ROMAGNA

NOTIZIE IN PRIMO PIANO ROMAGNA

Accordo con Snam rete gas, presto gli incontri con gli associati

Il 5 febbraio è stato firmato l’accordo, tra Snam Rete Gas S.P.A. e le associazioni di categoria (CIA, Confagricoltura, Coldiretti, Promosagri, Copagri), per definire le procedure, che Snam Rete Gas S.P.A., applicherà per determinare le indennità che spetteranno ai proprietari dei terreni, che verranno interessati delle opere di costruzione/sostituzione dei seguenti gasdotti:

a) “Rif. Rimini – Sansepolcro” DN 650/750 (26”/30”) – DP 75 bar e opere connesse;

b) “Rif. Ravenna – Chieti tratto Ravenna – Jesi” DN 650 (26”) DP 75 bar e opere connesse;

c) Rif. Allacciamento al Comune di Alfonsine DN 100 (4”) / DN 150 (6”) – DP 75 bar;

L’inizio dei lavori di posa dei gasdotti è, al momento previsto a partire da aprile 2019 ed il loro termine, ripristini compresi, è previsto per giugno 2022.

 La CIA provvederà ad organizzare degli incontri, sul territorio, per tutti gli associati proprietari di fondi agricoli interessati da queste opere.

Allo scopo di stabilire con esattezza i danni arrecati dai lavori di realizzazione dell’opera ai terreni, alle pertinenze, alle colture ed alle infrastrutture sia alla conduzione sia alla proprietà, SRG procederà alla redazione degli stati di consistenza prima dell’apertura della pista di lavoro. Lo stato di consistenza verrà redatto in contraddittorio alla presenza del proprietario e/o conduttore che potrà farsi assistere da un tecnico e/o dall’Associazione Agricola di appartenenza. Nel caso di interessamenti di impianti poliennali (es. frutteti), su richiesta del proprietario lo stato di consistenza verrà redatto in occasione del modello di costituzione di servitù.

L’accordo siglato, essendo un accordo di indirizzo, non deve intendersi vincolante per ogni singolo caso. Nei casi in cui l’opera sia particolarmente impattante si valuterà caso per caso l’indennizzo di servitù e danni spettante agli interessati

In caso di perdita del contributo PAC, o di contributi a superficie previsti dal PSR (biologico, integrato, ecc.) sulle aree interessate dai lavori, si calcoleranno i mancati introiti e si liquideranno agli aventi diritto, previa presentazione a Snam RG della documentazione attestante il mancato percepimento del contributo.

L’accordo è frutto di diversi incontri tra le associazioni di categoria e Snam Rete Gas S.P.A.

Festival degli Agrichef: Casa Molinari (Bertinoro, FC) alla tappa regionale

Tra gli agriturismi del territorio associati a Cia Romagna ci sarà Casa Molinari di Santa Maria Nuova di Bertinoro (FC). Piatto proposto: “Fiori d’inverno”: involtino cavolo verza con ricotta, nocciole e crema di patate. La IV edizione del Festival degli Agrichef il 5 febbraio è a Castelfranco Emilia per la tappa regionale. Gli Agrichef saranno in cucina per preparare la ricetta locale che sarà scelta per rappresentare la regione Emilia Romagna a Roma. All’insegna del motto “IncontriamoCiatavola”, gli Agrichef sono rappresentanti del territorio e divulgatori della tradizione, capaci di amalgamare i saperi della cultura contadina con il recupero di ricette antiche e la valorizzazione di luoghi e tipicità autoctone. L’iniziativa di Cia e Turismo Verde è nata per promuovere e valorizzare a livello nazionale i piatti tipici regionali, quelli che raccontano la tradizione contadina e le abitudini agricole.

Agriturismo Casa Molinari (FC)
Agriturismo Casa Molinari (FC)
Elisa Maraldi di Casa Molinari, agriturismo a Santa Maria Nuova di Bertinoro (FC)
Elisa Maraldi di Casa Molinari, agriturismo a Santa Maria Nuova di Bertinoro (FC)

Nuovi incarichi in Cia Romagna: Ceroni e Orlati

Prosegue il consolidamento della struttura organizzativa di Cia Romagna. Recentemente assegnati nuovi incarichi ad Agnese Ceroni e a Francesca Orlati. Di seguito una breve presentazione.

Agnese Ceroni, Cia Romagna
Agnese Ceroni, Cia Romagna

AGNESE CERONI, Laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie a Bologna, lavora in Cia dal 2002, inizialmente come supporto tecnico a Lugo (RA) e dal 2005 come tecnico nella sede di Faenza. Dal 2013 ha avuto l’incarico di responsabile sul territorio provinciale di Ravenna per l’agriturismo, vendita diretta ed igiene degli alimenti. Dal 2015 a marzo 2018 è stata segretaria dell’Associazione Donne in campo Ravenna. Nel 2019 è stata nominata responsabile, per Cia Romagna, dell’area “Attività Agriturismi, Vendita diretta ed Igiene degli alimenti”. In questo ambito sarà avviato anche un nuovo servizio alle imprese con l’obiettivo di creare spazi, nuovi mercati  ed opportunità per/con le aziende agricole che fanno o si approcciano per la prima volta al farmer market. Agnese Ceroni sarà presente il lunedì e il giovedì nella sede di Cia Romagna di Cesena (recapito diretto 0547 078540)  e il mercoledì e il venerdì nella sede di Cia Romagna di Faenza. Indirizzo e-mail: a.ceroni@cia.it

 

Francesca orlati, Cia Romagna
Francesca Orlati, Cia Romagna

FRANCESCA ORLATI, perito agrario, in Cia sin dagli anni ’90 e già responsabile del Centro autorizzato di assistenza agricola (Caa) e dell’ufficio tecnico di Cia Cesena, è stata nominata nel 2019 nuovo capo settore del Caa di Cia Romagna. Durante questi anni ha contribuito con esperienze molteplici alle diverse attività del Caa, progredendo nella consulenza e nello sviluppo di piani e bandi PSR. Il Centro autorizzato di Assistenza Agricola (Caa)  assiste le aziende agricole in tutti i procedimenti amministrativi ed eroga servizi agli adempimenti e alla consulenza aziendale. Svolge un’attività di interfaccia funzionale tra impresa agricola e pubblica amministrazione nella raccolta tecnica della documentazione attestante identità del produttore, titoli di conduzione, piano colturale, piano assicurativo e quanto necessario all’azienda per fare del fascicolo aziendale lo strumento di relazione con la pubblica amministrazione e base funzionale per la presentazione delle domande di aiuto.

Arricchire l’agricoltura con l’innovazione – convegno a Bologna

Arricchire l’agricoltura con l’innovazione. Le applicazioni in campo per colture sostenibili
Convegno organizzato da Cia Emilia Romagna. Si svolge a Bologna il 28 gennaio 2019, dalle ore 10.00 presso FICO Eataly World, Centro congressi. Info: (+39) 051-6314311 – emiliaromagna@cia.it.

Partecipazione gratuita, per le preiscrizioni iscriversi al link https://goo.gl/94V53Z

Clicca qui per il programma completo

Cia Romagna c’è per l’agricoltura di oggi e di domani

Territori, copertura del rischio, credito, colture e metodi di coltivazione possibili i temi affrontati e da affrontare

Rifarebbero tutti la firma.  A un anno dalla nascita di Cia Romagna, sorta dalla fusione fra le Cia delle province di Forlì-Cesena, di Ravenna e di Rimini il 14 dicembre 2017, le valutazioni del presidente Danilo Misirocchi e dei vicepresidenti Lorenzo Falcioni e Guglielmo Mazzoni: «Si è trattato di un anno molto impegnativo, ma la scelta è giusta. Eravamo come pesche di varietà diverse: sapevamo che non sarebbe stato semplice amalgamare tre realtà. L’ibridazione ha dato buoni frutti e la struttura ha risposto in maniera positiva».

Un passo importantissimo sul territorio per Cia nella sua nuova e più grande dimensione “romagnola”. «Un obiettivo era diventare più grandi per contare di più afferma il vicepresidente FalcioniStiamo già toccando con mano la positività del percorso: abbiamo concluso 12 incontri sul territorio romagnolo che ci hanno fatto dialogare e confrontare con un migliaio di agricoltori: non è stato facile e non era scontata quest’ampia e bella partecipazione avvenuta in un clima collaborativo. La Cia incontra gli associati è un appuntamento che rifaremo ogni anno per rendicontare ai soci il lavoro politico e approfondire i temi più tecnici di attualità. Uno degli impegni assunti all’atto costitutivo di Cia Romagna è stato proprio quello della presenza capillare nei territori: ciò si è verificato con diverse iniziative pubbliche e incontri con gli associati durante tutto l’anno in diverse zone della Romagna».

Il vicepresidente Mazzoni sottolinea le tante energie impiegate per portare a regime la macchina, compresa la fusione delle tre società di servizi diventate Cia Romagna Servizi. «Ci concentreremo nell’organizzazione di servizi legati sempre più alle nuove forme di agricolture possibili accanto a quelle tradizionali. Dobbiamo lavorare sui prezzi all’origine pur nella consapevolezza che nella globalizzazione sarà complicato agganciare spazi di manovra, ma su questo tema ci dobbiamo essere. Abbiamo spalle più robuste e dobbiamo attrezzarci anche per indicare agli agricoltori, analizzando l’oggi, quali scenari e prospettive siano possibili. Cia Romagna c’è per l’agricoltura di oggi e di domani».

Oltre al consolidamento della macchina organizzativa e all’ordinaria attività istituzionale, Cia Romagna nel 2018 si è impegnata soprattutto su questi versanti: copertura del rischio, credito; agricoltura di collina e montagna; sviluppo futuro dell’agricoltura romagnola, a livello di colture e di metodi di coltivazione, anche a fronte dell’estremizzazione climatica. «Dal punto di vista politico siamo riusciti ad essere più efficaci ed incisivi sottolinea il presidente Danilo Misirocchi Su queste tematiche, monitorate quotidianamente, sono stati realizzati anche momenti pubblici di confronto e approfondimento che hanno dato forza alle nostre proposte e azioni politiche». Sempre numerosa la partecipazione dei soci, dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico che ruota attorno all’agricoltura: dal Primo Maggio a Santarcangelo fino a Novafeltria, dov’erano presenti le assessore regionali Simona Caselli e Paola Gazzolo e i presidenti Cia regionale e nazionale Cristiano Fini e Secondo Scanavino insieme a circa 200 fra soci e ospiti vari; dalla Biennale di Lugo fino alla presentazione della prima Annata agraria della Romagna, dopo 31 edizioni ravennati, in novembre a Forlì. «Temi ed eventi ampiamenti ripresi dalla stampa locale e da quella di settore a livello nazionale – riporta Misirocchi – Ci ha fatto piacere vedere che, sull’Annata agraria ad esempio, sono usciti alcuni articoli anche nelle edizioni spagnola e francese di riviste specializzate».

Le sfide del 2019? Il proseguimento del consolidamento della struttura, l’ulteriore qualificazione e l’implementazione dei servizi alle imprese e alle persone, l’attività politico-istituzionale rappresentano il terreno sul quale sarà impegnata Cia Romagna.  Accanto ai temi già messi in evidenza, dal punto di vista politico se ne affiancano almeno altri due: la Pac e la semplificazione della burocrazia, che aumenta: «tutto questo lavoro lo faremo con una macchina organizzativa più strutturata e saranno sempre più evidenti i benefici di questa fusione», conclude il presidente Misirocchi.

Nuovi responsabili di zona

Responsabili di zona per il rapporto soci e supporto alla rappresentanza

Prosegue lo sviluppo del sistema Cia Romagna per rafforzare la presenza capillare sul territorio a presidio delle aree rurali e per consolidare il rapporto diretto con gli agricoltori. Recentemente la Giunta di Cia Romagna ha deliberato la nomina di altri responsabili di zona per il rapporto con i soci e supporto alla rappresentanza: oltre ad Alessandro Giunchi, per la zona di Cesena (da dicembre); sono Mirko Tacconi, per la zona di Forlì (da gennaio 2019), Enea Astuto, per la zona di Savignano sul Rubicone (da gennaio 2019).

Mirko Tacconi, 43 anni, agronomo, dal 2004 in Cia. Fino al 2007 tecnico con il ruolo di operatore del Caa, gestione anagrafe aziendale, piani colturali e predisposizioni domande uniche per la Cia provinciale di Ravenna in vari uffici territoriali quali San Pietro in Vicoli, Ravenna, Faenza e Lugo. Dal 2008 è entrato nella Cia provinciale di Forlì-Cesena nella sede zonale di Forlì occupandosi di Prsr, piani di sviluppo aziendale, primo insediamento, misure agroambientali, assistenza aziende biologiche, integrato. Multifunzionalità, assistenza tecnica per apertura, Ausl notifica sanitaria, scia e anche di problemi idrici, rifiuti, caccia, calamità naturali. Per la zootecnia: rinnovo autorizzazioni, Pua, comunicazioni, assistenza tecnica. Referente Agia provinciaForlì-Cesena fino al 2016. Dal 2018 ricopre lo stesso ruolo sempre presso l’ufficio di zona di Forlì per Cia Romagna.

Enea Astuto, 41 anni, agronomo, dal 2004 in Cia, assunto stabilmente dal 2009, con alle spalle anche un anno di Dottorato di Ricerca in Qualità dei prodotti orticoli, analisi quali-quantitative su lattuga, basilico, peperone,cavolo nero, cavolfiore. Dal 2008 al 2009 in qualità di operatore dell’Ufficio tecnico della sede di Forlì-Cesena si è occupato,fra gli altri compiti, di gestione dell’Anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia Romagna, compilazione domanda unica,compilazione libretto carburante agevolato Uma. Dal 2009 opera dalla sede Cia di Savignano sul Rubicone ed è responsabile dell’Ufficio tecnico, del Caa (fra le altre cose redazione e gestione contratti d’affitto del fondo rustico) e del pacchetto igiene e sicurezza alimentare (redazione manali Haccp, risoluzione problematiche aziendali con Ausl, pratiche Suap e nuove aperture Osa).

Mirko Tacconi
Enea Astuto

Alessandro Giunchi, rapporto soci e supporto alla rappresentanza

Alessandro Giunchi, funzionario tecnico dal 2014 in Cia, è stato nominato dalla Giunta di Cia Romagna nuovo responsabile del rapporto con i soci e supporto alla rappresentanza della zona di Cesena. In carica dal 1° dicembre. Giunchi, 46 anni, ha una laurea in scienze e tecnologie alimentari all’Università di Bologna e un dottorato di ricerca in Ingegneria agraria. Dal 2008 si occupa della gestione dell’azienda agricola di famiglia, “Terre Giunchi”, in particolare della cantina vitivinicola e dello sviluppo dell’agriturismo. Dal 2010 è presidente del Consorzio Vino e Olio Cesena, con mansioni di coordinamento ed organizzazione di eventi di promozione e sviluppo delle cantine e dei produttori di olio del cesenate. In Cia ha svolto diversi incarichi, come supporto al direttore e servizio tecnico alle imprese (pratiche PSR, agriturismo, credito e fondiario).

Cia Romagna incontra gli associati

La Cia Romagna organizza una serie di serate denominate “La Cia incontra gli associati“ che vertono sull’attività dell’organizzazione ed i principali temi di attualità, tra i quali il tesseramento 2019, la fatturazione elettronica, la Legge di stabilità 2019.

Gli associati sono invitati a partecipare. Ecco il calendario.

Mercoledì 21 novembre ore 20.15 a Lugo, sala Banca di Romagna via Manfredi 10

Giovedì 22 novembre ore 20.15 a Faenza, sala BCC via Laghi 79

Lunedì 26 novembre ore 20.15 a Ravenna, sala N. Baldini via Faentina 106

Martedì 27 novembre ore 17.30 ad Alfonsine, Auditorium scuole medie v. Murri 26

Mercoledì 28 novembre ore 17.30 a Forlì, sala Apofruit via Galvani 6

Venerdì 30 novembre ore 20.15 a Cesena, sede Cia via Rasi Spinelli 160

Lunedì 3 dicembre ore 20.15 a San Piero in Bagno, sala Comunale piazza Martiri 1

Mercoledì 5 dicembre ore 20.15 a Savignano, sala Galeffi piazza Borghesi 9

Giovedì 6 dicembre ore 20.15 a Coriano, sala Isotta piazzetta Salvoni

Lunedì 10 dicembre ore 20.15 a Novafeltria, sala Teatro via G.Mazzini

Venerdì 14 dicembre ore 20.15 a Santarcangelo, sala Biblioteca via Pascoli 3

Lunedì 17 dicembre ore 20.15 a S. Pietro in Vincoli, sala Delegazione

La Cia incontra gli Associati: calendario in pdf

Presentata la prima edizione dell’Annata agraria della Romagna

Realizzata da Cia Romagna, si tratta dell’unica pubblicazione di settore che raccoglie i dati più significativi per quanto riguarda i comparti dell’agricoltura del territorio

E’ stata presentata il 23 novembre l’edizione 2018 dell’Annata agraria realizzata da Cia-Agricoltori Italiani. Il report, storicamente realizzato da Cia Ravenna (che ne ha curato 31 edizioni), da quest’anno facendo seguito alla nascita di Cia Romagna, si amplia all’intero territorio romagnolo, con dati relativi alle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Si tratta dell’unica pubblicazione di settore che raccoglie i dati più significativi per quanto riguarda l’agricoltura dell’area vasta Romagna, prendendo in esame il periodo novembre 2017 – ottobre 2018. Periodo non casuale, ma legato al fatto che in Romagna era consuetudine far scadere i contratti agrari per San Martino, 11 novembre, momento adatto in quanto dopo la semina il calendario dei lavori agricoli era meno fitto e impegnativo.

Demografia delle imprese. In Romagna l’agricoltura continua ad essere fra i settori in restringimento: al 30.09.2018 erano 16.099 le imprese agricole attive (su 106.496 imprese complessive attive), -1,53% su settembre 2017. Prosegue il trend calante anche nelle imprese femminili agricole romagnole: sulle complessive 22.159 femminili quelle agricole diminuiscono: erano 3.031, 89 unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2017. Le agricole femminili diminuiscono anche nel riminese, pur distinguendosi questa provincia a livello regionale per il tasso di femminilizzazione delle imprese (21,1%).Anche le imprese giovanili complessive sono in calo del -2,2% ed è qui che invece l’agricoltura registra un segno positivo in quanto le agricole giovanili al 30.09.2018 hanno fatto segnare una crescita del 6,4% su settembre 2017: la Romagna esprime 520 imprese agricole under 35 sul totale delle giovanili che è di 7.356. In merito agli occupati il dato fornitoci è relativo al primo trimestre 2018: 480.467 unità di cui 29.260 in agricoltura, in flessione di 458 unità rispetto al primo trimestre del 2017, Da sottolineare che in quanto a occupati in agricoltura complessivamente in calo nelle tre province romagnole prese in considerazione nel loro insieme, la provincia di Forlì-Cesena ha segno più con una crescita di 353 unità rispetto al trimestre precedente.

Frutticolo. Prosegue il trend di espansione della superficie coltivata per albicocchi e ciliegi, lievemente anche quelle di meli e susini, stabile quella del pero. Continua di contro il calo degli ettari di pesco e nettarina per una media tendenziale del 10% annua. Degli oltre 10 mila 600 ettari romagnoli rilevati 2017 (circa l’80% dell’estensione totale della regione) le nettarine sono poco sotto 6 mila 900 ettari e le pesche intorno ai 4 mila 300 ettari. Sul versante produzione, rese, prezzi all’origine e redditività il 2018 vede l’albicocco fra le frutticole in maggior difficoltà per quantità, qualità, prezzi deludenti perché non remunerativi a causa della mancanza di prodotto e per i consumi: produzione ridotta di circa il 50% sul 2017 (che è stato un anno di abbondanza) e comunque di un 40% su annate ordinarie.

Per il ciliegio abbiamo una minor produzione media romagnola (-30% circa) ma alta qualità. E’ la provincia di Forlì-Cesena che esprime la maggior estensione con oltre 530 ettari sugli oltre 740 romagnoli e gli oltre due mila della regione. La Corniola è la varietà che si coltiva prevalentemente nelle colline del cesenate; in flessione di circa il 30% la produzione e prezzi inferiori alle aspettative e al consolidato di questa varietà. Nella coltivazione del melo in Romagna è Ravenna che esprime maggiori estensioni: oltre 1270 ettari sui 1.600 romagnoli. Il quantitativo della produzione locale è tale da poter essere collocato per quasi tutte le aziende e le mele non dovrebbero generare difficoltà per i coltivatori romagnoli.

Una situazione particolare la stanno vivendo le pere. La produzione romagnola nel 2018, fra estive e invernali sembra da record con un +15% rispetto al 2017 (resa media circa +3%). I prezzi all’origine mediamente sono inferiori di circa il 25% rispetto a quelli del 2017.

Cala la produzione di pesche e nettarine in Romagna di circa il 15% come media, in linea con il calo a livello regionale (-15%) e nazionale (-16%), mentre l’Europa segna un -8%. Dal punto di vista del reddito è comunque un’annata non critica. Il 21 giugno, quest’anno, è partita la campagna 2018 della Pesca e Nettarina di Romagna Igp: a fronte di un’annata che vede la produzione peschicola in calo, il prodotto a origine certificata continua a rappresentare una piccola nicchia di offerta per estimatori.

Per il susino sembra esserci una debole riscossa. La Romagna, con le province di Ravenna e di Forlì-Cesena, detiene oltre il 60% della superficie a susino presente in regione: oltre 2 mila 740 ettari su oltre 4.100. In Romagna la produzione totale è stimata mediamente in calo di circa il 13%, con un 20% in meno delle cinogiapponesi estive rispetto al 2017. Per le varietà Europee si è verificato invece un incremento di produzione di circa il 20%. Le quotazioni all’origine sono state superiori rispetto agli altri anni anche fino a una media di 50 centesimi in più al kg.

La Romagna, con la provincia di Ravenna capofila, rappresenta circa il 90% dell’estensione dell’actinidia a livello regionale: al 2017 la superficie romagnola coltivata era di circa 4.192 ettari (Ravenna 3.470 ettari; Forlì-Cesena 701 e Rimini 21), La produzione complessiva prevista per il 2018 in Romagna sembra inferiore di circa il 10% ed è sotto al potenziale produttivo già da alcuni anni. Al momento difficile elaborare previsioni sulla quantità effettivamente commercializzabili e sull’andamento dei prezzi. L’actinidia deve fare i conti con batteriosi, moria, meteo e cimice asiatica.

Ottima per qualità la campagna olivicola romagnola dove insistono il 90% degli ettari regionali a olivo. Il riminese esprime la superficie più ampia. Produzione complessivamente in crescita, ma andamento differenziato con un +70% per il ravennate, un +20% per forlivese cesenate e un -70% per il riminese. Sono circa 3.800 le tonnellate di olive prodotte in Romagna, di cui circa 250/280 tonnellate Dop. La produzione complessiva di olio è di circa 470mila kg, di cui circa 30mila kg Dop: 6mila kg Dop “Colline di Romagna” e 24-25mila kg Dop “Olio Brisighella”.

Il vitivinicolo. Sono circa 24mila gli ettari coltivati a vite in Romagna e la produzione complessiva, nel 2018, è stimata in crescita mediamente del 43% rispetto al 2017, anno eccezionale per la scarsità di uva prodotta che in Romagna raggiunse circa 3,7 milioni di quintali di uva. L’incremento si registra specialmente sulle uve bianche (+25%, e nel 2017 ebbero un calo del 24%), in particolare il Trebbiano di pianura (situazione simile al Veneto), con numeri record e incrementi 2018 sul 2017 anche del 56%. Bene le Albane, che hanno generato prodotti meno strutturati ma più freschi e fruttati. Più che soddisfacenti i risultati per le varietà a bacca rossa (+18%). Le uve Merlot hanno una buona freschezza aromatica. Ottimi anche i Sangiovesi con livelli qualitativi più che buoni e diverse punte di eccellenza. In generale mezzo grado in meno di media rispetto al 2017. Uve Dop in crescita di circa il 25%. Il prezzo all’origine delle uve è in media di 22 Euro/quintale, inferire anche più del doppio rispetto a quello del 2017 (50 Euro/quintale).

Cerealicolo. I cereali maggiormente diffusi in Romagna sono i frumenti, duri e teneri. Nella parte più a sud, nelle colline del forlivese e cesenate, è presente anche l’orzo (3.300 ettari nel 2017, a fronte dei 1.640 e dei 1.300 del ravennate e del riminese), insieme a colture più aride come il girasole e il farro. La produzione 2017 si è rivelata eccezionale per rese e qualità del raccolto dei cerali a paglia, le rese medie regionali sono state 67 q/li ha per il duro (60,3 la media in Romagna); quasi 70 q.li/ha per il tenero (media in Romagna 65,23 q/ha) e 62,6 q/ha per l’orzo (media romagnola 61,8 q/ha).  Il 2018 appare altalenante e complessivamente in Romagna la produzione è calata di circa il 17%. Le rese sono state tutte in calo (tranne quelle di mais e sorgo) di circa 15 quintali in meno per ettaro rispetto al 2017.

Ondivago l’andamento per le colture oleoproteaginose: aumenta il girasole, calano soia e colza. Una coltura che sta emergendo è il cece, anche se il meteo non è stato favorevole in quest’annata.

Colture industriali. L’erba medica ha avuto un’ottima produzione di foraggio, qualità buona e mercato in crescita, con andamenti pre-2017 e prezzi interessanti anche per il prodotto disidratato. Risultati deludenti per la barbabietola da zucchero per colpa del meteo sfavorevole e produzioni sotto le aspettative in particolare per il titolo zuccherino. Lo zucchero prodotto è stimato in calo del 48% rispetto al 2017: 228mila tonnellate a fronte delle 400mila. Annata poco soddisfacente anche per le quotazioni con costi di produzione più alti dei prezzi all’origine che verranno pagati.

Colture da seme. Il comparto è il fiore all’occhiello dell’agricoltura regionale e nel distretto di Forlì Cesena (seguito da Bologna e Parma) si registra la maggior presenza di ditte sementiere fra le circa 75 complessive presenti in Emilia Romagna, un terzo del totale nazionale. La campagna romagnola 2018 in quanto a superfici coltivate con colture da seme presenta una situazione simile a quella del 2017, con leggere flessioni per cavoli, carota, spinaci, coriandolo e basilico, mentre propendono all’aumento quelle di zucche, zucchino, rape e cetriolo.

Cavoli e brassiche ibride non hanno raggiunto i risultati eccezionali del 2017, anche se le rese sembrano al di sopra delle medie attese. Positiva invece la stagione per la bunching e la cipolla, ibride e standard, con rese molto sopra la media, con una riscossa su diversi anni di difficoltà generale.

Per la cicoria estiva molto soddisfacente. Così il cetriolo e le altre cucurbitacee sembrano aver goduto dello stesso effetto climatico positivo, con una raccolta in linea generale migliore del 2017.

Il cece da seme, che a livello nazionale ha più che raddoppiato la superficie, nell’area romagnola, ma non solo, sembra abbia sofferto le condizioni climatiche in particolare le frequenti e abbondanti piogge. Andamento positivo anche per rucola, piselli e lattughe. I ravanelli ibridi sembrano al di sotto delle aspettative, mentre i ravanelli standard sono nella media. Le carote purtroppo hanno problemi di commercializzazione a causa della batteriosi.

Colture industriali da seme. Le barbabietole da seme per la maggior parte si trovano nel ravennate e nell’imolese, con superfici anche nel forlivese-cesenate, pur se di estensioni inferiori. Dei circa 5mila ettari nazionali oltre il 90% sono in Emilia Romagna. Gli effetti dell’andamento climatico si sono avuti sullo sviluppo vegetativo e sulle rese per ettaro che, a differenza del 2017 indipendentemente dalle ditte e dalle genetiche, sono state di circa il 20% in meno, passando da una media di circa 25 q/ha del 2017 a una media di 20 q/ha del 2018.  La qualità del seme non dovrebbe aver sofferto.

Girasole, soia e colza (oleaginose) hanno andamenti diversificati fra loro e anche al loro interno. La superficie del girasole da seme è data in espansione per il 2018. L’andamento delle rese da seme è buono, nella maggior dei casi fra 16 e 18 q/ha come media. La soia da seme in Romagna nel 2018 per quanto riguarda la resa per ettaro è nella media delle precedenti annate, anche se in alcune zone si stimano flessioni del 20% delle superfici. Le superfici a colza (da seme e da olio complessivamente) in Romagna nel 2018 sono stimate in aumento con rese medie inferiori a quelle del 2017. In particolare nell’area ravennate passa da 205 a 420 ettari, mentre la resa media flette da 40 a 25q/ha.

Erba medica da seme è una produzione molto importante per l’Emilia Romagna, che coltiva il 50% dei circa 40 mila ettari complessivi in Italia. La superficie di medica da moltiplicazione è concentrata soprattutto in Romagna, a Ravenna in particolare dove gli ettari coltivati complessivamente fra foraggio e seme sono, da una media dell’andamento degli ultimi 4 anni (2015/2018), circa 15.700 (15.800 stimati per il 2018, 9% in più del 2017; erano 14.500 nel 2017 e oltre 16mila precedentemente). La produzione di medica nel suo insieme si stima in aumento di circa il 20%, con rese medie complessive che a Ravenna si stimano fra i 370-400 q/ha.  Per la medica da seme è una stagione sottotono.

Colture orticole. Le orticole prevalenti in Romagna sono fagiolo fresco e fagiolino, spinacio, pisello, erbette, lattuga, zucchino e zucca, pomodoro da industria, patata, cipolla, per una produzione complessiva romagnola di oltre 4 milioni di quintali su oltre 10.500 ettari. Una curiosità: i 47 ettari del cardo presenti in Regione nel 2017 sono solo in Romagna: 42 a Forlì-Cesena e 5 a Ravenna. A livello generale, negli ultimi 5 anni in particolare, sono diminuiti gli investimenti nel comparto delle orticole. Diverse le motivazioni: i prezzi dei prodotti spesso insufficienti; gli andamenti climatici, che sempre più hanno espressioni estreme; il calo della domanda interna; il calo degli sprechi.

Comparto zootecnico. Numeri importanti in Romagna per il patrimonio zootecnico fra allevamenti e capi, con la provincia di Forlì-Cesena che ne è la massima espressione. Fra i settori in espansione nel 2018 l’ovi-caprino e l’avicolo. Per l’ovi-caprino incremento medio +11% per numero di allevamenti e di circa il 3% dei capi.

Per l’avicolo in particolare aumento del numero degli allevamenti dei polli da carne (170 nel 2018, 5 in più del 2017, di cui 142 a Forlì-Cesena) e degli allevamenti di galline ovaiole (141, 12 in più del 207, di cui 104 nell’area forlivese-cesenate). I numeri fanno riferimento ad allevamenti avicoli con capacità uguale o superiore a 250 capi. I prezzi all’origine degli avicoli sono tutti in aumento in ottobre sul mese precedente, ma tutti in calo, tranne quelli delle faraone (Euro/kg 2,31, +6%) su settembre 2017. Per esempio: polli -12% (Euro/kg 1,03); uova -11% (Euro/100 unità 11,10) su settembre 2017. Forlì da novembre è la sede del Cun (Commissione unica nazionale delle uova) e anche questo è un riconoscimento dell’importanza che l’area riveste in questo settore.

Il suinicolo è in contrazione per numero di allevamenti (in numero maggiore in provincia di Forlì-Cesena, 841, +0,3% sul 2017), ma aumentano i capi (numero maggiore in provincia di Ravenna, 114.093, +12% sul 2017).  Andamento negativo dei prezzi dovuto alla forte dipendenza dall’estero: il mercato sta risentendo della contrazione della domanda cinese, eccezionale nel 2016 poi sempre in calando.

Il settore dei bovini (da carne e da latte) registra un trend flessivo mediamente e in generale in Romagna sia per allevamenti sia per capi. I prezzi alla produzione segnano una discreta ripresa nel 2018 per la carne bovina. La Razza Romagnola prosegue nel deprezzamento. Pare ci sia un recente recupero in particolare per le femmine ma si è ancora lontani dai valori che possono permettere la sopravvivenza di questa razza.

Il prezzo agli allevatori del latte è in ribasso: a inizio 2018 era di 36,20 Euro/100 litri. Recentemente è stato firmato un accordo per 38,00 Euro/100 litri, comunque più basso di quello raggiunto e realizzato nel 2017 (39,00 Euro/100 litri).

Per l’apicoltura, settore rilevante non solo per il miele, ma anche per l’ambiente e l’impollinazione dei fruttiferi e delle sementiere ampiamente diffusi in Romagna, il 2018 è migliore rispetto a un 2017 abbastanza disastroso. In particolare nel riminese buon andamento per il miele da tiglio e da erba medica. Il settore, nel suo complesso, è in espansione mediamente del 5% in Romagna.

Biologico. Prosegue anche in Romagna l’incremento di imprese (+11% al 31.06.2018 rispetto al 31.12.2017) e superfici (+11,7% sul 2017). Il riparto colturale delle superfici bio a livello regionale è molto simile e per la Romagna spiccano le frutticole (1.722 ettari nel 2017).

Anche per il comparto produttivo di uova biologiche spicca la Romagna e il dato della provincia di Forlì-Cesena, dove vi sono le aziende di maggior rilevanza a livello nazionale tra le imprese produttrici di uova biologiche. Nuovo interesse, inoltre, si registra per l’allevamento bio di avicoli da carne, in particolare polli e tacchini.

Nelle vendite di carni fresche e trasformate il biologico è ancora poco rappresentativo; vini e spumanti bio crescono del +49,3%, ma rappresentano l’1,1% del fatturato totale dei vini venduti in Italia.

Consolidati, nel primo semestre 2018, i numeri delle categorie dove il biologico ha quote di mercato rilevanti: frutta (+2,5%), ortaggi (+0,4%) e derivati dei cereali (+9,3%), che rappresentano da sole il 60% delle vendite biologiche.

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