romagnole, tra cui l’azienda Fratelli Villa di Villafranca, un punto di riferimento del settore ortofrutticolo con 70 ettari di coltivazioni, da sempre specializzata nella produzione e commercializzazione all’ingrosso di frutta nella provincia di Forlì. In rappresentanza di Cia Romagna era presente Mirko Tacconi, responsabile del Centro assistenza agricola (Caa) della Cia della Romagna.

“Siccità e gelate primaverili stanno mettendo in seria difficoltà l’azienda e tante altre del comprensorio – ha segnalato Francia al Sottosegretario – e gli agricoltori hanno lamentato da più parti la pesante situazione. La Legge 102 che interviene sulle calamità naturali – ha aggiunto Francia – va inquadrata come paracadute che, per quanto piccolo, permette alle aziende di continuare l’attività imprenditoriale”.

Le recenti gelate tardive del 5 e 6 aprile hanno provocato anche in Romagna pesanti danni. Molte aziende, seppure a macchia di leopardo, si trovano a fare i conti con un fenomeno di portata così impattante per il terzo anno su quattro. Gli uffici di Cia Romagna stanno prendendo in carico le segnalazione danni che gli agricoltori hanno avuto e ricordano ai soci che non l’avessero ancora fatto di contattare il proprio ufficio di riferimento. “La segnalazione – spiega Tacconi – è presupposto per la possibilità di avere eventuali risarcimenti su questo evento catastrofale attraverso il nuovo fondo Agricat”.

Cia 17 aprile 2023 – visita all’azienda F.lli Villa – Fo
Cia 17 aprile 2023 – Francia incontra il sottosegretario D’Eramo – Fo

Agricoltura alle prese di nuovo con le gelate notturne

Nel ravennate in Bassa Romagna le temperature più basse: fino a – 6°C nella notte fra il 5 e il 6 aprile a Bagnacavallo e Conselice. Nell’area di Ravenna fino a -4°C; nel faentino e colline da -2°C a -4°C; nel forlivese fino a -3,5°C. Tanta la preoccupazione per le prossime notti con previsioni ancora sotto lo zero

Dopo la grandinata di domenica 2 aprile che in Romagna ha colpito in modo importante soprattutto il ravennate e in particolare Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola e Lugo siamo alle prese, di nuovo, con le gelate notturne. Il cambiamento climatico produce i suoi effetti. Rispetto al periodo stagionale in cui siamo l’anomalia della grandinata riguarda la sua intensità e la sua durata. Venendo alle gelate, la notte fra il 5 e il 6 aprile è stata caratterizzata da temperature molto sotto lo zero fino anche a -6°C. Seriamente preoccupato per le aziende e gli agricoltori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna: “Con il rilevamento dei danni in corso la sensazione è che gli effetti di queste gelate siano ancora più devastanti di quelle del 2020 e del 2021. Vedere così tanti fiori, frutticini e germogli bruciati è un segnale inquietante  – afferma Misirocchi – Si tratta comunque del terzo anno su quattro caratterizzato da un fenomeno di portata così impattante. Specialmente in alcune zone della Bassa Romagna, del faentino, in parte del ravennate e del forlivese ci sono stati danni importanti. Si tratta di un’altra batosta per un settore che, come gli altri, sta facendo i conti con l’inflazione, la crisi energetica, le difficoltà legate alle tensioni dei mercati internazionali per un’agricoltura che produce molto per l’esportazione”. Il presidente Misirocchi sottolinea poi che la situazione è ancora più complicata “perché a tutti gli effetti è più difficile assicurarsi in quanto le Compagnie stanno disinvestendo, mentre la copertura del rischio è un elemento importante per qualsiasi attività economica”. In merito ai sistemi di difesa attiva – antibrina, ventole, bruciatori – alcuni risultati ci sono stati e Cia Romagna esprime apprezzamento per gli sforzi della Regione Emilia-Romagna che attraverso i bandi per questo tipo di intervento cerca di venire incontro al settore. “Sono sistemi che si stanno diffondendo e questo è positivo. Si tratta però di una strada complicata e costosa e ci sono diverse criticità ancora da risolvere”, precisa Misirocchi. Alcuni andamenti nelle varie zone della Romagna Zona Ravenna – Temperature sotto zero già dalle 22 del 5 aprile: dai – 2 ai – 3 per i territori di Russi e San Pietro in Vincoli; zona di Mezzano – 4. Zona faentino e colline – fino a -4°C. Verso la collina sia a Faenza sia a Riolo Terme si segnalano danni verso il fondovalle, mentre nelle parti più alte il termometro non è andato sotto lo zero. Così nel casolano: danni probabili nelle parti basse dove si è arrivati a – 2°C. Zona Bassa Romagna – A Bagnacavallo sono state segnalate zone fino a -6°C con danno totale. Colpite dal gelo anche Cotignola e Barbiano da -2°C a -4°C con danni al momento stimabili fra il 30 e il 50%, ma si potrà avere una valutazione più precisa nelle prossime ore. Area San Bernardino circa -3,5°C, con danni sui vigneti. Nell’area di Voltana temperature fra -2°C e -3°C. Area Alfonsine -3.5°C con una perdita approssimativa per i vigneti intorno al 30%. Area Conselice -6°C. Zona Forlì – Le temperature minime sono state tra -3°C e -3,5°C. È in corso la valutazione dei danni: nei frutteti con protezione i danni al momento sembrano minimi, in quelli senza protezione probabilmente sono ingenti. Sono in corso le verifiche e solo nei prossimi giorni si avranno dati più certi.

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