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Il futuro della politica agricola: opportunità da cogliere e cambiamenti da affrontare

Ha replicato con successo e quasi 900 visualizzazioni il webinar “Il futuro della politica agricola – Dai fondi straordinari del Next Generation EU alla sostenibilità ambientale” organizzato da Cia Romagna lo scorso 18 febbraio. Si sono confrontati sul tema l’assessore all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, la responsabile Ufficio Bruxelles Cia – Agricoltori Italiani, Alessandra De Santis, il vicepresidente di Cia Emilia-Romagna, Antenore Cervi. I lavori erano presieduti da Danilo Misirocchi, presidente Cia Romagna.

“Condivido molto l’approccio e il punto di vista che Cia rappresenta e sta portando – ha esordito l’assessore Mammi – Mi pare un’impostazione giusta che cerca di fare i conti con la realtà, che non si chiude dentro schemi del passato che non torneranno più, ma è anche molto realista e cerca di guardare al futuro con sano pragmatismo”.

“Ogni fase storica presenta delle opportunità e dei rischi e noi, come sistema istituzionale e come imprese, dobbiamo sapere cogliere le opportunità, ma anche affrontare i cambiamenti che avremo davanti, consapevoli del contesto nel quale ci troviamo. Nei prossimi anni avremo sempre più una competizione globale planetaria molto forte per la produzione e l’approvvigionamento di cibo, e i continenti già stanno muovendosi nel fare accordi commerciali, nel promuovere politiche di carattere espansivo. Gli effetti dei cambiamenti climatici continueranno ad essere sempre più forti, così come avremo a che fare con cambiamenti negli stili di vita e nei consumi”.

“Abbiamo però anche opportunità inedite rispetto al passato, che dobbiamo cogliere come sistema agricolo alimentare italiano ed europeo. Innanzitutto una rinnovata consapevolezza del valore del cibo e dell’agricoltura, che pandemia rimesso al centro del dibattito, così come un altro aspetto sul quale una Regione come la nostra può dire tanto è il fatto che i consumatori saranno sempre più attenti a qualità, tracciabilità, sicurezza alimentare. Siamo davanti a quattro anni almeno in cui ci sarà una ripresa del commercio mondiale soprattutto nell’area occidentale e per noi quindi nuove opportunità che può cogliere anche una regione come la nostra, che ha organizzazione, know how, conoscenza, un sistema agricolo ancora solido e strutturato”.

“Per affrontare le difficoltà, le sfide, i cambiamenti e per valorizzare al massimo le opportunità avremo degli strumenti straordinari anche dal punto di vista economico, che in passato non sempre abbiamo avuto. Da questo punto di vista l‘Europa ha cambiato strada. Dopo la pandemia, questa nuova consapevolezza intorno al valore del cibo e dell’agricoltura che ne è alla base, l’Europa ha cambiato orientamento e nella prospettiva dei prossimi sette anni avremo anche qualche risorsa in più rispetto agli ultimi sette, anche se secondo il settore agricolo e agroalimentare meriterebbe un investimento ancora più forte. A queste risorse del Psr si sommano poi quelle del Recovery fund che il nuovo governo dovrà gestire in tempi molto rapidi. Mi auguro che di questi 209 miliardi una quota maggiore sia per l’agricoltura: oggi ne sono stati individuati solo un miliardo e 800 milioni, che sono insufficienti. Lo chiederò al ministro Patuanelli che ho già contattato nei giorni scorsi appena è stato nominato. Sul Recovery a ottobre come Emilia-Romagna abbiamo mandato al Governo un documento con alcuni suggerimenti su come le risorse potrebbero essere ben impiegate per rispondere adeguatamente alle alle sfide che l’agricoltura avrà nei prossimi anni”.

“Naturalmente il dibattito in corso sulla nuova Pac in Europa è tra Parlamento, Commissione e Consiglio. Le regioni ancora in questa discussione non sono entrate e stiamo chiedendo da mesi che si inizi a coinvolgerle. Non sopporto l’idea che la Pac sia vista come una cosa che riguarda gli agricoltori o il settore green: la Pac è il documento fondativo dell’Unione Europea e cioè è un documento strategico che determina il ruolo che l’Europa vuole avere nel mondo. La Pac nasce come creazione di un mercato agricolo comune e come strumento con il quale ad aiutare i nostri popoli a essere autonomi e autosufficienti dal punto di vista alimentare e agricolo. Secondo me questo obiettivo deve ancora averlo. Si punta molto forte sul piano della sostenibilità, ma non può abbandonare il suo primario obiettivo, fare in modo che l’Europa sia autosufficiente e un player attivo nel commercio mondiale”.

“La sostenibilità non viene chiesta dall’Europa o da qualche burocrate. E’ una grande domanda del pianeta, di larghe parti dei consumatori. Contrapporre ambiente e agricoltura è l’errore più clamoroso, perché gli agricoltori vivono e lavorano a contatto con l’ambiente, hanno tutto l’interesse oltre che l’esigenza, oltre che la tensione morale, a fare in modo che terreni cui operano siano fertili, le acque siano pulite, utilizzate bene, che le emissioni diminuiscano, che si salvaguardi la biodiversità come elemento di ricchezza, che venga mantenuta la sostanza organica nei terreni”.

“Se c’è una regione in Italia che sul piano sostenibilità ha fatto tantissimo, ha accelerato nell’aumento di più 75 per cento del biologico, sia di imprese che di ettari negli ultimi sette anni. Nel nuovo Psr 2021 2022 continuiamo con le misure agroambientali, con il sostegno al biologico, sia l’insediamento che il mantenimento, faremo un bando sul biologico proprio per aumentare le percentuali. Quindi è una sfida che noi raccogliamo fino in fondo, consapevoli che produttività e sostenibilità devono stare insieme, perché non c’è sostenibilità ambientale se non c’è anche sostenibilità economica e sociale, non c’è impresa capace di produrre meglio e in modo più intelligente se non è capace anche di generare reddito per chi lavora”.

“Sulla nuova Pac ci sono fondamentalmente ancora 3-4 punti aperti sui quali bisogna lavorare molto. Il primo è la governance: le regioni non possono essere tenute fuori dalla governance della nuova Pac. Il piano strategico nazionale: è giusto, discutiamolo, vogliamo dire la nostra, dare dei consigli sulla base anche delle esperienze che le Regioni raccolgono, che non sono tutte uguali. Però noi vorremmo rimanere anche autorità di gestione. Ho visto questo primo anno da assessore che quando sono stati fatti ad esempio dei bandi nazionali da parte del ministero dell’Agricoltura non sempre hanno dato delle risposte molto convincenti, sia in termini dei tempi, sia rispetto al merito. Se dovessi immaginare che tutto il prossimo Psr sia gestito da Roma un po’ mi preoccuperebbe rispetto ai tempi, alla velocità di emanazione dei bandi, alla capacità di essere efficienti. Sugli ecoschemi vorremmo dire la nostra, così come sulla necessità di rivedere anche le procedure della nuova Pac cercando di semplificare anche sistemi di valutazione dei risultati. Servirebbero nuovi Ocm di carattere nazionale capaci anche di rafforzare gli aspetti commerciali in alcuni settori strategici per la nostra regione”.

“Stiamo adesso discutendo come Regioni con le rappresentanze agricole su come destinare i circa 380 milioni che potremmo avere nei prossimi due anni di transizione del Psr 2020-22. Circa la metà andranno a misure che riguardano l’ambiente, il clima, misure agroambientali. Il resto dovremo continuare a investirlo sui giovani e sugli investimenti aziendali, sia singoli che premiando coloro che decidono di collaborare, di mettersi in filiera in modo lungimirante, e nell’aiutare le nostre imprese a essere sempre più capaci di arrivare sui mercati. Per me le risorse del Psr vanno distribuite sulla base di criteri oggettivi e di merito: devono tener conto delle caratteristiche regionali dell’agricoltura, del numero di imprese, anche del numero di occupati. Insieme ad altre 15 regioni italiane abbiamo proposto di rivedere i criteri di riparto del Psr e questa proposta condivisa ha trovato l’opposizione di altre sei regioni, che invece vogliono mantenere i criteri “storici” in modo completo. Su questo cercheremo di impegnarci perché ci consentirebbe di avere maggiori risorse a disposizione delle nostre imprese”.

Il futuro della politica agricola, Next Generation EU, sostenibilità ambientale

Il 18 febbraio alle 20.30 Cia Romagna recupera l’evento online sul tema “Il futuro della politica agricola – Dai fondi straordinari del Next Generation EU alla sostenibilità ambientale”, grazie anche alla rinnovata disponibilità degli ospiti coinvolti.

Appuntamento quindi sul canale YouTube di Cia Romagna con gli interventi della Responsabile Ufficio Bruxelles Cia – Agricoltori Italiani,Alessandra De Santis, e dell’Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi.

I lavori saranno presieduti da Danilo Misirocchi, Presidente Cia Romagna; le conclusioni sono affidate al Vicepresidente di Cia Emilia-Romagna, Antenore Cervi.

Cia Romagna con questo appuntamento pubblico in streaming intende informare gli associati sulla situazione, oggi, dei temi oggetto dell’incontro (Pac, Next Generation, Green Deal, sostenibilità); sui vari orientamenti in essere in merito e, all’interno di questi, su come stanno operando l’Organizzazione e l’assessorato regionale all’agricoltura, con il quale Cia ha un rapporto continuo.

Per Cia è indispensabile che la nuova Pac non si trasformi in una politica finalizzata al raggiungimento di obiettivi puramente ambientali, a discapito della produzione agricola e dello sviluppo delle aree rurali. “Detto ciò, non possiamo contrastare il percorso verde, che anche noi condividiamo e da tempo lo pratichiamo in questa regione – spiega Danilo Misirocchi – È necessario il confronto e deve avvenire su basi scientifiche e non ideologiche. Solo con la scienza e l’innovazione è possibile migliorare l’impatto ambientale. Quindi, dobbiamo far emergere alcuni pregiudizi non corretti verso l’attività agricola e chiarirli anche a tutta l’opinione pubblica, a quella che esprime sensibilità verso i temi della sostenibilità ambientale e anche a quella che ne dimostra meno, perché si tratta comunque del futuro di tutti”.

Gli agricoltori vogliono continuare ad essere protagonisti attivi nella svolta che mira alla neutralità climatica e sono pronti ad investire ancora per rispondere agli obiettivi delle strategie verdi e della sostenibilità dell’Unione Europea (Farm to Fork e Biodiversity).  “Condividiamo il percorso verde europeo. In Emilia-Romagna ci siamo impegnati molto e abbiamo realizzato tanto su questo versante, riducendo in maniera importante l’impatto della nostra attività sull’ambiente – specifica Misirocchi – Non vorremmo che proprio gli importanti risultati ottenuti sin qui in questo territorio, frutto di grandi percorsi, diventassero un demerito, una penalizzazione e ci trovassimo a dover pagare un caro prezzo perché abbiamo già fatto un pezzo di strada. Questo pezzo di strada deve essere riconosciuto. La sostenibilità, oltre che ambientale deve essere produttiva, economica e sociale. Diversamente – conclude Misirocchi – la ricaduta sul territorio potrebbe avere impatto negativo su tutti i fronti, frutticoltura compresa, già in sofferenza. Le superfici potrebbero ridursi ulteriormente e questo non farebbe bene nemmeno all’ambiente, visto che si tratta di colture funzionali all’assorbimento e al sequestro di anidride carbonica e alla produzione di ossigeno”.

Domande aiuti per calamità – Danni da gelate anno 2020

Informiamo che è possibile fare domanda per contributi di cui al D. Lgs. 102/04 per i danni da gelate del 2020.

Le domande possono essere presentate entro il 6/2/2021. Il riconoscimento potrà riguardare le sole colture frutticole di albicocco, pesco e nettarine, susino, ciliegio, kiwi, melo e pero.

Potranno fare domanda le aziende agricole in cui si siano registrati danni alle produzioni vegetali in misura SUPERIORE AL 30% della intera PLV aziendale potenziale ordinaria.

Non potrà fare domanda chi avesse fatto, nel 2020, assicurazione per le gelate tardive, quantomeno per le colture assicurate.

Il contributo sarebbe in conto capitale (a fondo perduto) in funzione del danno accertato. L’entità di tale contributo dipenderà dal numero di domande presentate e dalle cifre stanziate: potrebbe anche essere sensibilmente inferiore all’effettivo danno calcolato.

Per poter valutare se l’azienda ha le caratteristiche per poter presentare domanda è possibile rivolgersi agli uffici di Cia Romagna muniti dei seguenti dati:

•             QUINTALI PRODUZIONI 2020 (solo le colture frutticole, tutti i quintali, compreso lo scarto);

•             VALORI DI LIQUIDAZIONE delle produzioni 2020 (se già conosciuti e solo per le colture frutticole);

•             valori di liquidazione di eventuali INDENNIZZI ASSICURATIVI per qualsiasi calamità 2020 (solo per le colture frutticole);

•             superfici IMPIANTI FRUTTICOLI IN ALLEVAMENTO (impianti realizzati in 2019 e in 2020)

Le superfici delle colture verranno desunte dal Piano Colturale dichiarato nel 2020.

Chiusure periodo natalizio

Gli uffici di Cia Romagna saranno chiusi nei pomeriggi
del 24 e del 31 dicembre 2020. Cia Romagna porge sentiti auguri di buone feste.

Internazionalizzazione imprese – Due webinar il 10 e il 16 dicembre

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AGRICOLTURA ITALIANA VERSO EXPO DUBAI 2021 – Il 10 dicembre 2020 alle ore 11 si terrà il webinar su “Agricoltura Italiana verso Expo Dubai 2021: parte dal Libano una piattaforma di marketing innovativo all’insegna del Mediterraneo”, rivolto alle aziende associate interessate ad intraprendere o rafforzare il commercio verso il Libano ed i paesi del Medio Oriente.  Per partecipare è sufficiente registrarsi cliccando qui entro le 11.30 del 9 dicembre.
L’evento, organizzato dall’Ufficio internazionalizzazione della Cia nazionale in collaborazione con il partner Remomero s.a.r.l. Branding Export, nasce nell’ambito delle attività formative per lo sviluppo internazionale delle imprese associate. Leggi tutto

PIATTAFORMA GO-EXPORT ALIBABA.COM – Il 16 dicembre 2020 dalle ore 16 in videoconferenza Cia Emilia-Romagna presenterà la piattaforma Go-Export Alibaba.com. È necessario comunicare a Luigi Cerone (l.cerone@cia.it), entro martedì 15 dicembre, l’elenco delle aziende interessate a partecipare all’incontro con le seguenti indicazioni: denominazione azienda, elenco produzioni/prodotti, indirizzo posta elettronica, numero di telefono. Per collegarsi all’evento clicca il seguente link https://bit.ly/2KYTeM5  o clicca il collegamento nel programma.
L’iniziativa è sostenuta da Cia per promuovere l’export del Made in Italy agroalimentare, aprendo nuovi canali commerciali online per le aziende associate e favorire incontri sul web con buyers di tutto il mondo.

Emergenza Coronavirus – Principali regole per servizi di ristorazione, ricettivi, esercizi commerciali e spostamenti in base ai nuovi decreti e alle nuove ordinanze

Da domenica 6 dicembre l’Emilia-Romagna torna in zona gialla, diverse le regole da rispettare. Di seguito le principali

Dopo il decreto legge del Consiglio dei Ministri approvato il 2 dicembre e il Dpcm del 3 dicembre 2020 contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato tre nuove Ordinanze sulla base dei dati della Cabina di Regia. La terza Ordinanza dispone il passaggio anche della Regione Emilia-Romagna dall’area arancione a quella gialla, come Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria.

Di seguito le principali regole da rispettare in zona gialla. I dettagli di tutte le misure previste in fascia gialla e nel periodo natalizio si trovano sul sito della Regione Emilia-Romagna: https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus

In zona gialla è consentito spostarsi dalla 5 alle 22 senza dover giustificare gli spostamenti. 

Confermato il divieto dalle 22 alle 5 del giorno successivo, se non per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute (per le quali occorre l’autodichiarazione prevista).

Servizi di ristorazione – bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie – aperti dalle 5 alle 18, con l’asporto consentito fino alle 22. 

Ancora: nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali all’interno dei centri commerciali e dei mercati, sempre in base al Decreto governativo, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, presìdi sanitari e punti vendita di generi alimentari, tabacchi e edicole. Restano sospesi gli spettacoli e le mostre aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, musei; stop alle attività di palestre e centri benessere; raccomandazione al più ampio uso dello smart working per le attività lavorative e professionali, sia nel privato sia nel pubblico impiego.

Uso della mascherina a coprire naso e bocca sempre dal momento in cui si esce dalla propria abitazione, fatto salvo che per i bambini al di sotto dei sei anni, le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina e durante l’esercizio dell’attività sportiva, nelle modalità consentite, così come restano raccomandati il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani.

Natale e Capodanno

Il Governo ha poi deciso misure specifiche per le vacanze natalizie, valide sull’intero territorio nazionale, oltre a una forte raccomandazione a non invitare nelle proprie case persone non conviventi per pranzi, cene e altre attività conviviali.

In particolare, per quanto riguarda gli spostamenti, dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, spostarsi tra regioni e, nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e dell’1 gennaio 2021, è vietato anche ogni spostamento tra comuni, fatti salvi motivi di lavoro, o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case in altra regione e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e dell’1 gennaio 2021, anche di quelle in altro comune.

Inoltre, sono vietati gli spostamenti dalle ore 22 del 31 dicembre 2020 alle ore 7 dell’1 gennaio 2021, a parte quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità o motivi di salute.

Esercizi commerciali e ristorazione

Dal 6 dicembre oggi e fino al 6 gennaio 2021, l’apertura degli esercizi commerciali al dettaglio è consentita fino alle ore 21.

Negli alberghi dalle 18 del 31 dicembre e fino alle 7 del 1^ gennaio 2021 è permessa la sola ristorazione con servizio in camera.

Tutte le misure previste in fascia gialla e nel periodo natalizio sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus  

CIA ROMAGNA SERVIZI srl – Agriturismi, vendita diretta, igiene alimenti

 

Matteo Pagliarani tra i 27 partecipanti di tutto il mondo al Gymnasium Oma

Matteo Pagliarani, coordinatore dei Giovani Imprenditori Agricoli di Cia Romagna (Agia), 26enne, è uno dei due unici italiani, e tra l’altro romagnoli, tra i 27 partecipanti di tutto il mondo, selezionato dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma) per la seconda edizione del Gymnasium, il percorso biennale di specializzazione internazionale per giovani agricoltori.

Prenderà così parte al biennio formativo, inaugurato online lo scorso fine novembre, in rappresentanza dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani.

Ad attenderlo il lungo percorso di crescita professionale che l’Oma ha pensato per i futuri leader del settore grazie a occasioni di condivisione delle conoscenze e delle esperienze attraverso lezioni in aula e il coinvolgimento in eventi internazionali come le sessioni plenarie del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, il Forum globale sull’alimentazione e l’agricoltura e la Conferenza delle parti Unfccc, Cop e Forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite.

Le sfide da affrontare sono di grande attualità e già nel focus di Cia e della sua associazione dei giovani, Agia. In primo piano i cambiamenti climatici e la sostenibilità ambientale, economica e sociale, le filiere agricole e il reddito degli agricoltori. “Mi aspetta una bella sfidaafferma PagliaraniIl poter confrontarmi con altri 26 agricoltori da tutto il mondo è un forte onere e onore, che porterò avanti con tutto me stesso”.

“Siamo fieri e orgogliosi della scelta fatta dall’Oma che ha riconosciuto in Matteo uno dei nostri tanti validi giovani imprenditoricommenta il presidente nazionale di Agia-Cia, Stefano FranciaOra si apre per lui, ma anche per l’associazione, un’importante occasione di alta formazione a livello internazionale. È estremamente strategico per lo sviluppo del settore agricolo italiano che proprio le giovani generazioni di imprenditori agricoli abbiano, grazie all’Omaconclude Francial’opportunità di confrontarsi con colleghi di tutto il mondo, di apprendere da esperti di grande levatura e prendere parte da protagonisti a eventi di carattere mondiale estremamente rilevanti per il futuro post-Covid e green dell’agricoltura”.

Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna, ribadendo l’orgoglio per l’importante percorso che si è aperto per Matteo Pagliarani, sottolinea: “Gli unici due giovani scelti in tutta Italia sono romagnoli: del resto l’agricoltura ha un ruolo notevole in Romagna, anche per l’indotto che genera. La scelta è segno anche di un riconoscimento del ruolo e del valore delle organizzazioni di rappresentanza del territorio”.

Matteo Pagliarani è perito agrario e lavora nella Cooperativa di famiglia “Clorofilla”, azienda agricola multifunzionale e sociale con produzione perlopiù di farina, formaggi caprini, pasta e vino biologici. Gestisce personalmente tutto il ramo turistico dell’azienda, quello che porta il lavoro agricolo a diretto contatto con le persone in agriturismo.

Matteo Pagliarani è coordinatore di Agia-Cia Romagna e formatore professionale per il settore agrituristico. Autore del libro “Non volevo fare il contadino”, da tempo porta avanti il suo progetto di sensibilizzazione dedicato alla riscoperta e valorizzazione del settore agricolo, soprattutto tra le nuove generazioni.

Assemblea nazionale Cia “Agricoltura-Territorio-Società. Riprogettiamo il futuro”

Tra gli ospiti Conte, Timmermans, Bellanova, Amendola e Boccia

“Agricoltura-Territorio-Società. Riprogettiamo il futuro”. Questo lo slogan dell’Assemblea nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, che si terrà venerdì 27 novembre, a partire dalle ore 10, in modalità webinar. Per seguire la diretta, basta collegarsi al link: https://youtu.be/I1ce4svphqw

Un appuntamento importante che vedrà centinaia di agricoltori collegati a distanza da ogni parte d’Italia, nonché la partecipazione di ospiti istituzionali e di governoInterverranno, infatti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte; il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue per il Green Deal Frans Timmermans; la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova; il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola; il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia; il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni; la viceministra dell’Economia Laura Castelli; il sottosegretario al ministero degli Affari esteri Manlio Di Stefano.

Gli effetti drammatici della pandemia hanno riacceso la discussione sui modelli di crescita e sviluppo che dovranno caratterizzare il prossimo futuro. La ripresa dipenderà dalla capacità di interpretare il cambiamento cogliendo le opportunità delle strategie programmate, a partire dal Green Deal europeo, dove l’agricoltura, in sinergia con le altre risorse economiche dei territori, è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista. Sfide ambiziose su cui poggiano le decisioni, i provvedimenti e gli strumenti messi in campo con il Covid, tra cui il Next Generation EU, pacchetto per la ripresa in un’ottica più verde, digitale e resiliente per garantire alle nuove generazioni un futuro sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale. Senza trascurare le misure economiche promosse a livello nazionale per rilanciare lo sviluppo dell’Italia.

Per tali ragioni, Cia ha scelto di concentrare i lavori della propria Assemblea nazionale intorno alle dinamiche caratterizzanti il rapporto tra Agricoltura-Territorio-Società e ai percorsi capaci di reinterpretare tale rapporto, facendone un pilastro delle future strategie di pianificazione per la ripresa. Non solo agricoltura, quindi, ma una visione di insieme capace di includere il settore all’interno di un progetto di ampio respiro insieme a tutte le altre attività economiche e forze sociali diffuse sui territori.

Più in dettaglio, dopo i saluti introduttivi di Mauro Di Zio, vicepresidente nazionale Cia, si terrà la tavola rotonda sui temi dell’Assemblea, con rappresentanti di Regioni, Parlamento italiano e Ue, mondo imprenditoriale, partendo dalla relazione introduttiva a cura di Renato Mason, segretario CGIA di Mestre. Interverranno, moderati dal giornalista Carlo PucaDonato Pentassuglia, coordinatore Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni; Alessia Rotta, presidente Commissione Ambiente della Camera; Martina Nardi, presidente Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera; Gianpaolo Vallardi, presidente Commissione Agricoltura del Senato; Antonio Tajani, presidente della Conferenza dei presidenti di Commissione del Parlamento europeo e capodelegazione di Forza Italia; Tiziana Beghin, capodelegazione del M5S al Parlamento europeo; Stefano Francia, presidente Agia-Associazione Giovani imprenditori agricoli di Cia; Alessandro Squeri, presidente giovani imprenditori di Federalimentare.

A chiudere i lavori dell’Assemblea, dopo la tavola rotonda e gli interventi istituzionali e di governo, sarà il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino.

Guarda il video promo dell’Assemblea

Annata agraria di Cia Romagna: un 2020 difficilissimo fra Covid, meteo, parassiti, fauna selvatica e mercati sempre più competitivi

Dai dati emergono, fra le altre cose, andamenti positivi per olio e vino, molto negativi per le principali drupacee, negativi per l’actinidia e l’apicoltura. Molta varietà di andamenti nei vari comparti e nelle colture per superfici, rese medie e produzione

Si è tenuta in modalità webinar (www.youtube.com/watch?v=eXQzP1Pv7Yg), la tradizionale presentazione dei dati dell’Agraria agraria di Cia Romagna. L’edizione 2020 ha visto la partecipazione di Danilo Misirocchi, presidente Cia Romagna, Mirco Bagnari, direttore Cia Romagna, Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna, Dino Scanavino, presidente Cia Agricoltori Italiani, Denis Pantini di Nomisma, Pierluigi Randi vicepresidente Ampro, e Manuela Rontini, consigliere regionale.

Nell’anno del Covid-19, il quadro in Romagna per le imprese agricole è senza precedenti e l’emergenza del 2020 è la loro sopravvivenza. Per alcuni comparti è l’emergenza sanitaria che ha messo in affanno le aziende; per altri le ragioni vanno ricercate in problemi strutturali ai quali si sono aggiunti problemi contingenti, come le avversità atmosferiche, che nel 2020 hanno interessato la Romagna: dalle devastanti gelate di fine marzo-inizio aprile, alla siccità, alle violente grandinate e piogge, al forte vento.  A ciò si aggiungono i danni causati da insetti alieni, dalla fauna selvatica, da nuove o più acute fitopatologie. Il tutto si traduce in una forte contrazione della produzione, trend che, in particolare per le principali colture frutticole, si registra da almeno tre anni. L’emergenza sanitaria ha effetto su tutti i settori economici. La contrazione del lavoro e del reddito è una problematica che dal settore primario scivola via via lungo tutto la filiera. Preoccupa la tenuta sociale, oltre che economica, del territorio.

I DATI DELLA ROMAGNA (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini)

In estrema sintesi, di seguito, la previsione dell’andamento dell’agricoltura romagnola nel 2020.

  • Imprese: calano tutte (-0,8%), anche le agricole (-2,2%).
  • Frutticolo: aumentano ettari in produzione – calano ettari coltivati, rese medie, produzione. Aumentano i prezzi medi all’origine (tranne che per le pere). Attenzione, però: la produzione delle drupacee è pressoché azzerata e si prevede un calo anche dell’actinidia, nonostante superfici (coltivate e in produzione) in leggero aumento rispetto al 2019). Un esempio: la superfice totale di pesche e nettarine in tutte e tre le province romagnole (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini) nel 2020 è inferiore a quella che era nel 2015 la superfice di pesche e nettarine della sola provincia di Ravenna, sia per ettari coltivati (ha Ra 2015: 8.759 – ha Romagna 2020: 8.306), sia per ettari in produzione (ha Ra 2015: 7.959 – ha Romagna 2020: 7.696). Solo ciliegio e pero presentano maggiore produzione, seppur sotto il potenziale. Bene le mele, anche se con una produzione un po’ in calo: in Romagna, per quantitativi e finestra di mercato, si prevede una stagione che può essere soddisfacente.
  • Vitivinicolo e olivicoltura: aumento superfici, rese medie, produzione, qualità. Gli aumenti sono registrati in particolare nella provincia di Ravenna per il vitivinicolo. Cala l’export del vino a livello nazionale (-4%), ma in Romagna con le grandi cooperative e la moderna distribuzione il segno è positivo. Per i piccoli produttori, invece, sulle vendite di vino non tutto è rosa e fiori. L’olivo, in Romagna, trova la sua massima estensione in provincia di Rimini (1.684 ha di cui in produzione 1.651), seguita da Forlì-Cesena (ha 1.390, in produzione 1.100) e Ravenna (ha 650, in produzione 498). Si prevede una produzione in crescita del 73% rispetto al 2019, di circa 35 mila quintali di olive per 414 mila kg di olio, dei quali 39 mila Dop. La Romagna esprime le due Dop regionali: “Colline di Romagna” e “Brisighella”.
  • Cerealicolo: calano le superfici dei cerali considerati per la stesura dell’Annata Agraria realizzata da Cia Romagna (frumento duro e tenero, mais, orzo, sorgo): -2,7% (nonostante l’aumento di quelle a tenero e mais). In Romagna si è rilevata una buona annata per qualità e sanità e complessivamente con prezzi migliori del 2019. Duro, tenero e mais hanno maggiore estensione nel ravennate; l’orzo nel cesenate.
  • Industriali, orticole, sementiere: molta varietà di andamenti di superfici, rese e prezzi fra comparti e colture.
  • Zootecnia: la Romagna concentra la maggior parte degli allevamenti avicoli della regione (terza a livello nazionale) e si distingue in particolare per le galline ovaiole. Stabili gli allevamenti avicoli e bovini. Calano capi bovini da carne e da latte, calano capi ovicaprini. Aumento capi suini nel riminese. Calo dei prezzi. L’Apicoltura registra un altro pessimo anno.
  • Biologico: aumentano imprese e superfici, bene le vendite.
  • Florovivaismo: situazione molto variegata in Romagna per un comparto che a livello nazionale affronta, causa pandemia, una crisi economica senza precedenti. Stabili o leggermente in calo le aziende. Il calo medio del fatturato è di circa il 20%. Il prodotto gettato va da un minimo del 10% a oltre il 40%. Si prevede una contrazione della produzione delle Stelle di Natale e si registra uno stop ad intensità variabile negli investimenti nelle principali frutticole (drupacee e pomacee) a livello regionale e nazionale.
  • Forlì-Cesena e Ravenna nel 2019 esprimevano più di 6milioni di produzione lorda vendibile sui 15 milioni dell’Emilia-Romagna.
  • Agriturismo: anche questo comparto è stato duramente colpito dalla pandemia. In Romagna al 2019 erano 391 le aziende attive e 488 iscritte all’Elenco degli operatori turistici. A livello regionale erano 1.197 attive e 1.528 iscritte, in aumento sul 2018.
  • Vendita diretta, consegna a domicilio, e-commerce: emerge un’accelerazione nello sviluppo di nuovi canali di vendita, aumentati molto rapidamente da inizio lockdown, che si aggiungono ai più tradizionali (cooperative, consorzi, Op; mercati all’ingrosso e moderna distribuzione).

LE DICHIARAZIONI

Ha aperto i lavori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, che ha ripercorso le tante criticità che hanno afflitto il 2020 oltre al Covid. “In primavera abbiamo avuto grandi problemi dall’iniziale chiusura dei mercati agricoli. In questa fase è stata mantenuta la loro apertura, sono attività che si svolgono all’aperto e in piena sicurezza. Problemi ha avuto anche la silvicoltura, inserita molto tardi fra le attività ammesse durante il lockdown, e speriamo che la cosa non si ripeta. Si tratta infatti di un’attività importante sia per chi la esercita, sia per il mantenimento dei boschi e la tutela del territorio. Le restrizioni da Covid hanno aggravato poi la pressione della fauna selvatica, aumentata senza controllo, che non solo reca danni all’agricoltura, ma provoca incidenti e porta il rischio della peste suina. Ora con la zona arancione che impedisce gli spostamenti occorrono deroghe o è impossibile l’attività venatoria. Abbiamo avuto inoltre il problema delle gelate, con una vastità e un’entità di danni mai visti prima, per cui gli aiuti sono ancora insufficienti. L’ortofrutta è il comparto più in difficoltà a causa del clima, ma anche dei mercati, della cimice, delle patologie, e le aziende non riescono più a investire e innovare. Attendiamo ancora che finalmente si arrivi alla riduzione della burocrazia e chiediamo che per la copertura del rischio, dove vediamo un progressivo disimpegno delle compagnie assicurative, vengano incentivati strumenti nuovi, come le polizze parametriche. Infine il Green new deal: noi ci siamo, sin da quando già negli anni ’70 in questa regione abbiamo iniziato la lotta integrata. Ma non deve essere l’ideologia che detta le regole su coltivazioni e sostanze utiilizzabili, bensì la scienza e le competenze”.

Mirco Bagnari, direttore di Cia Romagna, ha sottolineato come il 2020 sia stato “Un anno durissimo, del tutto particolare, per il mondo ma, in particolare, per l’agricoltura romagnola, che ha dovuto fare fronte all’emergenza Covid ma anche ai pesanti danni da maltempo e legati al mutamento climatico (gelate, siccità, grandine). Cia Romagna ha lavorato per essere sempre vicina agli associati e per consentire loro di cogliere le opportunità che si sono aperte, come per esempio quelle sui vari contributi ma anche sul credito (su cui CIA Romagna ha sviluppato un nuovo servizio specifico). Ciò che è successo ha, però, spinto anche ad utilizzare modalità e canali nuovi di lavoro e ha riportato l’attenzione sulla centralità delle aziende agricole per la vita di ognuno di noi: siamo e saremo impegnati ad aiutare le imprese agricole a superare questo momento difficile e ad attrezzarsi per il futuro”

Cristiano Fini, presidente Cia Emilia Romagna. “Siamo riusciti a portare a casa per il prossimo anno 63milioni di euro per il risarcimento dei danni da cimice asiatica. Dalla prossima legge di bilancio continueremo a battere il chiodo per ulteriori risorse per le gelate tardive. Ma non dobbiamo continuare a rincorrere i problemi. Dobbiamo intervenire sugli strumenti assicurativi, che devono essere più puntuali ed efficaci. La legge 102 non va bene, il settore va riformato. Ci dobbiamo abituare ai fenomeni come gelate e grandine, per questo occorre agire in via preventiva. Lavoriamo infine con la Regione per diminuire la pressione burocratica”.

Manuela Rontini, consigliera regionale dell’Emilia-Romagna ha sottolineato come, “l’emergenza Covid ci ha fatto capire quanto sia forte e strutturato il settore agri-alimentare della regione”.

Ha chiuso con un messaggio di speranza il presidente nazionale di Cia, Secondo Scanavino: “Dopo la crisi viene lo sviluppo, e noi vogliamo continuare ad essere protagonisti di questo. Cia si assume la sua parte e la vuole fare fino in fondo”.

La versione integrale del report dell’Annata Agraria di Cia Romagna 2020 – corredata di dati e tabelle riassuntive per comparti e colture per le province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna e Romagna – è consultabile e scaricabile a questo link  e le slide con tabelle riassuntive per estensioni, rese medie e produzione a questo link. L’utilizzo dei dati è possibile citando la fonte “Annata Agraria 2020 – Cia Romagna”.

L’Annata Agraria è stata curata da Lucia Betti, Giorgia Gianni ed Emer Sani dell’Ufficio Stampa di Cia Romagna. Il report è realizzato attraverso la consultazione di fonti scritte e orali. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso, i curatori del volume si avvalgono della preziosa collaborazione degli Stacp di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; delle Camere di Commercio della Romagna e di Ravenna; del supporto dei tecnici e della Segreteria di Cia Romagna e dei numerosi stakeholder del settore intervistati: agricoltori, rappresentanti di cooperative, consorzi, enti, esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici.

Solidarietà e vicinanza ai sindaci

Cia Romagna esprime solidarietà e vicinanza ai sindaci di Ravenna Michele De Pascale, di Forlì Gian Luca Zattini e di Rimini Andrea Gnassi, destinatari di gravi ed inaccettabili minacce e intimidazioni rivolte a loro e alle città che governano da parte delle “Nuove Brigate Rosse”.

Stiamo attraversando una situazione estremamente difficile e delicata: le istituzioni sono chiamate a compiere scelte difficili, che garantiscano il più possibile la tutela della salute pubblica e la tenuta di un’economia già duramente messa alla prova; le nostre comunità stanno dimostrando responsabilità e coesione nella lotta al Covid-19.

“In un momento come quello che stiamo vivendo, ancor meno si possono tollerare messaggi di odio, violenza e terrorismo – afferma Danilo Misirocchi, Presidente di Cia Romagna – Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine, affinché facciano luce sugli autori delle pericolose missive e li assicurino presto alla giustizia”.

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