ROMAGNA

NOTIZIE IN PRIMO PIANO ROMAGNA

Il Cardo di Cervia su Rai1, domenica 12 gennaio

Linea Verde Rai1 domenica 12 gennaio dalle 12.20 – Anche il Cardo di Cervia dell’azienda Fiori Giuseppe, associata Cia Romagna, protagonista del percorso intrapreso da Ingrid Muccitelli e Beppe Convertini lungo le vie del sale.
I conduttori televisivi, infatti, si ritroveranno anche nella “giungla” di cardi, che grazie alla sabbia salmastra diventano dolci e croccanti. Le riprese nell’azienda Fiori sono state realizzate il 29 novembre 2019. La coltivazione, nella nostra regione, ha il suo cuore qui in Romagna.

Da Ravenna, Beppe Convertini inizierà il suo viaggio, che dalla Basilica di San Francesco, dove svelerà il mistero legato ai resti mortali del Sommo Poeta, giungerà a Classe, prima tappa lungo l’antica via del sale, nella bellissima Chiesa paleocristiana di Sant’Apollinare.
Ingrid Muccitelli invece, sarà nelle saline del Parco di Cervia dove migliaia di fenicotteri hanno stabilito la loro dimora permanente. Anche Ingrid durante il suo viaggio parlerà di sale, della sua produzione e delle sue innumerevoli proprietà.
Dai racconti di Beppe sul sale sacro, simbolo dell’alleanza con Dio, si passa a quelli di Peppone Calabrese che ne decanterà le lodi in ambito culinario. Gli utilizzi sono i più vari ed eclettici: dal gelato ai cappelletti.
Beppe e Peppone, si incontreranno in una fattoria di animali, per imparare l’arte antica ma ancora attuale della salatura legata alla conservazione dei cibi. Ingrid si ritroverà invece in una “giungla” di cardi, che grazie alla sabbia salmastra diventano dolci e croccanti. Il viaggio si concluderà con un peeling al sale, e poi tutti al mare a respirare iodio!

Cia Romagna in TV – Agrilinea, il talk show su lupi, zootecnia e aree urbane

Il talk show “Lupi confidenti: impatto sulla zootecnia e sulle aree urbane” è in programma: venerdì 10 (ore 21, canale 86), sabato 11 (ore 18, canale 74) e domenica 12 gennaio (ore 21, canale 14). Al talk show ha preso parte Stefania Malavolti, coordinatrice Donne In Campo Romagna. La Malavolti (a sinistra nella foto) ha illustrato la proposta di riforma della Legge 157 avanzata da Cia e ha portato la sua testimonianza di allevatrice sulla situazione e sulle problematiche relative alle incursioni dei lupi, questioni aperte che condivide con altri colleghi agricoltori e non solo.

Mirco Bagnari subentra a Fabrizio Rusticali

Cia Romagna ha presentato il nuovo Direttore nel corso dell’ultima Direzione del 2019

Cia Romagna ha scelto Mirco Bagnari come nuovo Direttore dell’Associazione e lo ha presentato nel corso dell’ultima direzione del 2019, svoltasi il 19 dicembre. Dicembre, un mese significativo in maniera ricorrente per Cia: è stata fondata in questo mese nel 1977 e, due anni fa, il 14 dicembre 2017, nel nostro territorio ha avviato la sua dimensione “Romagna”.

Mirco Bagnari assumerà ufficialmente l’incarico all’inizio del 2020. Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi sottolinea: “La scelta è ricaduta su Bagnari per le sue molteplici attività di organizzazione e coordinamento delle risorse umane e delle strutture operative svolte fino ad ora e per le sue consolidate capacità relazionali e comunicative. Conosce le dinamiche dell’associazionismo e ha sviluppato solidi rapporti con gli enti e le strutture territoriali; l’agricoltura è stata frequentemente al centro della sua attività”.

Gli anni dedicati alla politica – da sindaco del Comune di Fusignano, all’esperienza dell’Unione della Bassa Romagna fino all’attività di consigliere nell’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna – hanno rafforzato le sue doti e gli hanno permesso di approfondire le conoscenze anche relativamente al mondo agricolo. Le sue azioni hanno interessato vari comparti del settore (cerealicoltura, castanicoltura, apicoltura, industriali, officinali) e varie tematiche connesse, come ad esempio eventi climatici, questioni fitopatologiche, consorzi di difesa, confidi, Pac. Grazie al lavoro svolto su questi temi, nel dicembre 2017, Bagnari è stato nominato membro della “Accademia Nazionale di Agricoltura”, istituzione che, fin dal 1807, promuove la conoscenza scientifica relativa all’agricoltura e agli ambiti ad essa connessi.

“L’idea che mi sono fatto in questa prima fase di approccio e conoscenza e per entrare a far parte del sistema Ciaspiega Mirco Bagnariè di un’Associazione dinamica e di grande serietà, con una grande volontà di partecipazione diffusa e di condivisione. Credo ci saranno molte cose da costruire insieme. Dovremo rendere circolare l’informazione e il lavoro: lavoreremo insieme, e insieme agli associati, e cercheremo di ridefinirci tutti quanti per essere al passo con i tempi e all’altezza delle esigenze dei soci Cia in un’epoca di trasformazioni complicate, ma anche assai stimolanti per l’economia e, soprattutto, per l’agricoltura”.

Bagnari, subentra a Fabrizio Rusticali, che da tempo aveva annunciato l’intenzione di fare posto ad altri per raggiunti requisiti di pensionabilità. Rusticali, direttore di Cia per 17 anni (15 anni di Cia Ravenna e 2 di Cia Romagna), fra i numerosi altri obiettivi e progetti, ha accompagnato il percorso di fusione fra le Cia provinciali di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini che ha portato l’Organizzazione a diventare Cia Romagna.

Profondamente sentiti i saluti e i ringraziamenti rivolti a Rusticali dai dirigenti di Cia-Agricoltori Italiani, con in evidenza tanti meriti a lui riconosciuti nell’affrontare ogni nodo, questione, problematica, progetto con massima professionalità, competenza, disponibilità, passione, dedizione e con stile ed eleganza, tutti elementi che lo contraddistinguono come persona e come professionista, come ha tenuto a sottolineare il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi.

Rusticali, dal canto suo, esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto in tutti questi anni e calorosamente dimostrato da parte di tutti in questa sua ultima Direzione, ha messo in evidenza che a fronte di una decina di pensionamenti sono stati stabilizzati una quindicina di giovani: “Giovani braviafferma Rusticaliai quali auguro di poter lavorare con passione, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, con la voglia di confrontarsi e di mettersi in gioco per costruire ciò che serve per portare al successo che merita Cia Romagna insieme al nuovo direttore Mirco Bagnari”.

I giovani imprenditori agricoli a Gattatico il 13 dicembre

“Innovare la cerealicoltura italiana: lo smart farming dei giovani imprenditori agricoli” titolo e tema dell’evento conferenza promosso da Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia, e in programma a Gattatico (Reggio Emilia) all’Istituto Alcide Cervi “Casa Cervi” (Via Fratelli Cervi, 9) venerdì 13 dicembre dalle ore 10.

Dopo i saluti di benvenuto da parte di Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna, l’apertura dei lavori sarà a cura di Luca Trivellato, vicepresidente nazionale Agia.

Alle 10:15 spazio a “Innovazioni e produzioni cerealicole”: Valeria Villani, presidente Agia Emilia-Romagna e Carmelo Allegra, presidente Agia Sicilia, relazioneranno, invece, sui risultati del gruppo di lavoro dedicato.

Con la moderazione di Pietro Torresan, docente a contratto al Politecnico Milano, interverranno a seguire: Valeria Villani, presidente Agia Emilia-Romagna su “Digitale + tecniche agronomiche + esperienza = una nuova gestione del campo”Simone Agostinelli, Sustainable Farming Professional Barilla Spa su “Produttori e mercati: borsa merci”; Marco Bergami, membro comitato prezzi Borsa merci di Bologna già presidente Cia Bologna su “Produttori e mercati: borsa merci”, mentre Giuseppe Mecca, presidente Agia Basilicata relazionerà in merito allo “Studio di Caso Cooperativa Sviluppo Agricolo del Vulture” . Infine Marco Bettiol, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali Università di Padova parlerà di“Smart farming”.

Alle 12:15 la tavola rotonda “Innovare insieme” moderata dalla giornalista di Terra e Vita, Mary Mattiaccio. Parteciperanno: Antonella Incerti, XIII Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati; Aproniano Tassinari, presidente nazionale UNCAI; Alessandro Squeri, presidente Giovani Federalimentare; Marco Pirani, presidente PROGEO  e Stefano Francia, presidente nazionale Agia-Cia.

Le conclusioni alle 13:30 vedranno intervenire Antenore Cervi, presidente Cia Reggio Emilia.

Il divieto della Ue sarà un disastro per il settore

L’Unione europea ha decretato il divieto di utilizzo dell’unico principio attivo efficace per combattere la cimice asiatica, uno fra i parassiti più temuti dagli agricoltori, che colpisce frutteti ed ortaggi, in particolare, ma non solo.  Il fatto ancor più grave è che non ci sono attualmente valide alternative al chlorpyrifos-methyl per una difesa efficace delle piante attaccate dalla cimice asiatica e per il prossimo anno i frutteti rischiano di essere irrimediabilmente compromessi.

“Sarà un disastro per il settore se non verrà attivata una deroga – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Per gli agricoltori romagnoli, e per l’indotto, già il 2019 è stato molto difficile e oneroso, anche a causa dell’aumentata presenza della cimice asiatica e dei suoi devastanti effetti sulle produzioni”.

Anche se prenderà il via la sperimentazione con la vespa samurai, passerà almeno un anno per vedere gli effetti positivi dell’antagonista.

“Tempi biblici che i produttori non si possono permettere – sottolineano Misirocchi e il presidente di Cia regionale Cristiano Fini – Non siamo contrari alla dismissione di principi attivi, ma senza altre proposte di mezzi di difesa alternativi al chlorpyrifos-methyl, i produttori saranno costretti ad estirpare le piante, compromettendo il loro reddito e mettendo a repentaglio un patrimonio frutticolo di qualità”.

Cia-Agricoltori Italiani Romagna auspica che sia possibile attivare una deroga nazionale per affrontare almeno la prossima annata ed evitare il tracollo del settore. Anche il Copa Cogeca, l’organismo che raggruppa le cooperative europee, si è espresso contrario a questo provvedimento. Per Misirocchi e Fini è necessario che il governo nazionale avvii una negoziazione con Bruxelles al fine di porre rimedio a questa decisione che potrebbe innescare risvolti economici nefasti per il settore ortofrutticolo.

Cia Romagna impegnata nell’orientamento agli studenti

In Fiera a Forlì per “Futuro al lavoro” e a Ravenna per l’open day dell’Istituto Tecnico Agrario “Perdisa” 

Cia Romagna ha partecipato al progetto del Comune di Forlì, promosso in collaborazione con l’Ufficio Scolastico di Forlì-Cesena e la Provincia di Forlì-Cesena “FUTURO @L LAVORO – Salone dell’orientamento”, rivolto ai ragazzi delle Scuole Medie e Superiori. La due giorni si è svolta in Fiera a Forlì il 22 e il 23 novembre. Cia Romagna, unica professionale agricola ad avere aderito al progetto, era all’interno del padiglione Agrifood e qui ha potuto incontrare gli studenti e spiegare loro di cosa si occupa Cia e quali attività svolge, nell’ottica di un possibile sbocco professionale post superiori. Allo stand si sono alternati e affiancati Elisa Maraldi, Mirko Tacconi, Marco Paolini, Alessia Buccheri e Jenna Carlucci insieme ad altri colleghi degli uffici Cia di Forlì.

Sempre nel contesto dell’evento, Agia Romagna ha organizzato un incontro tra gli imprenditori agricoli e gli studenti del 4°- 5° anno delle superiori. Vi hanno partecipato come relatori Matteo Pagliarani, coordinatore Agia Romagna; Luca Casadei della Società agricola Casadei di Forlì, Mirko Lucchi della società agricola Lucchi di Cesena. Tema dell’incontro “L’imprenditorialità agricola del domani: incontro diretto con giovani imprenditori agricoli”. Matteo Pagliarani ha presentato ai ragazzi Cia e Agia, specificando che dietro all’azienda agricola c’è anche un mondo di servizi all’impresa e alla persona. Ha sottolineato l’importanza della formazione a tutti i livelli ed infine ha raccontato la realtà della sua azienda. Mirko Lucchi ha raccontato il suo percorso, fino all’ingresso nell’azienda di famiglia e ha approfondito la specializzazione della sua azienda nella coltura del ciliegio.

Pagliarani poi ha preso parte, insieme a Danilo Donati, all’open day dell’Istituto Tecnico Agrario “Perdisa” sempre in tema di orientamento al lavoro post superiori. Al “Perdisa”, è in programma un secondo incontro con gli studenti il 14 dicembre.

 

Delegazione canadese in visita a Ravenna

Nella mattinata di venerdì 22 novembre, Stefano Francia, presidente Agia nazionale, ha partecipato ad un incontro promosso dall’assessore alle Attività produttive del Comune di Ravenna, Massimo Cameliani. L’incontro si inserisce nell’ambito delle iniziative sulle quali la Regione Emilia-Romagna è da tempo impegnata per costruire rapporti di collaborazione fra aziende regionali e canadesi. L’obiettivo è quello di fare in modo che anche le colture e i prodotti del ravennate possano trovare nuovi mercati e lavorare per una collaborazione sempre più concreta sulla ricerca scientifica e tecnica. All’incontro era presente una delegazione di imprenditori canadesi del settore agroalimentare accompagnati da funzionari della Regione Emilia-Romagna e da funzionari dell’Ambasciata canadese in Italia.

Il Canada è il Paese con il quale l’Unione Europea ha sviluppato l’accordo bilaterale Ceta. “Il confronto è necessario – sottolinea Francia – Si possono realizzare accordi e definire limiti produttivi studiando le esigenze di entrambi i Paesi. Il prodotto emiliano romagnolo ha enormi potenziali e cercare di aprire nuovi mercati e di consolidare gli esistenti può dare risultati importanti. La Regione sta cercando di percorrere questa strada anche diffondendo l’educazione alla nostra cucina. Abbiamo portato in Nordamerica nei giorni dedicati alla cucina italiana nel mondo i piatti della nostra tradizione e sono serviti anche a far conoscere chi produce le materie prime per quelle ricette: era rappresentata tutta la ‘filiera’. La maniera ideale per far vivere il made in Italy”.

 

“Il futuro dell’agricoltura oltre le mode”, Cia-Agricoltori Italiani Romagna presenta l’Annata Agraria 2019

Un’annata non facile – pur con qualche nota positiva in alcuni comparti – per l’agricoltura romagnola: produzioni ridotte, prezzi non remunerativi, mercati difficili, imprese in calo. E’ stata presentata il 22 novembre A Milano Marittima l’Annata agraria 2019 di Cia-Agricoltori italiani Romagna, nel corso di un convegno a cui sono intervenuti Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, Enrico Caterino, Prefetto di Ravenna, Fabrizio Rusticali, direttore di Cia Romagna, Pierluigi Randi (vicepresidente Associazione Meteorologi Professionisti, Ivano Valmori, direttore di AgroNotizie e di ItaliaFruitNews, Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Emilia Romagna.

Il report, alla seconda edizione in versione romagnola (dopo 31 edizioni ravennati), abbraccia le province di Forlì-Cesena, Ravenna, e Rimini.

La persistenza di un quadro di sostanziale stagnazione dell’economia italiana dall’inizio del 2018 si ripercuote anche sul settore agricolo regionale e romagnolo, che nei primi nove mesi del 2019 continua ad essere in sofferenza. Calano dell’1,7% (al 30 settembre 2019 rispetto a settembre 2018) le imprese agricole in Romagna (15.833 in totale), con diminuzioni più marcate per quelle femminili (-3,1%). Positivo l’incremento di quelle giovani (+6,5%, trainato da Ravenna e Rimini). Calano anche gli occupati in agricoltura (in totale 25400), che pesano per il 5,1% del totale (era il 6,1%).

Esaminando i comparti, spiccano le conseguenze del meteo di quest’anno, con maggio freddo e piovoso, dopo un periodo precedente caldo ed uno successivo con anche tre ondate di calore e maltempo. Ripercussioni su tutte le colture frutticole e sulle varietà estive, in particolare su quelle precoci. La produzione di mele in Romagna è prevista in linea con la media degli altri anni, con buone attese per qualità e prezzi, al netto del maltempo e dell’effetto cimice asiatica. Speranze risposte anche nell’actinidia, pur se il 2019 rappresenta il terzo anno consecutivo di produzione inferiore al potenziale, con una flessione delle superfici coltivate.

Solo l’albicocco complessivamente ha realizzato una produzione abbondante con rese medie superiori del doppio rispetto a quelle del 2018 e prosegue nell’aumento di superficie, in particolare nel ravennate e nel forlivese-cesenate. Le tardive hanno risollevato in parte l’annata per quantità e buona qualità. Prezzi all’origine migliori, anche se comunque bassi: in media intorno a 0,49 Euro/kg, -39% circa rispetto al 2018.

Anche il ciliegio ha vissuto due fasi: una prima disastrosa per le precoci e poi per le tardive una seconda migliore, ma la produzione, pur superiore al 2018, è inferiore al potenziale. Prezzi non idonei a compensare la mancanza di prodotto.

Per la fragola è stata un’annata difficile anche in serra, ma la fragola cesenate ha retto abbastanza bene. Le produzioni sono state in calo del 10-15% anche a causa della monilia generata da bagnature e alta umidità. Quotazioni in generale inferiori al 2018.

Per pesche e nettarine è stata una pessima annata: continua il calo di superficie, la produzione cala, pezzatura ridotta, qualità a volte compromessa da batteriosi o da cimice (in particolare pesca bianca nel riminese). Anche dove si sono registrati raccolti superiori di circa il 10% sul 2018 (forlivese-cesenate), in fase di selezione si sono verificati scarti con mancanza di prodotto per il mercato del fresco.

Il 2019 mette al tappeto le pere, deludenti per il crollo di produzione dovuto alla cascola, alternaria e cimice asiatica. Per la Romagna, che riscontra effetti meno pesanti rispetto ad altre zone, si prevede una perdita generale media di circa il 40% (70% a livello nazionale). La superficie è stabile, mentre a livello nazionale è in calo. I prezzi per l’alta qualità appaiono brillanti, ma manca molto prodotto.

Il susino sembra detenere per il 2019 il peggior andamento in assoluto nel frutticolo romagnolo. Nemmeno l’Angeleno, a differenza degli anni precedenti, riesce a risollevare le sorti di questa coltura. Mediamente la produzione è stata superiore rispetto al 2018 di circa il 30%, con una qualità visiva buona ma qualità organolettica non sufficiente per i gusti del consumatore: si è registrato un sensibile calo dei consumi che ha portato i prezzi all’origine al di sotto dei costi di produzione (0,35 Euro/Kg).

Negativa anche l’annata olivicola. In Romagna è il 90% degli ettari regionali a olivo, il riminese esprime la superficie più ampia. Calo importante di produzione di olive su tutte e tre le province con una flessione media complessiva di circa il 57%. Qualità delle olive buona dove è stata effettuata un’attenta difesa dalla mosca olearia. Nel cesenate ha colpito la cimice asiatica, che potrebbe aver compromesso il 30% del raccolto. Le stime sulla produzione di olio indicano in 235/255 mila i kg previsti, 50% in meno in media rispetto al 2018. Prezzi in flessione.

Castagno, melograno, noce, nocciolo, loto (kaki) registrano un calo produttivo con una qualità dei raccolti buona. Prezzi all’origine inizialmente abbastanza buoni, non ancora per il noce. Oscillanti per le altre colture.

Nel vitivinicolo dopo l’exploit del 2018, con la vendemmia 2019 si rientra nella media produttiva degli ultimi anni. La quantità è minore, ma la qualità è ottima dai colli piacentini alla Romagna, dove gli operatori registrano una produzione nettamente al di sotto di quella record dello scorso anno,  con calo delle rese tra il 25% e il 32%, più accentuato per le uve rosse, mentre l’area emiliana contiene la flessione nel 15%. In Romagna la vendemmia 2019 ha prodotto oltre 4 milioni di quintali di uva per quasi 3 milioni di ettolitri di vino. La parte più consistente della produzione è in provincia di Ravenna, dove su 15.900 ettari coltivati sono stati raccolti 3.279.800 quintali di uva e ricavati 2.267.982 ettolitri di vino. Seguono Forlì-Cesena con 6.145 ha coltivati, 641.360 quintali e 487.435 ettolitri; Rimini con 1.860 ettari, 191.520 quintali e 134.064 ettolitri.

Quella del 2019 in Romagna è una campagna cerealicola deludente: le varietà precoci e medio precoci sono andate abbastanza bene, le tardive hanno riscontrato molti problemi. In particolare nel forlivese-cesenate la collina ha sofferto, specialmente per tenero e duro. In Romagna, il raccolto vede una diminuzione di circa il 4-5% del grano duro sul tenero rispetto al 2018. Nel 2018 è stato seminato più tenero, che prevale sul duro anche nelle semine in corso, che in Romagna sono state realizzate ad oggi per circa il 70%. Il 2019 registra un risultato molto abbondante nella produzione di orzo, con rese anche di 70-80 quintali per ettaro. L’aumento delle semine di orzo è stato spinto dalle quotazioni dello scorso anno. La superficie resta superiore alla media storica almeno del 10% circa.

Fra le oleoproteaginose, il girasole nel 2019 ha registrato un incremento dell’estensione delle coltivazioni in tutta la Romagna, anche se nel ravennate ha un’estensione maggiore. La soia in continua a riscontrare superfici in calo di circa il 10% nel ravennate, sono invece stabili a Forlì-Cesena e in aumento nel riminese. Le superfici a colza seguono un andamento altalenante di anno in anno e non registrano imponenti estensioni di superfici in generale. In Romagna le stime in aumento rispetto all’anno precedente sono state confermate, tranne che per la provincia di Forlì-Cesena che ha dimezzato le superfici rispetto all’anno precedente.  

Colture industriali. In Romagna nel 2019 la superficie dedicata a barbabietola da zucchero è in crescita rispetto all’anno precedente: 1.500 ettari distribuiti per lo più nel ravennate (1.060 ha) e poco oltre i 500 nel forlivese-cesenate. Sotto il profilo quantitativo, i parametri risultano spesso inferiori alle aspettative dei produttori. L’annata è deludente dal punto di vista delle rese in PLV per ettaro. Fortissima la virulenza della cercospora.

Per l’erba medica meno produzione di foraggio per ettaro rispetto alle medie produttive. In crescita nel 2019 la strada del mercato estero: il 75% dell’erba medica disidratata è destinata all’export. In regione si coltiva circa il 50% degli oltre 45.000 ettari complessivi di erba medica in Italia; la superficie di medica regionale è concentrata soprattutto in Romagna. La provincia di Forlì Cesena nel 2019 supera il primato fino allo scorso anno detenuto da Ravenna, con 18.000 ettari coltivati e una produzione di 6.840.000 quintali.

La Regione è una delle principali produttrici di colture da seme in Italia. Nel distretto di Forlì-Cesena si registra in particolare la maggior presenza di ditte sementiere fra le circa 75 complessive presenti in Emilia Romagna, un terzo del totale nazionale. La provincia di Ravenna ha particolare importanza per la riproduzione di sementi orticole: circa il 30% della produzione regionale su una superficie ad ortive da seme di circa 3 mila ettari. Le anomalie climatiche, soprattutto di maggio, hanno influito negativamente sulla produzione di molte specie. Molto positiva invece la stagione per la cipolla, sia ibrida che standard, con rese sopra la media e qualità.

Colture Orticole. La campagna produttiva dei prodotti orticoli, per il fresco e da industria, è stata caratterizzata da una buona resa e una buona qualità fino a settembre 2019, qualche problema qualitativo successivo. Le orticole in genere hanno dovuto fare i conti con il sovrapporsi dei periodi di commercializzazione con le produzioni precoci del Sud e della Spagna. Disagi anche sul secondo raccolto per il protrarsi dell’estate fino a fine ottobre.

Il settore zootecnico è a livello regionale il motore propulsivo dell’economia agricola. In Romagna è la provincia di Forlì-Cesena a contare il maggior numero di allevamenti e di capi: gli allevamenti di suini compresi anche quelli da “autoconsumo” sono 824 (-2,02% sul 2018) per un totale di 80.860 capi (+1,54%); gli allevamenti ovi-caprini, autoconsumo compreso, sono 629 (+19,13%, incremento dovuto quasi esclusivamente all’autoconsumo), per 20.680 capi (+20%); gli allevamenti di bovini da carne 359 (-1,64%) per 12.890 capi (-2,18%); restano 28 gli allevamenti di bovini da latte, per 977 capi (+3,83%); sono infine 276 gli allevamenti di avicoli con più di 250 capi. Il settore suinicolo vede un forte aumento del numero di capi in provincia di Rimini. Gli allevamenti, anche quelli da “autoconsumo”, sono 384 (-9%), ma i capi suini hanno registrato una crescita del 25,13% arrivando a 6.947. La provincia di Ravenna è quella che conta più capi suini (109.789, diminuiti del 3,77%) nei suoi 358 allevamenti (-0,56%) e più bovini da latte (3.814 capi, + 2,55%) in 14 allevamenti.

Il 2019 ha messo in evidenza la gravità degli effetti del cambiamento climatico sull’apicoltura. In Romagna la produzione di millefiori primaverile è stata insignificante e destinata alla sopravvivenza delle famiglie. Produzione totalmente azzerata per il miele di acacia. Per quanto riguarda l’erba medica, o millefiori a prevalenza di erba medica, la produzione è stata molto disomogenea. In alcuni areali le famiglie sono state nutrite praticamente tutto l’anno, con costose nutrizioni zuccherine, con un dispiego di risorse enorme per le aziende.

Nel biologico, al secondo posto delle province con il numero maggiore di operatori dopo Parma c’è Forlì-Cesena con 917 nel 2018 (796 nel 2017). Il comparto gode di buona salute, con segno positivo in tutti i settori: il segmento più importante è la frutta, anche se nel 2019 i più dinamici sono stati quelli dei vini e delle uova e carni fresche. D’altronde in Italia i consumi di prodotti biologici sono in crescita +4% nel 2018 e +1,5% nel primo semestre del 2019, anche se la crescita è in flessione rispetto all’anno  precedente.

Annata Agraria della Romagna 2019

“Il futuro dell’agricoltura oltre le mode”

Venerdì 22 novembre a Milano Marittima (Ra), alle ore 15.30 nella Sala Meeting dell’Hotel Embassy & Boston, Cia Romagna presenta l’Annata Agraria 2019.

“Il futuro dell’agricoltura oltre le mode” è il tema centrale attorno al quale ruoteranno gli interventi dei relatori, dopo l’illustrazione delle tendenze del settore agricolo romagnolo dell’anno in corso. Il report, alla seconda edizione in versione romagnola (ma con alle spalle 31 edizioni ravennati), contiene previsioni e dati del territorio delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, e Rimini.

Apre e presiede i lavori della giornata Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna.

Seguiranno i saluti del Prefetto di Ravenna Enrico Caterino e del Direttore di Cia Romagna Fabrizio Rusticali.

Pierluigi Randi (Vice Presidente Ampro, Associazione Meteorologi Professionisti, Tecnico Meteorologo certificato di Meteocenter s.r.l.), farà poi il punto sulle particolarità meteorologiche e gli eventi estremi accaduti da novembre 2018 a ottobre 2019 (in Romagna era consuetudine far scadere i contratti agrari proprio per San Martino, 11 novembre, momento adatto in quanto dopo la semina il calendario dei lavori agricoli era meno fitto e impegnativo).

L’esposizione dei dati dell’Annata Agraria Romagna sarà a cura di Lucia Betti, Addetta stampa di Cia Romagna che, insieme ai colleghi Giorgia Gianni ed Emer Sani, ha curato l’edizione 2019 dell’Annata Agraria di Cia Romagna.

Seguirà l’intervento del Direttore di AgroNotizie e di ItaliaFruitNews Ivano Valmori (agrotecnico, imprenditore, giornalista): “Basta contrapposizione tra biologico e integrato: la chiarezza che manca”.

La chiusura dei lavori è affidata a Cristiano Fini, Presidente di Cia-Agricoltori Emilia Romagna: “Il Paese che vogliamo”.

L’appuntamento è aperto al pubblico e la partecipazione è gratuita. Per informazioni: tel. 0547 – 26736; cia.romagna@cia.it

L’Annata Agraria di Cia-Agricoltori Italiani Romagna è una fotografia dell’andamento dell’agricoltura locale riguardante il territorio romagnolo, con stime, tendenze e ipotesi previsionali dei comparti e delle colture, dell’anno non ancora concluso, relative alle province di Ravenna, Forlì Cesena e Rimini. Nel 2019 è al suo secondo anno come “Romagna”, realizzata per le precedenti 31 edizioni (pre Cia Romagna) da Cia Ravenna.

Come da consuetudine, la presentazione pubblica si svolge nel mese di novembre, in quanto in Romagna era abitudine far scadere i contratti agrari a novembre, per San Martino, momento adatto perché dopo la semina il calendario dei lavori agricoli era meno fitto e impegnativo. La giornata di presentazione dell’Annata Agraria prevede un momento dedicato all’illustrazione dei dati al quale segue sempre un approfondimento.

Per la realizzazione dell’Annata Agraria, oltre alle fonti scritte, si utilizzano fonti orali. Si realizzano interviste conoscitive ad agricoltori, responsabili e tecnici di diverse Istituzioni (Stacp di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), Enti (Camere di Commercio di Ravenna e della Romagna), Associazioni, Organizzazioni, Cooperative, Consorzi, operanti nel settore e a rappresentanti del mondo agricolo ed economico in generale, esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici. Questa disponibilità rappresenta una preziosa rete di collaborazione.

 

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