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Strategici anche per famiglie e bambini

Le aziende agrituristiche attive in Romagna sono 372 – Le fattorie didattiche 83. Cia Romagna chiede siano tenuti in considerazione nei protocolli regionali e nazionali anche per lo svolgimento dei centri estivi

Dal 18 maggio anche le aziende agrituristiche e le fattorie didattiche della Romagna cercano di ripartire – vista la possibilità di riprendere l’attività di ricezione turistica – rispettando le linee guida di riferimento. Per questo comparto tre i protocolli da rispettare: ristorazione, alloggio, piscina. Queste strutture, in questa estate 2020, sono strategiche non solo per la tradizionale attività di ospitalità, ma anche per le attività dedicate ai bambini, nelle forme dei centri estivi e/o delle settimane verdi.

Questi gli argomenti al centro della videoconferenza organizzata da Cia Romagna sul tema: “Agriturismi post lockdown: quali prospettive per il futuro?”, alla quale ha preso parte anche Andrea Corsini, assessore regionale a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio.

Agnese Ceroni, responsabile per Cia Romagna dell’area agriturismi, igiene alimenti, vendita diretta, ha illustrato la parte tecnica e i protocolli che interessano il comparto, oltre ad altre specifiche interpretazioni per una corretta applicazione delle linee guida.

Tutti i settori sono stati colpiti dall’emergenza Covid-19, ma alcuni in maniera molto più impattante come quello turistico e gli agriturismi. Cia Romagna apprezza lo sforzo della Regione, che ha stanziato circa due milioni di euro a fondo perduto per gli agriturismi al fine di contenere gli effetti del lockdown e ha prorogato i bandi da sette milioni di euro del Psr per la riqualificazione e l’ampliamento delle strutture. L’Organizzazione romagnola chiede inoltre che queste strutture siano tenute nella giusta considerazione in merito alla possibilità di svolgere centri estivi, anche residenziali.

Le aziende agrituristiche attive in Romagna sono 372 (su 1186 regionali) con una capacità ricettiva pari a 3202 posti letto e 226 piazzole in agri-campeggio, e la possibilità di somministrare fino a circa 1,5 milioni di pasti all’anno. La provincia di Forlì-Cesena è seconda in Regione per numero di imprese “verdi” (178); sono 121 a Ravenna, 73 a Rimini. Le fattorie didattiche sono complessivamente 83 in Romagna (su 286 regionali) di cui 36 a Ravenna, 27 a Forlì-Cesena e 20 a Rimini.

Quest’anno, con la serrata dovuta all’emergenza sanitaria, agriturismi e fattorie didattiche possono rappresentare un’ancor più valida alternativa di vacanze, in luoghi aperti e a contatto con la natura, trasmettendo quella sicurezza che molti cercano per lo svago in questa estate 2020 – affermano Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna e Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde Emilia RomagnaInoltre, dispongono di una grande potenzialità per giocare un ruolo strategico anche per quel che riguarda l’accoglienza dei bambini e l’attività didattica e riteniamo che Regione e Governo ne debbano tenere conto”.

Agriturismi e fattorie didattiche sono pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze dei bambini e di tanti genitori che per l’emergenza Coronavirus devono far fronte a nuove necessità organizzative della vita familiare. “Le attività dei centri estivi stanno per partireafferma Massimo Bottura, presidente di Turismo Verde regionaleChiediamo che gli specifici protocolli regionali e le linee guida nazionali tengano conto di questa importante risorsa rappresentata dagli agriturismi e dalle fattorie didattiche, pronte a realizzare progetti e a collaborare anche con organizzazioni ed enti del Terzo Settore per incrementare e qualificare i servizi educativi estivi”.

 

AZIENDE AGRITURISTICHE IN EMILIA ROMAGNA

Piacenza  166

Parma       135

Reggio        88

Modena     142

Bologna      216

Ferrara         67

Ravenna       121

Forlì Cesena 178

Rimini            73

TOTALE 1.186

 

-Capacità ricettiva: 9.854 posti letto

-Numero piazzole in agri-campeggio: 407

-Pasti all’anno: 4,5 milioni

-Occupati nel settore:  4.000

-Bologna è quella che conta il maggior numero di imprese ‘verdi’ (216) seguita da Forlì Cesena (178)

 

Gli agriturismi mediamente impiegano ciascuno 4 collaboratori, quindi si può parlare di oltre 4mila occupati nel settore che utilizza prodotti dell’azienda agricola almeno per il 50%, ma impiega anche materie prime locali fornite da imprese agricole, alimentando un indotto importante, con una filiera cortissima.

 

FATTORIE DIDATTICHE IN EMILIA ROMAGNA

PIACENZA      23

PARMA           22

REGGIO E.       33

MODENA          47

BOLOGNA         59

FERRARA          19

FORLÌ-CESENA    27

RAVENNA           36

RIMINI                20

TOTALE  286

 

-Le fattorie didattiche possono ospitare, potenzialmente, circa 2200

-Nei soli mesi di giugno e luglio si può ipotizzare l’accoglienza di 17 mila bambini

 

Agriturismi post lockdown: quali prospettive per il futuro? Videoconferenza

Per partecipare alla videoconferenza martedì 26 maggio alle ore 20.30 utilizza il link meet.google.com/ijo-bxjj-kgj

Per un approfondimento sulla situazione attuale e futura degli agriturismi nella fase due dell’emergenza Covid-19, saranno presenti: Andrea Corsini, assessore regionale a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio; Massimo Bottura, presidente Turismo Verde Emilia RomagnaAgense Ceroni, responsabile igiene alimenti, vendita diretta, agriturismi per Cia Romagna. Presiede  Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna.

DEPLIANT AGRITURISMI 26 maggio 2020

Credito: opportunità e consigli per le Aziende Agricole. Come districarsi nel panorama attuale degli interventi disponibili

Cia Romagna organizza tre incontri in videoconferenza sul tema del credito, nelle seguenti date:

– Giovedì 14 maggio 2020 ore 20.30
– Lunedì 18 maggio 2020 ore 20.30
– Martedì 19 maggio 2020 ore 20.30

Presiede: Danilo Misirocchi – Presidente Cia Romagna

Intervengono:
Manuel Quattrini – Vicedirettore e Responsabile Credito Cia Emilia-Romagna
Marco Paolini – Responsabile settore tecnico fondiario e credito Cia Romagna

Per partecipare scrivi all’indirizzo mail cia.romagna@cia.it oppure chiama la Segreteria Cia Romagna allo 0547.26736 per indicarci la data in cui vuoi partecipare e l’indirizzo mail al quale ti verrà inviato il link per il collegamento.

L’appuntamento online viene replicato per tre serate per agevolare la partecipazione dei soci.

 

Credito: opportunità e consigli per le Aziende Agricole – Programma

“Salvate la frutticoltura romagnola, o non arriveremo alla fase due”, l’appello del mondo agricolo alle Istituzioni

Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, UGC, AGCI, Confcooperative e Legacoop della Romagna, hanno incontrato nella mattinata del 24 aprile in videoconferenza i parlamentari romagnoli, gli enti locali e l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna. Nell’incontro unitario, le organizzazioni del mondo agricolo romagnolo hanno disegnato la drammatica mappa del disastro delle gelate che hanno devastato, e in molti casi praticamente azzerato, la produzione di mele, pere, albicocche, susine, pesche, nettarine, ciliegie e kiwi. Gli eventi atmosferici di inizio primavera, con punte minime fino a meno 5-6 gradi dal 24 marzo al 4 aprile, hanno falcidiato le produzioni, già molto avanti nella germogliazione a causa dell’inverno mite.

Le richieste 

La prima riguarda una deroga al decreto legislativo 102/2004 sulle calamità naturali, che prevede indennizzi e sostegni economici alle imprese agricole che hanno subito danni da avversità atmosferiche. La modifica consiste nella possibilità di riconoscere il danno anche alle colture assicurabili, ora non ammesso, ovviamente rifinanziandola con almeno 180 milioni di Euro, come richiesto al Ministro dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi. Richiesta motivata da fatti concreti: causa Covid-19, molti agricoltori sono stati impossibilitati a muoversi per stipulare le polizze, disponibili da poche settimane; le condizioni prevedono che la copertura scatti dopo 12 giorni dalla stipula e questo ha di fatto colpito anche chi, pur avendo assicurato, non era in copertura da gelo al momento della calamità. In aggiunta, diverse compagnie hanno ridotto i plafond sul gelo per contenere i rischi e altre non l’hanno attivata affatto.

Poi, organizzazioni professionali e Centrali cooperative richiedono a Governo e Parlamento l’attivazione di aiuti di stato, in regime de minimis, in favore delle cooperative di conferimento attraverso un Fondo speciale per il rilancio produttivo, che preveda interventi a copertura, totale o parziale, dei costi sostenuti per gli interessi dovuti sui mutui bancari contratti dalle imprese, e contributi in conto capitale, parametrati sulla diminuzione di fatturati, per favorire la ripresa produttiva.

I danni

La superficie interessata in Emilia-Romagna è stata di circa 48 mila ettari di frutteti ad alta specializzazione produttiva, con perdite che arrivano al 90% del raccolto previsto per quest’anno nel caso delle albicocche, 9 mila imprese agricole colpite e una stima provvisoria dei danni che ammonta a 400 milioni di euro. La Romagna registra purtroppo un triste primato, rappresentando circa il 55% del totale, con danni potenziali che variano dal 30% nel caso di mele e pere, per arrivare fino al 90% per le albicocche e susine, pesche e nettarine (75%), e kiwi (50%). Non si salvano le cooperative, che non avranno prodotto in conferimento, ma saranno comunque gravate dai costi fissi. Non più del 20% delle aziende frutticole della Romagna è riuscita ad assicurarsi contro questa calamità. Il lock-down ha reso in pratica impossibile per molti attivare la copertura.

Le istituzioni

All’incontro sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, i parlamentari Stefano Collina, Marco Di Maio, Daniele Manca, Jacopo Morrone, Elena Raffaelli, Giulia Sarti e Serse Soverini, il Presidente della Provincia di Ravenna Michele De Pascale, la vicepresidente della provincia di Forlì-Cesena, Cristina Nicoletti e il sindaco Claudio Franceschi per il Nuovo circondario imolese. Tutti i parlamentari coinvolti nell’incontro hanno assicurato l’impegno di sostenere le richieste dei produttori e fare in modo che nei provvedimenti legislativi queste esigenze si trasformino in norma e in risorse a disposizione dell’agricoltura romagnola.

Gli agriturismi nell’emergenza coronavirus: fatturato a picco, cancellazioni di prenotazioni, riduzione degli addetti

Appello di Turismo Verde-Cia al Governo per avere subito misure per la “fase 2” degli agriturismi

Fra le richieste: un tavolo tecnico per definire un protocollo sulla sicurezza nelle strutture; equa indennità da danni diretti; sospensione dei versamenti e delle rate dei mutui; mutui a tasso zero e agevolazioni per l’accesso al credito; soluzioni gestionali snelle

Cia Romagna sta monitorando la situazione degli agriturismi del territorio romagnolo, che riscontrano gli stessi problemi del livello nazionale: fatturato a picco, cancellazioni di cerimonie, pernottamenti e ristoro, blocco delle attività delle fattorie didattiche. In molti casi si registra anche una drastica riduzione degli addetti. “Gli operatori agrituristici fanno impresa puntando sulla tutela e la promozione dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’agroalimentare italiano. In tal modo offrono un grande contributo anche alla promozione del turismoafferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Cia chiede che nella definizione della ‘fase 2’ per la ripresa delle attività produttive del nostro Paese, anche il sistema agrituristico riceva la giusta attenzione. Attraverso Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia, proseguiamo il confronto con il Governo, confronto e impegno che portiamo avanti quotidianamente anche con le Istituzioni locali”.

Turismo Verde, l’Associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, fa appello al Governo affinché si tuteli uno dei comparti agricoli e turistici tra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus, con un fatturato annuo di circa 1,4 miliardi azzerato in poche settimane di pandemia.

Nell’esigenza di capire non solo quando ripartire, ma anche come riorganizzare i servizi ricettivi, distintivi delle oltre 23 mila strutture agrituristiche italiane, Turismo Verde-Cia chiede ora al Governo di predisporre nuove misure a integrazione di quelle positivamente già introdotte e necessarie a garantire la sopravvivenza degli agriturismi anche nel medio e lungo periodo.

Per Turismo Verde-Cia, infatti, con le fattorie didattiche blindate alla riapertura delle scuole, i soggiorni e la ristorazione ancora vincolati a significative misure restrittive, l’attività agrituristica è praticamente azzerata e tale da richiedere la cancellazione della tassa sui rifiuti (Tari) e la sospensione, almeno fino ad aprile 2021, dei vari versamenti previdenziali e contributivi, così come delle rate dei mutui.

La “fase 2” degli agriturismi – secondo Cia – dovrà far fronte ai danni diretti e alla mancanza di liquidità da parte delle imprese agrituristiche. Le penali e le cancellazioni delle prenotazioni di pernotti e ristoro delle festività pasquali che rappresentano il primo picco di ogni stagione agrituristica, così come ora, per le giornate del 25 Aprile e 1° Maggio; le cancellazioni delle cerimonie; la grande incognita della stagione estiva, presentano al settore, costi insostenibili. Turismo Verde-Cia chiede, dunque, di predisporre coperture che siano congrue, un’indennità equa e corrispondente al fatturato dell’azienda nello stesso periodo dello scorso anno, attingendo per esempio ai fondi Psr già stanziati dall’Ue, sbloccando le graduatorie Psr di quest’anno per gli investimenti in agriturismo e ampliando l’importo di spesa per accogliere più domande.

Inoltre, in vista della graduale riapertura, è urgente per Turismo Verde-Cia fare il punto su un chiaro protocollo di sicurezza in agriturismo, attraverso la costituzione di un tavolo tecnico con operatori sanitari e del comparto agrituristico. Questi ultimi, infatti, volendo tornare ad accogliere clientela nel rispetto delle disposizioni del Governo, si troveranno a sostenere nuovi investimenti e avranno bisogno di farlo in modo chiaro e mirato, senza disperdere risorse.

A tal proposito, Turismo Verde-Cia, chiede che le imprese agrituristiche vengano supportate con mutui a tasso zero, garantiti dello Stato e con agevolazioni nell’accesso al credito. Servono soluzioni gestionali snelle che tengano conto della multifunzionalità degli agriturismi, alle prese anche con stringenti regole urbanistiche e igienico-sanitarie.

Riaprono altri mercati alimentari in Romagna

Dopo Verucchio (Rn), ripartono i mercati alimentari anche a Faenza (Ra), Lugo (Ra), Castrocaro Terme (FC), Modigliana (FC) e Bellaria (Rn), in virtù dell’ordinanza del 3 aprile 2020 e tenendo presente anche le informazioni e le esigenze presentate ai Sindaci da Cia Romagna.

Cia Romagna non ha mai smesso di lavorare sulla riapertura dei mercati agricoli e con l’entrata in vigore dell’ordinanza , si è rivolta ancora una volta ai sindaci, chiedendo loro di riattivare, nei modi consentiti, i mercati di prodotti alimentari.

Dopo Verucchio, in seguito a diversi approfondimenti e verifiche, anche i Sindaci di Faenza, Lugo, Castrocaro Terme, Modigliana e Bellaria hanno ritenuto opportuno accogliere la richiesta di Cia Romagna, dal momento che l’Ordinanza della Regione legittima l’apertura di mercati ambulanti a merceologia esclusiva alimentare “in spazi pubblici recintati” e “a condizione che l’accesso sia regolamentato”. Devono essere altresì rispettate le misure igienico-sanitarie e di distanziamento da parte degli operatori e dei clienti.

“Esprimiamo un sentito apprezzamento e ringraziamento ai Sindaci e ai loro collaboratori. La loro disponibilità ad approfondire le nostre richieste e a verificare quali soluzioni potessero essere percorribili dimostra una grande volontà di cercare di tenere conto, al contempo, della salute dei cittadini e delle attività economiche – afferma il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi – In un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo bisogna certo tutelare la salute prima di tutto. Anche gli aspetti logistici assumono rilevanze diverse e richiedono strategie complesse. Auspichiamo che altre amministrazioni comunali seguano questa strada, senza nascondersi dietro a pareri di un apparato burocratico ormai totalmente inadeguato ai tempi”.

Le aree destinate ai mercati alimentari verranno opportunamente recintate, con accesso regolamentato e presidiato da addetti al controllo. Gli operatori del mercato dovranno svolgere la loro attività nel rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie in vigore per l’emergenza Coronavirus.

Cia Romagna assicura che da parte sua e degli agricoltori associati sarà data la massima collaborazione per garantire il rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente a tutela della salute di tutti.

Manodopera – Condanna del caporalato. Servono interventi immediati per la mancanza di forza lavoro

Cia-Agricoltori Italiani Romagna condanna fermamente la pratica del caporalato. Lo sfruttamento è un fatto grave e inaccettabile e deve sempre essere contrastato. Contestualmente bisogna pensare a come affrontare elementi che, proprio in questa fase di crisi e di emergenza, rischiano di creare aree grigie, che favoriscono i fenomeni della speculazione sia sul mercato dei terreni sia su quello del lavoro. “Per questo sosteniamo con forza l’intervento a supporto delle imprese con liquidità e semplificazioniafferma Mirco Bagnari, direttore di Cia RomagnaBisogna evitare che il posto delle imprese agricole sane, che lavorano nella legalità e che sono la maggior parte, sia assunto da soggetti che fanno del mancato rispetto della legge il proprio mestiere”.

La questione della carenza di manodopera in agricoltura esiste e già da prima dell’emergenza covid-19: questa situazione l’ha ulteriormente amplificata. “Non è però accettabile che per colpa di qualcuno passi il concetto che l’agricoltura sfrutta la manodoperaspiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia RomagnaIl problema che non si trova manodopera, e tantomeno quella specializzata, è un fatto con il quale gli agricoltori da tempo devono fare i conti”.

La stragrande maggioranza della manodopera in agricoltura negli anni è stata rappresentata da lavoratori stranieri che, sia a causa delle scelte politiche degli ultimi anni sia a causa del coronavirus, non sono più disponibili e reperibili. In qualche modo dovrà essere sostituita.

Le proposte che Cia-Agricoltori Italiani ha sottoposto al Governo sono: regolarizzare gli immigrati che ogni anno sono fondamentali nel periodo della raccolta; introdurre agili strumenti, come i voucher, per azzerare la burocrazia e assumere studenti, disoccupati e cassaintegrati; creare una green line con i Paesi dell’Est Europa, sulla scia delle raccomandazioni dell’Ue, per favorire il trasferimento dei lavoratori.

Le organizzazioni professionali si stanno attrezzando per essere di supporto con vari strumenti (come ad esempio piattaforme tecnologiche per incontro tra domanda e offerta di manodopera), ma è necessario ci sia una regia pubblica e un ruolo importante di chi per compito istituzionale si occupa di mercato del lavoro. Cia Romagna accoglie positivamente il servizio del portale “Lavoro per te” messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna per aiutare le aziende agricole nella ricerca e reclutamento di mano d’opera stagionale, e sottolinea che va valutata l’efficacia e l’eventuale possibilità di dialogo e raccordo con le altre piattaforme, per non creare recinti separati.

Gli agricoltori chiedono condizioni per potere operare e poter crescere nell’interesse del territorio e delle proprie imprese, che sono patrimonio sociale dei nostri territori. “Il dibattito in corso non può continuare all’infinitosostiene Danilo Misirocchi, presidente di Cia RomagnaServono interventi immediati e chiari per consentire alle aziende di assumere manodopera in grado di iniziare e portare a termine la raccolta di frutta e verdura di stagione fondamentale per l’approvvigionamento degli scaffali. L’agricoltura in questo momento si sta dimostrando fondamentaleconclude Misirocchie bisogna fornire le aziende agricole di tutti gli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro per tutta la comunità”. 

Verucchio – Riapre il mercato agricolo

Viene riattivato, martedì 14 aprile (dalle 8 alle 12), a Verucchio, il mercato agricolo in Piazza Primo Maggio.  La Sindaca Stefania Sabba, in controtendenza rispetto ad altri amministratori locali, ha disposto la riattivazione del mercato agricolo in seguito all’art. 1 lett. d) dell’Ordinanza del 3 aprile 2020, a firma congiunta del Ministro della salute e del Presidente della Regione Emilia-Romagna, e tenendo presente le esigenze lavorative presentate ai Sindaci da Cia Romagna.

“Apprezziamo chi ha il coraggio di assumersi delle responsabilità e quindi di esercitare il proprio ruolo, come ha fatto la Sindaca Stefania Sabba – afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – tenendo conto della salute dei cittadini e delle attività economiche, senza nascondersi dietro a pareri di un apparato burocratico ormai totalmente inadeguato ai tempi, come hanno fatto altri sindaci”.

Il mercato agricolo occupa parzialmente la Piazza e questa può essere recintata con opportuni dispositivi per controllare l’accesso dell’utenza, predisporre appositi percorsi per garantire le distanze fra le persone e i banchi possono essere dislocati a una distanza l’uno dall’altro di almeno tre metri. Gli operatori del mercato dovranno svolgere la loro attività nel rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie in vigore per l’emergenza Coronavirus.

La disposizione del Sindaco di Verucchio per l’attivazione del mercato agricolo

Cia chiede ai Sindaci di riattivare i mercati alimentari

C’è l’intesa fra ministero della Salute e il presidente della Regione Emilia-Romagna nell’ordinanza del 3 aprile 2020. Ora Cia Romagna chiede ai sindaci di riaprire i mercati alimentari. Si ridurrebbe la pressione eccessiva sui centri commerciali da parte dei consumatori

6 Aprile 2020Cia-Agricoltori Italiani Romagna non ha mai smesso di lavorare sulla riapertura dei mercati agricoli. Ora, con l’entrata in vigore dell’ordinanza del 3 aprile 2020, Cia Romagna chiede ai Sindaci di riattivare, nei modi consentiti, i mercati di prodotti alimentari.

Infatti, la recente ordinanza – emessa dal ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Emilia-Romagna – li permette.

È stata così accolta la richiesta di Cia-Agricoltori Italiani. L’art. 1 lettera d) dell’ordinanza del 3 aprile 2020, ne permette la riapertura alle condizioni indicate: “Non sono sospesi all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari a condizione che l’accesso sia regolamentato in modo da consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”.

La riapertura dei mercati alimentari avrebbe l’importante effetto di ridurre la pressione dei consumatori sui centri commerciali e sui negozi di prodotti ortofrutticoli che, inevitabilmente, in questo periodo, come documentato da servizi giornalistici, subiscono una pressione eccessiva da parte dei consumatori. Eviterebbe, inoltre, di sprecare gran parte della produzione che in questo periodo d’inizio primavera arriva a maturazione.

Cia Romagna assicura che da parte sua e degli agricoltori associati sarà data la massima collaborazione per garantire il rispetto delle norme di sicurezza igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente a tutela della salute di tutti.

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