L’Agricoltura in piazza: grande festa per il Primo Maggio
Dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, Cia Romagna è tornata a festeggiare il Primo Maggio a Santarcangelo. Grande successo per la manifestazione “L’Agricoltura in piazza”, che ha visto un folto pubblico di tutte le età fra le bancarelle del mercato dei produttori agricoli locali, i giochi senza tempo del Ludobus Scombussolo, la musica di Sergio Casabianca, le zirudele di Emilio Podeschi e il tradizionale corteo dei mezzi agricoli per celebrare il lavoro.
In piazza Ganganelli non sono mancati i saluti istituzionali, con l’intervento del presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e la sindaca di Santarcangelo Alice Parma.
Trascrizione dell’intervento del presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi
Eravamo qui il primo maggio 2019, 1096 giorni fa. Sembra passata una vita. Allora parlavamo di mercato del lavoro, di copertura del rischio, di selvatici… Avevamo fatto quindici giorni prima la nostra Assemblea in cui avevamo parlato di Europa, perché era un periodo in cui si metteva in discussione il valore dell’Europa.
Da allora è cambiato il mondo. Una pandemia è arrivata, ha cambiato il mondo e gli equilibri nell’economia. E ha cambiato anche l’Europa, sia nella percezione, sia nella politica sia anche negli effetti pratici che riguardano l’Europa.
Noi stessi, stando chiusi in casa, abbiamo riscoperto il valore della libertà, perché valore della libertà, il valore della democrazia, sono come il valore della salute: ci si accorge di quanto sia importante quando si perde.
In quel periodo tutte le istituzioni, giorno per giorno, affrontavano nuovi problemi, si cercavano nuove soluzioni e c’era un confronto continuo con chi rappresentava qualcosa, ovvero i corpi intermedi. Noi siamo i corpi intermedi. E in quel periodo si è anche riscoperto il valore dei corpi intermedi.
Ai grandi cambiamenti dovuti alla pandemia purtroppo oggi si è aggiunta anche la guerra. Ce ne sono 33 di guerre aperte nel mondo e come ha detto Papa Francesco a Redipuglia, la terza guerra mondiale si sta già facendo, a pezzi.
Ma questa guerra è diversa dalle altre. Non sugli effetti sulle popolazioni e sulle persone, ma perché comunque la vediamo sotto i riflettori, la capiamo, la viviamo quasi in diretta nella sua drammaticità. E‘ più vicina, è più pericolosa anche per gli effetti che ha sugli equilibri mondiali e su tante cose che non saranno più come prima.
Tra la pandemia e la guerra forse abbiamo capito delle cose che prima non avevamo chiare del tutto. Il valore di non dipendere dal mondo, dalla globalizzazione per tutto, per l’energia, il cibo… Quando parliamo di cibo parliamo di agricoltura, del nostro settore. Si è lontani dai tempi in cui si teorizzava che non è importante produrre il cibo, perché comunque lo si produce da altre parti del mondo e può essere il motivo di scambio. Stiamo riscoprendo anche l’importanza di questo.
Oggi abbiamo un volantino del Primo Maggio con il lavoro, l’ambiente e la pace.
Sul lavoro ci sono tante contraddizioni. Stiamo parlando di disoccupazione, degli impatti della pandemia sull’economia e quindi sull’occupazione… Però poi non troviamo manodopera, quindi sicuramente c’è qualche contraddizione, qualcosa che non va, qualcosa che si fa fatica a capire.
Nel nostro settore la manodopera sono soprattutto gli extracomunitari. Abbiamo bisogno di smettere di fare delle speculazioni politiche in un senso o nell’altro, abbiamo bisogno di politiche serie, che favoriscano l’integrazione, politiche per la formazione, per meno burocrazia, per la gestione dei flussi. C’è bisogno insomma di una strutturazione più importante per il lavoro e per la manodopera.
L’ambiente: si parla tanto di green deal, di sostenibilità. Una cosa su cui noi siamo assolutamente d’accordo e siamo già in campo da tanto tempo, perché Cia Emilia-Romagna ha commissionato uno studio a un ente terzo – quindi senza interessi – da dove si evince, si certifica, si dimostra che l’impatto del nostro settore sull’ambiente è diminuito e sta diminuendo continuamente.
Quindi quando parliamo di green deal, cosa su cui noi siamo d’accordo, siamo d’accordo che vada affrontato non partendo da un punto di vista ideologico, ma partendo da un punto di vista scientifico, perché con la scienza stiamo andando avanti e sempre meno impattiamo.
Quando parliamo di ambiente parliamo anche di gestione dei selvatici. La natura è fatta di equilibri e tutte le volte che l’uomo interviene per distruggere troppo, ma anche per proteggere troppo, noi creiamo dei disequilibri e creiamo dei guai.
L’agricoltore è anche manutenzione del territorio e paesaggio. Basta girare qui, nelle colline, per vedere un bel paesaggio, come sono ben tenuti i campi. E’ manutenzione del territorio.
Con la pandemia forse è venuta ancora più forte l’esigenza dei cittadini di fare un giro nei campi, di venire all’aria aperta. Noi siamo in Romagna, nella tradizione della cultura contadina c’è l’accoglienza, quindi siete i benvenuti. Ma va fatto con rispetto e con educazione, perché le aziende agricole non sono dei parchi aperti: sono delle attività economiche dove ci sono anche delle responsabilità da parte dell’azienda. Quindi venite, ma in quello con cui ci siamo strutturati per ricevere i cittadini: agriturismi, fattorie didattiche e tante cose, perché abbiamo tanto da fare, tanto da far vedere tanto da dimostrare. Ma non ci può essere un giro libero per i campi.
Infine la pace. Sappiamo benissimo che se finisse domani la guerra in Ucraina, e purtroppo non ci sono le condizioni, già oggi la tragedia umana è stata enorme è l’abbiamo vista, ma anche gli effetti economici sono sotto gli occhi di tutti. Si sono generate dinamiche nuove, nuove difficoltà di gestire le materie prime che crescono, l’inflazione che ha passato il 6 per cento – c’è anche della speculazione naturalmente – i mercati che stanno cambiando… Insomma c’è tutta una situazione complicata da gestire.
Per gestire questa situazione, noi come organizzazione abbiamo fatto delle proposte. Alcune sono state accettate e vanno ancora gestite dal punto di vista attuativo. Altre le abbiamo in campo. E le proposte, noi le facciamo perché è il nostro lavoro di corpo intermedio, le facciamo per il nostro settore, perché comunque noi siamo un’organizzazione che rappresenta il settore. Ma le facciamo anche in un contesto di un’economia più strutturato, più generale, quindi non ci fermiamo al nostro settore: le facciamo tenendo in grande considerazione anche gli effetti sociali perché l’economia e il sociale sono collegati.
E per fare questo, abbiamo detto prima dell’importanza dei corpi intermedi. Per essere efficaci come struttura bisogna essere efficaci a livello nazionale, a livello regionale e a livello territoriale. Quindi credo che in questa situazione complicata l’intuizione di costituire una Cia Romagna sia stata sicuramente un’intuizione buona, nella quale noi continuiamo a credere in maniera importante. Quindi la Cia c’è per i propri associati, ma soprattutto la Cia è con i propri associati – perché la Cia è gli associati – la Cia c’è per il lavoro, la Cia c’è per l’ambiente, la Cia c’è per la pace.
Buon Primo Maggio a tutti.